Da Bagnoli a Bacoli un'avventura flegrea di primavera

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Baia con le sue terme e l'approdo alla Piscina Mirabilis

E' lassù, sopra i bastioni del Castello Aragonese di Baia nel Comune di Baia che si acquista piena consapevolezza della bellezza assoluta del Golfo di Pozzuoli e della lunghissima e affascinante storia di cui è stato culla e alcova: merci, opere di arte, schiavi, imperatori, sacerdoti hanno lasciato segni tangibili nei vasi, sarcofagi, iscrizioni. I volti, i corpi, gli sguardi risultano incisi per l'eternità nella pietra. Anche i mosaici sono altrettanto indicativi di come i vivi celebrassero la vita, e del resto da morti meritavano altrettante attenzioni artistiche nei sacelli delle necropoli. Il Parco archeologico delle terme di Baia collocato tra Punta dell'Epitaffio e lo sperone roccioso su cui sorge il Castello Aragonese coi templi di Diana, Venere e Mercurio annunciati dalle cupole rappresenta un'altra meraviglia alla quale si può accostare la Piscina Mirabilis. In questa cisterna di acqua potabile, la più grande mai costruita dagli antichi romani per approvvigionare la flotta della Classis Misenensis ormeggiata nel vicino porto di Miseno, scavata in parte nel tufo, potevano starci ben 12.600 metri cubi di acqua. A pianta quadrangolare, fa pensare a una cattedrale per le quattro file di dodici pilastri cruciformi, le cinque navate lunghe e le tredici corte, la volta a botte con tanto di terrazza di copertura pavimentata in cocciopesto, comunicante con l'interno tramite una serie di portelli. Qui terminava l’acquedotto augusteo del Serino e finisce questo viaggio di primavera nei tesori flegrei.

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