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Bancari, chiesto maxi aumento da 435 euro e taglio dell’orario

Arriva la richiesta economica contenuta nella piattaforma rivendicativa che i sindacati dei bancari, Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin porteranno all’Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto alla fine del 2022 che riguarda quasi 270mila lavoratori

di Cristina Casadei

 Ora le assemblee dei lavoratori dovranno approvare le rivendicazioni

3' di lettura

Aumento di 435 euro lordi mensili e riduzione dell’orario di lavoro di 30 minuti al giorno, passando dalle 37.5 ore alle 35 ore alla settimana. È questa la richiesta economica contenuta nella piattaforma rivendicativa che i sindacati dei bancari, Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin porteranno all’Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto alla fine del 2022 che riguarda quasi 270mila lavoratori.

Nell’agenda che interessa le relazioni sindacali dei bancari adesso ci saranno una serie di appuntamenti molto serrati. Il primo è rappresentato dalle assemblee dei lavoratori che dovranno approvare la piattaforma. Una volta ottenuto il via libera i sindacati la invieranno all’Abi per entrare nel vivo del negoziato per il rinnovo. O i rinnovi, dato che il fronte datoriale presenta una doppia rappresentanza con Abi da una parte e dall’altra Intesa Sanpaolo che, dopo la revoca della rappresentanza all’Associazione, partecipa al tavolo negoziale su invito permanente dell’Abi. Nel mezzo ci sarà anche il congresso della Fabi, guidata da Lando Maria Sileoni, che è previsto per la metà di giugno.

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Come spiegano le cinque sigle nella loro nota unitaria, il calcolo dei 435 euro tiene conto delle dinamiche inflattive del triennio 2023-2025 e della redistribuzione della maggiore produttività. L’importo rappresenta la richiesta economica complessiva per la figura media di riferimento e cioè la terza area, quarto livello che poi dovrà essere riparametrata per i diversi inquadramenti, ma non esaurisce la parte economica dove compaiono diverse richieste. Tra le altre, c’è infatti anche il riconoscimento esplicito che i contributi datoriali alla previdenza complementare, assistenza sanitaria ed LTC, in quanto forme di retribuzione contrattuale “differita” e “indiretta”, siano parte integrante dei livelli economici complessivi della retribuzione annuale, salvaguardati anche nei casi di operazioni societarie quali fusioni o cessioni, sia all'interno sia al di fuori dell'area contrattuale, spiegano i sindacati. Si rende poi necessario riformare le voci “indennità di turno” e “reperibilità”, che interessano un numero crescente di lavoratrici e lavoratori, rivedendone presupposti normativi e importi, riconoscendo l'impegno di tempo di vita personale. Allo stesso tempo va prevista la rivalutazione di tutte le altre voci economiche, da scatti a diarie, indennità, borse

di studio, in misura pari alla rivalutazione delle tabelle retributive. Inoltre l’indennità di cassa va considerata indivisibile e unica e va sempre riconosciuta “a giornata intera”. Infine, l’aumento di uno scatto di anzianità per via dell’innalzamento dell'età pensionabile.

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Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin nel lungo documento che è frutto del lavoro delle Commissioni di questi ultimi mesi, sottolineano due concetti e introducono alcune richieste di discontinuità sull’orario. Il primo concetto è la centralità e unicità del contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari che va considerato uno strumento per l’unità e l’identificazione della categoria, attraverso cui governare le evoluzioni dell’organizzazione del lavoro in tutti gli ambito, dal lavoro agile al telelavoro, alle redistribuzioni orarie. Favorendo cosi opportunità eque per tutti i bancari. Il secondo è invece il rafforzamento dell’area contrattuale. L'anima del settore, scrivono le 5 sigle nel testo della piattaforma, “è contesa tra le opportunità offerte dalle grandi trasformazioni (digitale, ecologica e socio-demografica) e le debolezze di un modello di sviluppo troppo orientato al profitto e alla rendita, in cui tutte le crisi più recenti, dall'emergenza pandemica all'impennata inflazionistica determinata dalla guerra in Ucraina, hanno amplificato l'impatto negativo su retribuzioni, occupazione, diritti e

welfare. Il Contratto collettivo nazionale (CCNL) è la chiave di volta per rispondere ai bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori e, nel contempo, cogliere le sfide del futuro e governare le trasformazioni”.

Entrando nel merito dell’orario di lavoro i sindacati chiedono di riconoscere una generale riduzione dell'orario contrattuale di 30 minuti giornalieri (35 ore settimanali) a parità di retribuzione, con correlato adeguamento sulle diverse articolazioni orarie. Inoltre anche in considerazione dell'implementazione del lavoro per turni, per Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin bisogna riconsiderare il tema del lavoro aggiuntivo dei quadri direttivi - una fascia dove c’è una concentrazione forte di lavoratori - reintroducendo la possibilità del connesso riconoscimento economico orario, anche in funzione di garanzia dell'effettivo esercizio dell'autogestione dell'orario stesso.

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