Balneari, ecco le prossime mosse del governo dopo la sentenza della Corte Ue
Uno dei passaggi apre alla possibilità, in caso di scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili, di combinare un approccio generale con un approccio caso per caso, basato su un’analisi del territorio costiero
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Per venir fuori dalla strettoia delle concessioni balneari dopo la pronuncia dei giudici europei la soluzione che si offre al governo è quella di procedere a una nuova mappatura delle spiagge. Sulla scia delle richieste delle associazioni di categoria è quanto diversi ministri, di peso, evocano come soluzione all’impasse guardando nelle pieghe della normativa esistente. «Si farà la mappatura e le cose che si devono fare, peraltro alcune Regioni sono più avanti, altre più indietro. Ma con equilibrio», spiega sul punto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Imposto allineamento al diritto comunitario
Il lavoro in vista non è cosa da poco. Ma in ogni caso non si può più sfuggire al fatto che le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente. Le autorità nazionali italiane sono tenute ad applicare le norme del diritto europeo disapplicando le disposizioni non conformi.
Smentita Ue, tema non trattato con Meloni
Sui balneari l’Ue ha già aperto una procedura di infrazione e, dopo la decisione della Corte Ue, il rischio che si arrivi a sanzioni in assenza di un adeguamento alle normative europee è altissimo. E l’Italia non sembra voler cedere, tanto nel ping pong delle dichiarazioni della portavoce della Commissione europea prima afferma che nell’incontro con Thierry Breton la presidente Giorgia Meloni la settimana scorsa «ha assicurato che le autorità nazionali in Italia applicheranno molto rapidamente la legislazione europea». E poi si vede costretta a correggere: «Non hanno parlato di balneari» e «nessuna delle due parti ha preso impegni».
La «scarsità delle risorse naturali»
L’Italia, che tre mesi fa ha fatto slittare con il Milleproroghe le concessioni al dicembre 2024, guarda però ad un dettaglio contenuto nella sentenza, che impone tra l’altro concessioni limitate nel tempo. Uno dei passaggi apre infatti alla possibilità, in caso di scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili, di combinare un approccio generale con un approccio caso per caso, basato su un’analisi del territorio costiero. Con dei paletti: le decisioni devono basarsi «su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati».
Organizzazioni di categoria in pressing
È il passaggio che fa dire al ministro Matteo Salvini - ma anche ad altri esponenti della maggioranza - che la sentenza è un «grande successo dell’Italia», spiegando che «la nuova mappatura delle spiagge sarà fatta dal Mit e come sempre verranno utilizzati criteri di buonsenso». Un adempimento che era previsto anche dal Milleproroghe e che ora chiedono a gran voce le diverse associazioni dei balneari: dalla Sib alla Fiba alla Federbalneari. Il tema non è comunque entrato nel Ddl Concorrenza approvato dal Consiglio dei ministri. «Non riguarda questo provvedimento, ma un altra cosa», ha detto il ministro delle Imprese Adolfo Urso.
Il passo in avanti sulla concorrenza
Qualcuno ipotizza possa arrivare un decreto, anche se non è escluso che prosegua il braccio di ferro con l’Ue che parla di «monitoraggio attento sull’Italia». Il ministro intanto non nasconde la sua soddisfazione per l’approvazione delle norme sulla concorrenza. La legge «non era mai stata approvata per due anni consecutivi - scrive il ministero nel comunicato con le misure - In quindici anni, dal 2009, è stata realizzata solo due volte nel 2017 e appunto nel 2022. Questa è la terza». E al suo interno le norme sono molte, anche quello per lo spegnimento dei motori delle navi in porto (garantendo minore inquinamento) e per favorire la concorrenza nel settore farmaceutico.
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