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Banche capofila a Piazza Affari dopo stress test: «scenario avverso non spaventa»

Esame brillantemente superato per gli istituti italiani che ne conferma la resilienza

di Enrico Miele

(Bloomberg)

2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Il trio Banca Mps, Banca Pop Er e Banco Bpm guida il listino principale di Piazza Affari nella settimana chiave dei rispettivi conti per tutti e tre gli istituti ma, soprattutto, dopo il superamento degli stress test Eba. Tutti gli istituti italiani, infatti, sono usciti indenni dalle “prove” che servono a calcolare la tenuta delle banche europee di fronte a scenari avversi.

«Gli stress test 2023 – scrive Equita a chiare lettere – hanno riportato un risultato molto positivo per le banche italiane, confermando gli importanti miglioramenti in termini di bilancio, qualità degli attivi e performance operativa raggiunti negli ultimi anni». I risultati dei test «hanno confermato la resilienza degli istituti italiani, che - pur con alcune differenze - hanno ottenuto risultati in generale molto soddisfacenti, con nessuna banca che ha mostrato uno ‘shortfall’ di capitale nello scenario avverso sull’orizzonte temporale analizzato». Nonostante le «ipotesi severe» con cui è stato costruito lo scenario avverso, le banche italiane hanno riportato un calo medio del Cet1 2025 nello scenario avverso «di soli -399 punti base». In particolare, Intesa Sanpaolo e Unicredit «sono state a nostro avviso le banche che sono uscite meglio dallo stress test, ma risultati positivi sono stati nel complesso registrati anche dalle altre banche». Il risultato, per il broker, è «notevole sia in termini assoluti che in relazione ai peer europei», visto che «il consumo medio di capitale nello scenario avverso delle banche italiane è stato inferiore alla media europea» e «molto migliore di paesi come Germania e Francia».

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«Le banche italiane sono tra le più resilienti d’Europa» dicono da Intermonte, visto che i nostri istituti (quelli oggetto di analisi) «hanno dimostrato di essere in buona salute». Sintetizzando, concludono gli analisti, «riteniamo che l’esito degli stress test confermi i miglioramenti intrapresi dalle banche italiane sia in termini di derisking, che di capitale e redditività» e «non ci aspettiamo che la vigilanza riveda in maniera peggiorativa gli Srep delle banche oggetto di analisi e, quindi, le attuali politiche di remunerazione degli azionisti possono essere confermate/migliorate».

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