STORIE DI SUCCESSO

Aziende vitivinicole toscane con il cuore in Russia e Giappone

Tatiana Kuznetsova da San Pietroburgo e Hideyuki Miyakawa dalla cittadina giapponese di Maebashi hanno scelto la Toscana per coltivare i propri sogni imprenditoriali. E ci sono riusciti

di Giambattista Marchetto

Hideyuki Miyakawa con i suoi vini

4' di lettura

Due storie parallele, due storie di viaggio (andata e ritorno) dalla Russia e dal Giappone alla Toscana nel segno del vino. Due storie di passione che raccontano il fascino esercitato dalla culla del vino sugli investitori stranieri, capaci di costruire un percorso virtuoso in particolare in chiave di internazionalizzazione. Tatiana Kuznetsova da San Pietroburgo e Hideyuki Miyakawa dalla cittadina giapponese di Maebashi hanno scelto la Toscana per coltivare i propri sogni imprenditoriali.

Produrre il Kagor a Chianciano Terme
Da San Pietroburgo a Chianciano Terme per produrre il Kagor - il vino rosso liquoroso che viene utilizzato nella celebrazione delle liturgie ortodosse – da esportare in Russia, ma anche in Grecia, Svizzera e Scandinavia. E naturalmente una selezione di vini prettamente toscani, che per il 50% raggiungono i mercati esteri – Russia e Cina in primis.
La storia è quella di Tatiana Kuznetsova e la sua tenuta Poggio del Moro, a Chianciano Terme nel cuore della Toscana, dove dal 2007 la giovane imprenditrice di origine russa ha concentrato lavoro e passione per creare un'azienda vitivinicola. Ha deciso di lasciare la carriera e abbandonare Mosca con l'intento di cambiare stile di vita, puntando tutto sulla famiglia. «Volevo vivere nella natura e in maniera più salutare, magari mantenendo il mio lavoro – racconta Kuznetsova –. In Italia ho iniziato ad occuparmi di real estate, ma poi sono stata assorbita da nuovi valori e ho concentrato le forze sull'attività agricola. Il mio obiettivo è creare a Poggio del Moro un vino rosso iconico, famoso nel mondo e conosciuto dai winelover. Non è facile da realizzare ma stiamo lavorando su quella strada».

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Tatiana Kuznetsova nella sua tenuta a Chianciano Terme nel cuore della Toscana

L'Italia è un luogo ideale per sviluppare azienda familiare agricole
Contrariamente a quanto ci si aspetti, per Tatiana Kuznetsova – che fin dall'inizio ha fatto i conti con un business plan - «Sviluppare progetti in Italia è facile e non solo perché non ci sono freddi polari e in agricoltura si può produrre quasi tutto l'anno, ma anche perché la produzione di vino non è sottoposta a vincoli particolari come in Russia. In Italia ci sono infrastrutture e competenze per fare il vino, basta avere un progetto, buone idee e investire. Senza contare che appena partiti, al primo mese abbiamo prodotto il nostro primo olio: abbiamo raccolto le olive con un gruppo di amici, le abbiamo portate al frantoio pubblico e quello stesso giorno avevamo le nostre bottiglie. In Russia è tutto più complesso, l'Italia è un luogo ideale per sviluppare una piccola azienda familiare come la nostra».

