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Banche a credito di rialzi a Piazza Affari

Analisti positivi sul settore grazie alle prospettive sulla crescita, sui tassi e sui dividendi. Venti contrari dall’incertezza

di Marzia Redaelli

2' di lettura

Il 2021 è l’anno del rimbalzo delle banche italiane in Borsa, dopo lunghi periodi di sofferenza: l’indice Ftse Italia del settore da gennaio sale del 23%, a fronte del 15% del generale Ftse Italia All Share.

Gli investitori, infatti, sono tornati per cogliere una fase particolarmente favorevole agli istituti di Piazza Affari, che in passato hanno patito il rischio paese e una dimensione più domestica rispetto ai concorrenti internazionali.

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Pressione sui tassi, meno costi e bilanci più soldi

Innanzitutto c’è l’aumento dei tassi di interesse, in sintonia con la ripresa economica, che allarga i margini di profitto dell’attività di credito, quella tradizionale che genera profitto dalla differenza tra il costo del denaro raccolto e di quello prestato ai clienti.

Poi, è positiva la maggiore efficienza raggiunta in questi anni di crisi con il controllo dei costi (si pensi alla drastica riduzione di sportelli e di personale).

Inoltre, molte banche hanno già ripulito i bilanci e non devono più accantonare ingenti riserve per ammortizzare i crediti inesigibili, come richiesto dalle autorità di vigilanza per mettere in sicurezza il patrimonio.

RINCORSA E SORPASSO
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Consolidamento in vista e ritorno ai dividendi

Infine, il contesto appare benigno. Secondo Piergiacomo Braganti, director research di Wisdom Tree, tra le ragioni che rendono il settore bancario italiano particolarmente interessante c’è la prospettiva che il Governo possa ridefinire e ampliare i vantaggi fiscali in caso di aggregazioni e fusioni, volti a facilitare la cessione della quota di maggioranza assoluta dello Stato nel Monte Paschi.”In un’immaginaria fusione che coinvolge UniCredit, Banco Popolare e Mps - afferma Braganti - la storica banca senese, pur essendo il partner più piccolo, sarebbe il soggetto a portare in dote il massimo vantaggio in termini di Deferred Tax Assets (imposte anticipate iscritte in bilancio come crediti di imposta, ndr), calcolabile in un abbattimento ante-imposte di circa tre miliardi di euro”.

In aggiunta, l’investitore dovrebbe essere premiato con una cedola interessante per molte banche (si veda la tabella qui sopra).

Incertezze e cambiamenti

La strada non è tutta in discesa e le oscillazioni violente dei listini in settimana lo testimoniano. L’aumento dei tassi di interesse non è scontato, soprattutto nei tempi, perché le banche centrali non possono ancora abbandonare la politica espansiva e inasprire le condizioni finanziarie, a pena di frenare la ripresa. Però il mercato spinge per un rialzo dei rendimenti per anticipare un possibile ritorno dell’inflazione e pure piccoli incrementi dei tassi o le attese per futuri rialzi possono dare ossigeno alle azioni bancarie.

Infine, ci sono venti sistemici sfidanti, se non contrari. Su tutti la trasformazione tecnologica, che minimizza i costi, ma impone velocemente un passaggio a nuovi modelli di business. Il presidio del territorio non è più considerato la leva principale per generare ricavi e men che meno (al momento) redditività; viceversa, il digitale eleva una concorrenza agguerrita, anche internazionale.

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