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Banche centrali, solo 24 governatrici

Nonostante le ultime nomine in Australia e Turchia, il totale è di sole 3 posizioni in più rispetto al 2014.

di Monica D'Ascenzo

2' di lettura

La buona notizia è che il numero di donne alla guida di Banche Centrali a livello globale ha raggiunto un record storico: 24 su 186 posizioni. La cattiva notizia è che si tratta di sole 3 posizioni in più rispetto al 2014. Indice del fatto che il cambiamento è davvero lento.

Ultima nomina, in ordine di tempo, è quella di Michelle Bullock, che ha preso servizio come governatrice in Australia solo lunedì scorso. Nell’ultimo anno su 34 banche centrali che hanno rinnovato il proprio governatore, solo sei hanno visto una nomina femminile (il 17,6%). Nell’anno precedente, secondo il Gender Balance Index 2023 dell’Official Monetary and Financial Institutions Forum (OMFIF), erano state sei su 26, con un’incidenza del 23 per cento.

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Banche Centrali, chi sono le 24 governatrici

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La carriera tutta interna alle Banche

Un tratto comune tra tutte le neo nominate è l’aver avuto una carriera interna alle banche centrali, di cui ora sono alla guida. «Ciò suggerisce, commenta il report, che la pipeline delle future governatrici probabilmente è all’interno delle stesse istituzioni. Sfortunatamente, analizzando la composizione in base al genere della dirigenza delle banche centrali e dei consigli di amministrazione, è improbabile che la quota di governatori donne migliorerà significativamente nei prossimi anni».

Poche donne nella pipeline

Tra i 3.059 membri dello staff senior delle 186 banche centrali (comprese le Fed regionali e le banche centrali europea), solo il 30% sono donne, mentre solo il 27% di tutti i vice governatori sono donne. Banca d’Italia è fra queste con la vicedirettrice generale dal 10 maggio 2019 Alessandra Perrazzelli, che per altro ha avuto una carriera sviluppatasi tutta al di fuori dell’istituzione.

A livello geografico l’America del Nord guida il cambiamento, con un punteggio generale nell’indice GBI salito da 55 a 60 quest’anno, soprattutto grazie alle promozioni di donne nello staff della banca centrale canadese. Invece l’Europa è seconda anche all’America del Sud, con il punteggio di solo 35. Ad abbassare la media è soprattutto la Bank of England, con un punteggio di 18. Tanto che l’istituzione stessa ha riconosciuto la poca diversità ai propri vertici e si è posta l’obbiettivo di raggiungere una percentuale del 44% di donne nella propria dirigenza entro il 2028.

Governatrici in economie “minori”

Un dettaglio da non sottovalutare è lo spaccato in base alle dimensioni del Pil del Paese. Fra le nazioni del G20 solo due hanno una governatrice (se si esclude la Bce): Messico e Russia. Se si guarda agli stati con economie più piccole, la percentuale di donne aumenta. Cinque i Paesi con un Pil inferiore a 10 miliardi di dollari (0,04% del PIL degli Stati Uniti) con una donna alla guida della banca centrale. A cui si aggiungono tre stati insulari con un prodotto interno lordo sotto i 5 miliardi di dollari: Banca Centrale delle Seychelles, Bank of Capo Verde e Banca Centrale di Samoa.

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