Azione-Iv, la tregua (fragile). «Lista unica alle europee»
Teso confronto tra Calenda e Renzi in Senato alla riunione del gruppo L'accordo: stop agli attacchi e impegno per una lista Renew Europe con Più Europa
di Emilia Patta
I punti chiave
2' di lettura
Avanti con i gruppi unici, come da mandato ricevuto da due milioni e mezzo circa di elettori alle politiche del 25 settembre scorso, e avanti anche con il progetto di presentare una lista unica aperta a tutti i partiti e i movimenti che si riconoscono nella macroniana Renew Europe alle europee del 2024.
Le rassicurazioni di Calenda
Nella serata di lunedì 22 maggio, in vista della riunione del gruppo Azione/Italia Viva del Senato prevista dopo cena, è Carlo Calenda a sminare il campo e ad allontanare la prospettiva della separazione dei gruppi parlamentari. Da parte di Italia Viva si chiedevano appunto rassicurazioni sul fatto che, una volta saltato il progetto del partito unico, si vada almeno avanti verso una lista unica alle europee (dove è previsto lo sbarramento del 4%): «Altrimenti non ha senso continuare con i gruppi unici in Parlamento».
Di certo la prospettiva di finire nel gruppo Misto assieme a Verdi-Sinistra italiana deve aver impensierito Calenda, visto che i senatori del Terzo polo sono in tutto 10 e Renzi con il neo arrivato Enrico Borghi è a quota 6, giusto il numero minimo per costituire un gruppo autonomo a Palazzo Madama con il nuovo regolamento. Così come deve averlo impensierito il fatto che è Renzi ad avere i migliori rapporti con il segretario di Più Europa Riccardi Magi e con il gruppo dei liberaldemocratici europei messo insieme dall’europarlamentare Sandro Gozi, dall’ex Pd Andrea Marcucci e dal presidente della Fondazione Einaudi Giuseppe Benedetto.
Azione lascia la porta aperta a un percorso comune con Iv
Da qui la decisione di lasciare la porta aperta a un percorso comune, come recita la nota diramata da Azione: «Riteniamo che i gruppi parlamentari debbano rimanere uniti, essendo questo un mandato preciso degli elettori del Terzo polo... che debbano immediatamente cessare tutte le iniziative ostili e gli attacchi mediatici diretti e indiretti... che occorra valutare con tutte le formazioni politiche e le associazioni appartenenti all’area di Renew Europe, a partire da Più Europa e i liberaldemocratici europei, la possibilità di costruire una lista comune per le europee del 2024». Poi la precisazione: «La decisione verrà presa in piena autonomia dagli organi di tutti i partiti coinvolti nei tempi utili alla partecipazione alle elezioni europee, tenendo in considerazione il contesto politico e la qualità dei rapporti intercorsi tra vari soggetti. Solo in un clima di ritrovata fiducia sarà infatti possibile fare una proposta politica comune». Calenda vuole dunque lasciarsi le mani libere, almeno un po’. «Azione deciderà autonomamente un autunno come e con chi andare alle europee», aggiunge poco dopo aver diramato il comunicato. Renzi, da parte sua, sottolinea la «retromarcia» del socio-rivale: «Serve un chiarimento definitivo. Perché se ora il documento di Azione dice di valutare la lista unica alle europee vuol dire che hanno cambiato idea in una settimana. Meglio così. Se, al netto delle simpatie personali, vogliamo stare tutti insieme noi ci siamo».
Fragile tregua
Insomma, per ora una fragile tregua c’è. Poi si vedrà. Anche perché domani sul palco dell’Eliseo a Roma ci saranno assieme ai duellanti il presidente di Renew Europe Stéphane Séjourné, gli europarlamentari e il segretario di Più Europa Magi.
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