Azienza agricola Ceraudo, relax e scoperte di gusto in Calabria
Alberghi raccontati per voi: nel borgo seicentesco della tenuta si può soggiornare e assaporare i piatti del ristorante stellato Dattilo. Per poi proseguire all’esplorazione di un territorio ricco di sorprese
di Sara Magro
2' di lettura
Tra le colline intorno a Crotone, nella contrada Dattilo, l'azienda agricola Ceraudo è un modello di ospitalità tradizionale e contemporanea insieme: da un lato c'è il lavoro nell'uliveto, nei vigneti e negli orti, diretto e supervisionato da Roberto, l'istrionico fondatore; dall'altro c’è il borgo seicentesco – con tanto di chiesetta –, dove abita la famiglia Ceraudo, compresa la seconda e terza generazione di nipotini. Qui sono state realizzate anche quattro camere deliziose e due appartamenti dal design semplice e moderno gestiti dalla figlia Susy, e il ristorante Dattilo, dove la sorella minore Caterina ha ottenuto in un fulmine la stella Michelin, poi anche la stella verde che premia la sostenibilità.
Tutto è espressione della cultura calabrese, con la creatività di una giovane chef allieva di Niko Romito: dal semplicissimo pomodoro e origano fino all'uovo con sardella e cicoria ispirato da una ricetta arbëreshë (tipica delle comunità albanesi locali) letta in un romanzo del Premio Strega Carmine Abate. Il menù degustazione è servito negli ampi locali dai soffitti a volta della vecchia masseria o nella corte con il pavimento in basolato, gli alberi maestosi e le lucine; mentre il pranzo con fritturina di mare, assaggi di formaggi locali, pasta con le fave, si consuma all’ombra di un gazebo di fianco alla piscina. Verso sera, si consiglia di accettare l’invito del signor Roberto per un tour della tenuta con aperitivo. Arrivati nell’uliveto secolare, si apparecchia il picnic con appetitosi stuzzichini e i vini della casa, come il Grayasusi, primo nella classifica mondiale dei cinquanta rosati migliori del mondo.
Per i Ceraudo la scelta del biologico risale al 1987, come conseguenza di un brutto incidente: dopo aver distribuito del diserbante ai terreni, Roberto era finito in rianimazione a causa di un’intossicazione. Uscito dall'ospedale, è stata immediata la sua decisione di convertire interamente i terreni al biologico. E questo è solo uno dei tanti racconti avvincenti di questo contadino-gentiluomo che sembra Marlon Brando, dice di scacciare i cinghiali con Radio Maria a tutto volume ed è un perfetto interprete delle potenzialità della sua terra, una distesa poetica di colline, dove ancora è tutto da scoprire. Come la piccola Strongoli, un villaggio che sembra deserto e dove le piazze si affacciano sul paesaggio naturale e la chiesa conserva uno dei più antichi documenti romani sulla produzione vinicola, che in questa zona ha radici millenarie.
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