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Bancari in rialzo, si aspettano sviluppi su tassa extraprofitti

di Flavia Carletti

2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bancari in terreno positivo a Piazza Affari, aspettando sviluppi sull'imposta sugli extraprofitti. Con il FTSE MIB in progresso, guadagna Bper che si muove in testa al segmento principale seguita da Banco Bpm; salgono anche Mediobanca, Banca Mps, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Inoltre, in progresso Finecobank, Banca Generali e Banca Mediolanum.

In una intervista al Sole 24 Ore, il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, ha detto che Forza Italia sta lavorando a quattro emendamenti per modificare la norma nell'iter di approvazione parlamentare, al fine di evitare l'emergere di distorsioni nel sistema economico-finanziario nazionale. In particolare, le richieste avanzate da Forza Italia sono: l'esclusione dalla nuova imposizione dei rendimenti dei titoli di Stato; l'esenzione per le piccole banche (con riferimento a Bcc e popolari); la deducibilità, almeno parziale, dell'imposta; la non prorogabilità della tassa oltre il 2023.

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Gli analisti di Equita indicano che, «per quanto riguarda il primo punto, Tajani ha espresso preoccupazione riguardo alla possibilità che le banche riducano gli investimenti in titoli di Stato al fine di minimizzare l'impatto dalla nuova tassa sul P&L (profit and loss). Tuttavia, considerando il cap fissato allo 0,1% degli attivi, riteniamo che un'eventuale esclusione dei rendimenti dei titoli di Stato non avrebbe effetti sostanziali sull`ammontare dell'imposta pagato dalle banche». Inoltre, aggiungono che, «per quanto riguarda la deducibilità dell'imposta, stimiamo per il panel sotto nostra analisi che il peso del prelievo si ridurrebbe a circa 1,5-1,6 miliardi di euro da circa 2 miliardi precedenti». Gli esperti della sim milanese ricordano inoltre che, «secondo articoli di stampa dei giorni passati, una soluzione alternativa alla deducibilità sarebbe quella del credito di imposta, per cui a fronte del pagamento della tassa da parte delle banche, verrebbe riconosciuto un credito di imposta utilizzabile negli anni successivi per compensare le normali imposte da pagare».

Per Intermonte, di fronte alle parole di Tajani, «non escludiamo modifiche alla norma che accolgano almeno in parte le proposte di FI, sembra però esclusa la possibilità di rendere la tassa deducibile. In caso di non deducibilità la norma porterebbe un gettito fiscale di circa 2 miliardi per le banche del nostro coverage».

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