Bancari, la chiusura delle filiali lascia insoddisfatti 9 clienti su 10 e in 4 anni taglia 14mila posti
È quanto emerge da un sondaggio della Uilca, nell’ambito della campagna “Chiusura delle filiali? No, grazie”, su campione di 1.400 persone tra Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Lombardia, Puglia e Basilicata
di Cristina Casadei
I punti chiave
2' di lettura
Che la gestione del risparmio non abbia ancora preso, in maniera univoca, la via digitale lo dicono soprattutto i piccoli centri. C’è chi si affida serenamente allo smatphone e dialoga altrettanto serenamente con un chatbot, ma c’è anche chi ha bisogno di un contatto fisico. Poi ci sono gli imprevisti, come il down della rete o di un’applicazione che, in caso di urgenze, costringono ad andare in una sede fisica. Alla fine la chiusura delle filiali bancarie nel proprio comune lascia insoddisfatti 9 clienti su 10, secondo un sondaggio della Uilca sulla desertificazione bancaria, realizzato nell’ambito della campagna “Chiusura filiali? No, grazie”. I bancari della Uil hanno costruito un campione rappresentativo di 1.400 persone, tra Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Lombardia, Puglia e Basilicata. Chi dichiara di andare in banca almeno una volta al mese è il 60% degli intervistati e oltre il 70% dice di aver avvertito molto la riduzione degli sportelli bancari e la percezione dell’abbandono dei territori.
Il fenomeno
Il segretario generale della Uilca, Fulvio Furlan, che sta girando l’Italia per capire la percezione del fenomeno tra le persone, spiega che «la chiusura degli sportelli bancari nei piccoli centri produce molta insoddisfazione e viene vissuta come un abbandono. Nove persone su dieci che si dichiarano insoddisfatte dalla chiusura delle filiali è un chiaro messaggio che non può più essere ignorato».
Chiudono le filiali, calano i bancari
In Italia , dal 2018 al 2022, sono stati chiusi 4.423 sportelli bancari, con un calo del 17,4%. Le persone che vivono in comuni senza banca sono il 6,8% del totale popolazione italiana, pari agli abitanti dell’intera regione del Piemonte. I comuni serviti da banche sono 583 in meno, con un calo del 10,9%. Un trend negativo che coinvolge anche l'aspetto occupazionale: 14.020 dipendenti in meno nel settore (-5%).
Un punto di contatto fisico per la tutela dei risparmi
Dalla ricerca, continua Furlan, «emerge in maniera netta quanto, mai come in questo momento, le persone cerchino un punto di contatto reale e personale anche con il luogo deputato per eccellenza alla tutela dei propri risparmi».
Il sostegno delle istituzioni
Il sindacato chiede che «istituzioni e politica riconoscano il problema e si trovino soluzioni condivise per affrontarlo e le banche recuperino il loro ruolo sociale nel Paese, per essere un elemento di supporto a comunità, imprese e famiglie», dice Furlan. In questo contesto «le filiali costituiscono presidio di sviluppo e legalità, in mancanza del quale intere comunità rischiano di essere lasciate sole. La chiusura delle filiali sul territorio contribuisce ad alimentare lo spopolamento, un problema per tutto il Paese».
L’Anci e il contrasto allo spopolamento dei piccoli centri
Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, afferma che «la presenza degli sportelli bancari all’interno di un comune e di una comunità è un pezzo importante per contrastare il fenomeno dello spopolamento dei piccoli centri».
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