Borse strette tra Cina e Fed, maggio inizia male. Milano chiude a -1,6%. Wall Street positiva
Il bilancio sembrava dovesse essere ben peggiore a causa di un "flash crash" che intorno alle 10 del mattino ha fatto precipitare gli indici, con il Ftse Mib che ha sfiorato il -4%, seguito poi da un parziale recupero. Petrolio in discesa a 102 dollari, perde ancora terreno l’euro. Spread chiude in rialzo a 185 punti
di Enrico Miele
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*** BTp: spread chiude in rialzo a 185 punti base, rendimento sale al 4,10%
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Dopo un mese da dimenticare per i mercati – stretti tra il rialzo dei tassi, la spirale dell’inflazione, il conflitto in Ucraina e l’economia cinese di colpo in affanno – anche maggio inizia nel peggiore dei modi, con il “rosso” che a fine seduta caratterizza la maggior parte delle Borse europee. E pensare che a un certo punto il bilancio sembrava dovesse essere ben peggiore a causa di un "flash crash" che intorno alle 10 del mattino ha fatto precipitare gli indici, con Milano che ha sfiorato il -4% e Stoccolma -8%, seguito poi da un recupero altrettanto rapido. Un crollo temporaneo partito dai mercati del Nord Europa, e in particolare da quello svedese, legato, ipotizzano gli operatori, a un ordine corposo, che ha pesato più del solito a causa del mercato “sottile” (per la chiusura di Londra e molti listini asiatici) oppure addirittura a un errore (il cosiddetto “fat-finger”) nell'immissione di un ordinativo di vendita. In ogni caso, dopo la grande paura, i listini hanno ridotto il passivo senza mai riuscire a portarsi in territorio positivo, anche a causa della debolezza di Wall Street (dopo il «venerdì nero» del Nasdaq).
In attesa dell’esito della riunione dei ministri Ue dell’Energia, dove il tema caldo sarà anche il pagamento del gas (che la Russia chiede in rubli), a pesare sull’umore della seduta è stato l’imminente rialzo dei tassi della Fed e della Bank of England, ma anche di altre Banche centrali impegnate nel far fronte all'impennata dei prezzi. In questo clima, Milano con il Ftse Mib ha registrato una della performance peggiori del Vecchio Continente, assieme a il CAC 40 di Parigi, il DAX 40 di Francoforte, l'AEX di Amsterdam e l'IBEX 35 di Madrid.
Wall Street positiva dopo il "venerdì nero" del Nasdaq
Wall Street chiude positiva in una seduta volatile che ha visto i listini perdere oltre l’1%. Il Dow Jones sale dello 0,26%, il Nasdaq avanza dell’1,63% mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,57%. Un sospiro di sollievo dopo quattro mesi terribili: lo S&P 500 ha perso il 13,3%, registrando il peggior inizio d'anno dal 1939, il Nasdaq Composite, reduce dal peggiore mese dal 2008 e da un venerdì nero (-4,1%), perde dall'inizio dell'anno il 21,2%, il peggior inizio d'anno dalla sua creazione, avvenuta nel 1971. Per il Dow Jones, calo del 14,69%. A pesare sono l'inflazione, i problemi alle filiere, l'invasione russa dell'Ucraina e la nuova ondata di casi di Covid-19 in Cina. Gli investitori, ora, temono che la linea aggressiva della Fed sul rialzo dei tassi d'interesse per contrastare l'inflazione possa portare a una recessione. Mercoledì 4 aprile, la Banca centrale statunitense annuncerà probabilmente un aumento dei tassi di 50 punti base, che sarà poi replicato nelle successive riunioni.
Flash crash sulle Borse, Milano arriva a -3,8% e poi recupera
È partito pochi minuti prima delle 10 il flash crash che in pochi minuti ha fatto precipitare i mercati azionari europei fino a perdere oltre il 3%. Un improvviso crollo che ha fatto arretrare di circa 800 punti il FTSE MIB di Piazza Affari, arrivato a cedere il 3,8%, mentre il Cac40 di Parigi ha ceduto improvvisamente 160 punti e il Dax40 di Francoforte oltre 200 punti. Qualche operatore ipotizza che l'innesco del crollo temporaneo dei mercati sia partito dai mercati del Nord Europa e in particolare da quello svedese mentre altri escludono che la caduta possa essere da legare alla pubblicazione degli indici Pmi sul settore manifatturiero, certamente in peggioramento (55,5 quello dell'Eurozona, 54,6 quello tedesco e 54,5 quello italiano) ma comunque nelle previsioni. L'indice Omx della Borsa di Stoccolma è arrivato a perdere l'8% in pochi minuti prima delle 10. Movimenti simili per Copenhagen, che è caduta dell'8,3% in pochi istanti, e per Helsinki scesa del 7,9% circa. Secondo altri trader potrebbe essersi trattato di un errore (fat-finger) nell'immissione di un ordine aggiungendo che comunque la tensione sui mercati è alta per il rischio di peggioramento del quadro geopolitico con la guerra in Ucraina in corso e per i molti fattori che possono favorire vendite consistenti da parte degli investitori.
A Milano al top Mediobanca, scivolano i petroliferi
Sul Ftse Mib gli occhi sono rimasti puntati per tutta la seduta del 2 maggio su Mediobanca tra il successo della lista del cda di Generali, sostenuta dal primo azionista, le ipotesi di un rafforzamento di Leonardo Del Vecchio nel capitale e le voci di alleanze strategiche. Bene Italgas dopo i conti, mentre non è riuscita a limitare i danni Terna che ha venduto le proprie attività di trasmissione dell'energia elettrica in Sud America per un valore di oltre 265 milioni. In fondo al listino Tenaris, in scia alla debolezza del greggio, Prysmian e il gruppo Stellantis. Debole tra i titoli tecnologici in particolare Stmicroelectronics anche per i rumors sulle strategie di Apple in materia di produzione interna di chip e modem.
Spread chiude in rialzo a 185 punti, tasso al 2,85%
Chiusura in rialzo, ma sotto i massimi di giornata, per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano e il pari scadenza tedesco, che durante la giornata ha toccato la soglia dei 190 punti base, ha chiuso a 185 punti dai 184 punti base del finale del 29 aprile. In salita si segnala anche il rendimento del BTp decennale che ha segnato un'ultima posizione al 2,85%, dopo aver chiuso a 2,79% alla vigilia, aggiornando ancora i massimi da inizio 2019.
Euro cede ancora sul dollaro
Sul mercato valutario l'euro perde altro terreno nei confronti della moneta americana in vista dell'intervento della Federal Reserve sui tassi mentre il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos - nel corso di una intervista a l Correo nel weekend - ha sottolineato che un aumento dei tassi nell'eurozona è possibile ma non probabile: il cambio euro/dollaro si attesta a 1,0519 da 1,0551. Euro/yen a 137,23 (136,67), Dollaro/yen a 130,32 (da 129,59).
Giù i prezzi di petrolio e gas
Prezzi delle materie prime energetiche in flessione: il barile di petrolio arretra dello 0,8% sia nel contratto luglio del Brent (106,25 dollari al barile) sia nella scadenza giugno del Wti (103,8 dollari al barile). Pesa l'andamento dell'economia cinese mentre l'Europa si appresta a formalizzare la messa al bando del petrolio russo. Gas naturale in calo del 6% in Europa a 93,4 euro al megawattora sul Ttf.
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