Badante o Rsa? 6 famiglie su 10 scelgono l’assistenza in casa
Nel 59% dei casi la scelta nasce dal desiderio di non allontanare il familiare dagli affetti
di Andrea Carli
I punti chiave
3' di lettura
La presa in carico dell'assistenza ai propri familiari è uno degli aspetti più complessi che si celano dietro la cura di una persona cara all'interno di una famiglia. Nell’assistenza delle persone anziane o non autosufficienti le famiglie italiane preferiscono puntare sulle badanti piuttosto che rivolgersi alle Rsa. È quanto mette in evidenza il report “Le famiglie, il lavoro domestico, i caregiver, le Rsa”, realizzato dal Censis per Assindatcolf, l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, che nel mese di maggio ha sottoposto un sondaggio a un campione rappresentativo dei propri associati (1600 famiglie). L’indagine è stata presentata giovedì 7 luglio.
Per assistere un proprio familiare anziano o non autosufficiente, il 58,5% delle famiglie non esita a scartare il ricorso a una Rsa (Residenza sanitaria assistenziale), preferendo l’assunzione di una badante. Solo il 41,5% delle famiglie prende in considerazione la scelta di una Rsa: di queste, il 21,3% si rivolgerebbe a una struttura convenzionata, il 14,2% a una privata, il restante 6,0% a una pubblica. Nel campione Assindatcolf, si osserva, inoltre, una maggiore concentrazione di risposte avverse al ricorso a Rsa fra i più anziani: dal 50,8% di chi ha un’età inferiore ai 55 anni (con pochi decimi di punto superiore alla metà dei rispondenti, 50,8%) si passa al 52,9% di chi ha un'età compresa fra i 55 e i 64 anni, per raggiungere il 69,5% degli over 64.
Donne più orientate a evitare una Rsa
Le donne mostrano l’orientamento più marcato ad evitare una Rsa (il 60,1% rispetto al 56,1% degli uomini). Anche gli stessi anziani sono scettici sul ricorso a una Rsa: dal 50,8% di chi ha un'età inferiore ai 55 anni si passa al 52,9% di chi ha un'età compresa tra 55 e 64 anni, per salire al 69,5% degli over 64.
Aspetti negativi e positivi connessi alla scelta di non accudire il familiare in casa
La distanza dalla soluzione delle Rsa si spiega soprattutto dai dubbi relativi alla qualità delle relazioni che si potrebbero mantenere all’interno delle strutture di assistenza. Chi esclude il ricorso a una Rsa è consapevole delle difficoltà a riproporre, all’esterno della propria casa, le attenzioni rivolte alla persona anziana o non autosufficiente (59%). C’è inoltre la convinzione che il distacco dalla propria abitazione produrrebbe effetti negativi sul familiare da assistere (20,9%). Al contrario, la scelta di una Rsa è invece motivata dalla professionalità del personale impiegato nelle strutture di assistenza (63,3%). Minore rilevanza assumono altri aspetti, come l’importo della retta da pagare, che rimanda a una valutazione della sostenibilità della spesa (9,1%), e la vicinanza della struttura (9,0%), che garantirebbe la possibilità di visitare più frequentemente il familiare affidato alla Rsa. Qualità dell’ambiente e dotazione di strumenti che garantiscano un certo grado di autonomia agli assistiti raccolgono complessivamente circa il 15% delle indicazioni.
I caregiver familiari: essenziali, ma invisibili
Il 53,4% delle famiglie considera prioritario alleviare la fatica che grava sui caregiver attraverso l’intervento di personale esterno. Tra le soluzioni da adottare a favore dei caregiver viene indicato il riconoscimento di forme di reddito che possano almeno in parte ricompensare il ruolo sostitutivo svolto a causa della mancanza di strumenti di welfare adeguati per l’assistenza di persone anziane o non autosufficienti (25,5%). A seguire, si auspica la possibilità per il caregiver di lavorare da casa (9,0%), mentre per il 6,7% servirebbe l’assicurazione contro gli infortuni domestici e la possibilità di poter accedere a una pensione sulla base di contributi figurativi. Infine, per il 5,4% sarebbero utili percorsi formativi per qualificare l'assistenza offerta al familiare.
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