Grandi patrimoni

Bacamul, per la società dei Babini sfida della filantropia immobiliare

In portafoglio hotel e spazi retail come il negozio Lvmh in Montenapoleone a Milano. Al via la ristrutturazione di Borgo dei Conti, Bezos e Zuckenberg tra i clienti

di Paola Dezza

3' di lettura

La strategia è improntata alla valorizzazione degli asset in portafoglio per passarli alle generazioni future e si sposa al desiderio di puntare su cultura e storia italiane e alla scelta di reinvestire gli utili nelle proprietà. È una sorta di “filantropia immobiliare” la visione della famiglia Babini del gruppo Bacamul, oggi focalizzato nel settore real estate dopo una lunga storia iniziata da una conceria e passata per il gruppo Ricordi.

Il portafoglio immobiliare vanta asset retail, in centro, come il palazzo di Montenapoleone affittato ali francesi di Lvmh e oggi in ristrutturazione, ma anche l’edificio storico che ospita il ristorante Temakinho e gli stessi uffici della società a Milano in via Boccaccio, negozi a Cagliari, Genova, Palermo. «Abbiamo poco abitativo – racconta in esclusiva a Il Sole 24 Ore Carlo Babini Merlo, 44 anni, ceo del gruppo –, tra cui alcune palazzine intorno a Varese, tenute più che altro per valore affettivo, tra cui la villa del comando della Guardia di Finanza dove ci sono anche alcuni appartamenti». Asset che sono in portafoglio anche da più di 50 anni.

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La conceria di famiglia nasce prima della guerra in quel di Varese. Chiusa negli anni Novanta l’attività, pur mantenendo la proprietà degli immobili che oggi riqualificati ospitano una scuola, lascia spazio ad altre attività. E la strada verso il settore immobiliare è già stata intrapresa.

«Alla base di tutti i nostri investimenti c’è sempre la volontà di mantenere in portafoglio gli asset e valorizzarli nel tempo – dice Carlo Babini -, immobili che sono tutti concentrati sul territorio italiano. La nostra non è mai un’ottica speculativa. Non acquistiamo con l’intento di rivendere e per gli investimenti ci basiamo sulle nostre forze, mantenendo il debito a livelli minimi. I dividenti, infatti, vengono tutti reinvestiti in nuovi progetti».

Così anche l’immobile gioiello del portafoglio, quello di via Montenapoleone che ospita Lvmh (il gruppo francese si vocifera che paghi 24 milioni di canone all’anno), è in portafoglio dal dopoguerra e viene oggi rivisitato per passarlo a figli e nipoti nel miglior stato possibile. Un rapporto quello con Lvmh che viene da lontano, perché i grandi brand della pelletteria – Louis Vuitton così come Gucci, Serapian, Ferragamo, per citarne alcuni – erano clienti della conceria.

Babini è alla guida dalla società dal 2018, prima ha percorso una carriera corporate – in DuPont de Nemours, successivamente in Bacardi-Martini e Alcoa per poi approdare in IATA, con il ruolo di responsabile dello sviluppo e realizzazione del progetto di gestione inerente a dati sensibili - e ha fondato tre società, Globomass in Europa e Cleanbay Renewables negli Usa nel settore delle energie rinnovabili, e una terza Andromeda dedicata alla nutrizione animale con proteine a base di insetti.

L’ultima operazione del gruppo è la ristrutturazione di Borgo dei Conti, uno dei tre alberghi di proprietà – gli altri due sono l’hotel Londra a Venezia e l’immobile affittato a The Place in piazza di Santa Maria Novella a Firenze -, un complesso attorno al castello dei conti Rossi Scotti acquistato una decina di anni fa vicino a Perugia e, secondo indiscrezioni, meta di turisti come Mark Zuckenberg o Jeff Bezos.

«Per via della pandemia Borgo dei Conti ripartirà per primo, grazie al fatto di essere immerso nella natura – dice -. Nonostante il Covid abbiamo scelto di sostenere il settore, anticipando la cassa integrazione a tutti i dipendenti e integrandola con il 100% del salario per novembre, dicembre e la tredicesima. Vedo oggi un grande rischio per il settore dell’ospitalità di aprire a fondi opportunistici che comprano a prezzo scontato per rivendere gli asset a valori più alti una volta usciti dalla crisi».

Babini sottolinea la filosofia di portare avanti progetti di rivalutazione del territorio, soprattutto nel settore hotel, anche con iniziative culturali e nell’artigianato. Per Borgo dei Conti, che ha come vicino di casa Brunello Cucinelli con cui si valutano delle partnership, il gruppo ha stanziato diversi milioni di euro di investimenti. «Presto ci sarà un cinema all’aperto - anticipa -. I nostri ospiti, con una copertina calda sulle gambe e il castello illuminato alle spalle potranno godersi un film o un concerto. Ma il sogno è portare qui una falconeria, come ad Adare Manor in Irlanda, mentre stiamo siglando una partnership con un centro ippico di livello olimpico» dice e si prepara a capire come sarà il turismo del dopo-Covid, ancora una incognita.

Babini riceve diverse offerte ogni giorno da parte di fondi di investimento o famiglie che vogliono investire nel real estate italiano. Ma la risposta per adesso è stata sempre «no grazie».

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