Bancari, la tagliola dei fringe benefit: il governo si impegna a cancellare la stangata fiscale sui mutui
Si genera un forte taglio sulle buste paga dei dipendenti degli istituti di credito
I punti chiave
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Il Mef annuncia che la soluzione sul rialzo dei tassi e la tagliola dei fringe benefit sulle buste paga sarà trovata a breve con la riforma tributaria. Il fringe benefit del mutuo a tasso agevolato concesso ai bancari da qualche mese è una vera e propria tagliola sulle buste paga dei dipendenti degli istituti di credito. Non sono pochi i casi in cui il cedolino del dipendente si sia azzerato del tutto a causa della corsa al rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce dell’ultimo anno.
La tagliola del fringe benefit
La concessione dei prestiti ai dipendenti bancari è di fatto il fringe benefit di riferimento. La disciplina fiscale di questo benefit prevede che «in caso di concessione di prestiti si assume il 50% della differenza tra l’importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di sconto vigente al termine di ciascun anno e l’importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi». Un meccanismo di tassazione che diventa di fatto neutrale per i mutui a tasso variabile, ma che invece produce effetti altamente distorsivi per i prestiti a tasso fisso.
Quando il mutuo a tasso fisso perde i suoi vantaggi
Il mutuo a tasso fisso, infatti, risulta vantaggioso per il contribuente solo nei periodi di ribasso dei tassi di interesse. Ma con la corsa al rialzo dei tassi, il trattamento fiscale oggi in vigore sui questi mutui a tasso fisso concessi come benefit ai dipendenti fa emergere valori da tassare che non rappresentano il trattamento di favore effettivamente ricevuto dal dipendente.
Il Governo in cerca di soluzioni
Dopo le numerose segnalazioni dei rappresentanti di categoria e in particolare dei sindacati come la Fabi, il governo ha acceso un faro su una questione divenuta particolarmente delicata e complessa per tanti dipendenti di banca. Tanto che la sottosegretaria all’Economia Sandra Savino, rispondendo in commissione Finanze della Camera a un ‘interrogazione del Pd sull’eventualità sui fringe benefit (concessi sotto forma di finanziamenti a tassi agevolati) ha annunciato che si sta lavorando alla possibilità di correggere il criterio di determinazione forfetaria del reddito in caso di concessione di finanziamenti a tasso fisso ai dipendenti. La questione è stata analizzata, ha ricordato la Savino «durante l’esame della delega al Governo per la riforma fiscale» e, in particolare, dell’articolo 5, comma 1, lettera e), dove sono previste la revisione e la semplificazione delle disposizioni che riguardano il trattamento fiscale delle somme e dei valori esclusi dalla formazione del reddito di lavoro dipendente, con particolare riguardo ai limiti di non concorrenza al reddito in caso di assegnazione di fringe benefit. In questo contesto, ha concluso la sottosegretaria «sarà valutato dal Governo un intervento di razionalizzazione della disciplina di settore».
Sileoni (Fabi): «Su fringe benefit governo dimostra sensibilità verso bancari»
«Ringraziamo il governo per la grande sensibilità dimostrata nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori bancari - ha detto il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni -. La possibilità, annunciata in commissione Finanze alla Camera dal sottosegretario al ministero dell’Economia, Sandra Savino, di intervenire, con la delega fiscale, sui mutui fringe benefit, rappresenta per l’intera categoria un segnale di grande attenzione e al tempo stesso la speranza di risolvere positivamente una questione molto seria». «Seguiremo l’iter dei decreti fiscali e siamo a disposizione sia del governo sia del Parlamento per affrontare, in questo ambito, tutti gli argomenti tecnici e normativi», ha concluso Sileoni.
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