Vino, olio e conserve eco-friendly
La struttura di Poggio del Moro riunisce in un unico complesso la cantina (con shop e sala degustazioni), il frantoio e il laboratorio di trasformazione per conserve di frutta e salse. La tenuta si sviluppa su 70 ettari tra boschi, seminativi, ulivi, frutteti e vigneti. Le vigne - tutte attorno alla proprietà - si sviluppano su 14 ettari, di cui 6 ettari a Sangiovese, 6 ettari tra Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon e Pinot Nero, 2 ettari con piccole parcelle di Trebbiano Procanico, Grechetto, Malvasia Toscana e Riesling.
L'azienda segue una conduzione eco friendly in vigna e in cantina, ma senza paradigmi. «A Poggio del Moro si adottano alcune pratiche dell'agricoltura biologica, biodinamica e soprattutto del buon senso – osserva il direttore Luigi Pagoni - si cerca di rispettare al massimo il territorio adottando la tecnica del sovescio (interramento per aumentare la fertilità), incrementando la biodiversità, non utilizzando fertilizzanti chimici, insetticidi e cercando di effettuare il minor numero di trattamenti fitosanitari. In cantina si cerca di minimizzare al massimo l'uso di metabisolfito di potassio, così da avere nei vini un quantitativo di solforosa molto basso, ben al di sotto dei limiti posti dal disciplinare del vino biologico. E nella fermentazione si utilizzano lieviti indigeni».

I vini e i mercati: Russia e Cina
Tra i vini rossi ci sono Sangiovese, il Chianti Colli Senesi Riserva e l'interessante Nu, ancora Sangiovese in purezza vinificato solo in acciaio. Da Sangiovese 100% vengono anche il rosato e il metodo classico rosato Elisium, mentre l'Igt Ivole è un assemblaggio delle uve bianche coltivate. Il primo mercato è naturalmente la Russia e l'azienda è molto concentrata sull'Asia (Cina, Hong Kong, Singapore e Corea), Usa ed Europa sono in fase di lancio e il mercato italiano è da conquistare.

Kagor d'esportazione per il circuito ecclesiastico
Poggio del Moro ha iniziato fin da subito a produrre Kagor, vino liquoroso che appartiene alla tradizione russa e di tutta l'area slava.
Le uve (25% Cabernet Sauvignon, 25% Merlot, 25% Syrah, 25% Sangiovese) vengono raccolte e selezionate manualmente e dopo un lungo affinamento in botti di legno e acciaio, viene effettuata un'aggiunta di alcol distillato da vino e da zucchero d'uva in modo da raggiungere la gradazione alcolica di 16 gradi alcolici e rimane altri 6 mesi in bottiglia prima di esser messo in distribuzione. La produzione è di 5mila bottiglie, esportate (soprattutto attraverso il circuito ecclesiastico) in Svizzera, Germania, Francia, Belgio e Scandinavia.


Dal Sol Levante alla campagna del Livornese
Arrivato in motocicletta dalla città natale di Maebashi, dagli anni Sessanta Hideyuki Miyakawa ha lavorato in Italia (dove ha incontrato la futura moglie Maria Luisa Bassano) collaborando con Giugiaro in Italdesign e poi come imprenditore, contribuendo ad esportare il gusto del design automobilistico italiano in Giappone. Nel 1983 la famiglia Miyakawa (assieme ad altre tre italiane) dà vita all'azienda agricola Bulichella, nella campagna livornese a Suvereto, che controlla dal 1999 svoltando verso una produzione enologica di qualità.
Indicata spesso come la prima azienda biologica in Toscana, oggi Bulichella gestisce 42 ettari di cui 14 vitati, 10 dedicati all'olivicoltura, un orto con frutteto, un piccolo bosco e un'area destinata all'attività agrituristica. Tutti i prodotti godono della certificazione biologica ICEA, che garantisce l'intera filiera di lavorazione. Oltre al Vermentino e al Sangiovese, prevalgono i vitigni internazionali: Syrah, Merlot, Cabernet Franc e Sauvignon e una piccola parte a Petit Verdot.
Quando era presidente del Consorzio DOC della Val di Cornia, Miyakawa si è battuto per la Docg Suvereto ottenuta nel 2012 (Suvereto Cabernet Sauvignon Docg, Suvereto Merlot Docg e Suvereto Sangiovese Docg).Oggi Bulichella punta sull'internazionalizzazione con un importante investimento sui mercati asiatici. Una sorta di ritorno alle origini per la famiglia Miyakawa, dato che Svizzera e Giappone sono i primi mercati per un export complessivo che copre il 50% della produzione.

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