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Banche italiane, chi è più (o meno) green secondo le regole europee

In base ai dati del Green asset ratio (Gar), al primo posto c’è Banca Mediolanum e all’ultimo Popolare di Sondrio. Emerge da un report di Rsm

di Vitaliano D'Angerio

(REUTERS)

3' di lettura

Quante attività sostenibili finanzia la vostra banca? Lo si scopre attraverso il Green asset ratio (Gar): è l’indicatore che misura, in termini percentuali, la quota di esposizioni sostenibili di un istituto di credito rispetto al totale delle sue attività. È di fatto un rapporto con, al numeratore, gli asset green considerati ammissibili per la tassonomia (classificazione) europea. Al denominatore invece vi sono le attività della banca nel suo complesso. Per la prima volta, grazie a uno report della società di revisione Rsm, si può stilare una graduatoria del Gar delle banche italiane. Rsm in particolare ha preso in considerazione i dati dei 12 istituti italiani che rappresentano il 73% del sistema creditizio in termini di asset.

La classifica delle banche italiane

La media del Gar italiano è del 28,1%: al primo posto spicca Mediolanum con il 58,8% seguita da UniCredit con il 36%. Ultimo posto è per la Popolare di Sondrio +con un green asset ratio del 18,4%. Da ricordare che appena due anni fa, l’authority di vigilanza europea Eba, aveva effettuato un primo studio su 29 istituti dell’Unione, rilevando una media Gar del 7,9%. Passi in avanti quindi ne sono stati fatti.

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INDICATORE VERDE. LA MEDIA ITALIANA È PARI AL 28%
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«Bisogna subito sottolineare che l’elaborazione del Gar è ancora in fase di rodaggio – evidenzia Raffaele Mazzeo, partner di Rsm e autore del report –. Il vero e proprio Gar, che prende in considerazione le esposizioni in attività allineate alla tassonomia, dovrà essere pubblicato a partire dal primo gennaio 2024. Nei primi due anni, cioè nel 2022 e 2023, l’informativa obbligatoria ha consentito di determinare un Gar semplificato».

Il dato di Mediolanum

Nella graduatoria stilata da Rsm, quello che salta subito all’occhio è il dato di Mediolanum: l’istituto fondato da Ennio Doris stacca tutti gli altri. Qual è la spiegazione?

«Mediolanum svolge una attività diversa dalla raccolta e impieghi della gran parte delle banche tradizionali esaminate – rileva Mazzeo –. L’attività prevalente riguarda il patrimonio amministrato e gestito della clientela e il ramo assicurativo. Il motivo di un Green asset ratio più elevato rispetto al resto del sistema è dato dal fatto che il denominatore del Gar di Mediolanum è pari al 50,7% del totale attività, valore che è notevolmente più basso rispetto al denominatore medio delle banche tradizionali pari al 72,1%. La struttura dell’attivo di Mediolanum è infatti diversa dalla struttura delle banche italiane». E aggiunge: «L’attivo di Banca Mediolanum è composto in maggioranza da titoli e attività finanziarie cosiddette al fair value. Sono basse le esposizioni verso le imprese. Nel numeratore del Gar assume pertanto un peso significativo l’attività verso le famiglie, in particolare le esposizioni sui mutui per la ristrutturazione e sugli immobili residenziali».

Imprese e numeri

Gli indicatori delle banche dipendono ovviamente dai dati forniti dalle imprese finanziate. Sono ben poche le aziende, se non quelle obbligate alla dichiarazione non finanziaria, a fornire informazioni puntuali.

«La nuova informativa non finanziaria, attualmente obbligatoria solo per le banche di maggiore dimensione, ci fornisce tuttavia l’anteprima di un fenomeno nuovo che si diffonderà a breve anche presso le banche minori e che coinvolgerà migliaia di imprese italiane – ricorda Mazzeo –. A partire dal 2025 in poi, con l’introduzione della direttiva Csrd, la Corporate Sustainability Reporting Directive, si amplierà la platea dei soggetti obbligati alla predisposizione del report di sostenibilità».

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