Banche deboli con tonfo Commerzbank e ipotesi extra tassazione
Gli analisti sottolineano che la nuova guidance dell'istituto tedesco sul margine di interesse (tra 7 e 7,3 miliardi) è ancora inferiore al consensus di 7,37 miliardi
di Paolo Paronetto
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il tonfo di Commerzbank a Francoforte dopo la pubblicazione dei conti del primo trimestre frena l'intero settore bancario europeo, mentre in Italia tiene banco la moral suasion del ministro dell'Economia per un incremento dei tassi sui depositi. L'istituto tedesco ha annunciato per il periodo gennaio-marzo un utile netto di gruppo pari a 580 milioni, con un aumento del 95% su base annua. I ricavi complessivi sono scesi del 4,5% a 2,67 miliardi, mentre il risultato operativo è aumentato del 60% a 875 milioni. Per l'intero 2023 Commerzbank stima un risultato netto «significativamente superiore a quello del 2022», ma gli analisti sottolineano che la nuova guidance sul margine di interesse (tra 7 e 7,3 miliardi) è ancora inferiore al consensus di 7,37 miliardi.
In Italia, inoltre, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è tornato ad auspicare quanto prima un adeguamento del tasso d’interesse sui depositi bancari, che non sembrano essere interessati da alcun rialzo, al contrario dei tassi sui mutui che sono invece saliti esponenzialmente. L’obiettivo del Governo, sintetizzano gli analisti di Intermonte, «sarebbe quello di redistribuire gli “extraprofitti” delle banche dovuti principalmente ai rialzi dei tassi d’interesse di riferimento». Obiettivo che potrebbe essere raggiunto «o attraverso il rialzo dei tassi sui depositi da parte delle banche oppure da una tassa straordinaria che verrebbe imposta dal Governo». «Vi è quindi una sorta di moral suasion da parte delle autorità che spinge le banche ad alzare i tassi sui depositi in modo che diventino più remunerativi, con il rischio dell’introduzione di una windfall tax simile a quella spagnola, che colpisce i ricavi complessivi delle banche e ne preleva il 4,8% come base per la tassazione - proseguono gli esperti -. Secondo nostri calcoli preliminari, una tassa di questo tipo potrebbe avere un impatto negativo sugli utili 2023 delle banche pari a circa il 5% medio».
Sul FTSE MIB di Piazza Affari le vendite colpiscono così Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Mps (anche in scia ai realizzi dopo i rialzi della vigilia), Banca Generali, Bper, Banco Bpme Finecobank.
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