Balneari, dopo l’ok all’accordo Forza Italia promette: se vinciamo le elezioni cambia tutto
«Ci impegniamo solennemente a modificare la norma approvata dal Senato» ha detto in Aula il senatore azzurro Massimo Mallegni
I punti chiave
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Non ha fatto in tempo a passare in Senato che la risistemazione delle concessioni balneari contenuta nel disegno di legge sulla concorrenza già si annuncia materia di campagna elettorale. Gli stessi partiti di maggioranza dentro il centrodestra, Forza Italia e Lega, non hanno nascosto i mal di pancia per aver dovuto votare un testo che gli azzurri già promettono di cambiare in caso di vittoria alle prossime elezioni. Senza contare la rivalità interna allo schieramento con Fratelli d’Italia su posizioni di netta contrarietà.
I contenuti dell’accordo
Il compromesso trovato fissa la partenza di tutte le gare per le concessioni entro il 31 dicembre del 2023, deroghe di un anno solo per quei Comuni oggettivamente impossibilitati a mettere al bando le concessioni. Modalità ed entità degli indennizzi agli imprenditori che non riuscissero a rinnovare le concessioni verranno affidati a dei decreti delegati dei ministeri delle Infrastrutture e del Turismo da varare entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge.
Scintille fra Lega e FdI
Il via libera di Palazzo Madama alla riforma considerata nel complesso dal premier Draghi essenziale per l’attuazione del Pnrr è stato preceduto dalle scintille in aula tra Lega e Fratelli d’Italia, alleati di coalizione ma su sponde opposte rispetto all’esecutivo. Al momento di dover votare gli emendamenti, il capogruppo del Carroccio a palazzo Madama, Massimiliano Romeo, ha confessato di «non comprendere» il comportamento di FdI sul tema balneari. «Visto che sono contro tutto il lavoro che è stato fatto perché non è stato presentato un emendamento soppressivo per l’Aula? Io ho bisogno di capirlo, sennò viene il sospetto che politicamente fuori si vada a raccontare una storia e poi nella sostanza si approvi l’accordo che il governo ha fatto. Una volta per tutte bisogna essere chiari davanti ai cittadini italiani». Luca Ciriani, capogruppo del partito di Giorgia Meloni, ricorda al contrario che «i nostri emendamenti sono stati tutti puntualmente depositati in commissione, tutti puntualmente bocciati da chi adesso forse ha qualche crisi di coscienza e vuole imputare a noi errori che non ci appartengono. La verità fa male».
Mallegni (Fi): se vinciamo cambieremo la legge
A chiudere «questa interessantissima polemica» - parole del vicepresidente di turno Ignazio La Russa, anche lui di FdI - ci prova il senatore di Forza Italia, Massimo Mallegni, che vota il provvedimento ma annuncia che «qualora il centrodestra vincesse, come ci auguriamo, le elezioni nel 2023, ci impegniamo solennemente a modificare la norma che oggi verrà approvata dal Senato» sui balneari. Promessa che viene ribadita dal collega azzurro Maurizio Gasparri, per il quale la sentenza del Consiglio di Stato che ha imposto di mettere a gara le concessioni entro il 2023 «è basata su dati non reali» e «non vera poi l’affermazione secondo la quale la mancata applicazione della Bolkestein farebbe perdere i fondi del Pnrr: non comprendo come si possano dire simili astrusità».
Alla ricerca di un’intesa sugli altri nodi
Il provvedimento approvato si occupa di disciplinare tanti altri temi, dalle concessioni dei porti a quelle per il gas e idroelettriche (con la scelta della Golden power per cercare di salvaguardare gli asset strategici), dai servizi pubblici locali al contrasto all’abuso di dipendenza economica esteso anche alle piattaforme digitali. Alcune norme riguardano anche i trasporti e, in particolare, il trasporto pubblico non di linea, ovvero taxi e Ncc. Ed è proprio questa disposizione che rischia di aprire un fronte caldo essendo già alla Camera perché i tassisti sono pronti allo scontro duro.
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