Banche, Ubi: utile a 665 milioni nel 2022 ma oltre 2mila esuberi
Proventi operativi in aumento dello 0,3% medio annuo e costi in calo dell’1,9%. Incidenza dei crediti deteriorati lordi al 5,2%
di Federica Pezzatti
3' di lettura
Utile netto a 665 milioni nel 2022 grazie a proventi operativi in aumento dello 0,3% medio annuo e costi in calo dell’1,9% medio annuo. Incidenza dei crediti deteriorati lordi al 5,2%, per un costo del crediti a 46 punti base. Un payout medio del 40% con Cet1 al 12,5%. Questi i target principali del nuovo piano industriale al 2022 di Ubi Banca che è ben intonata in Borsa nel giorno in cui il gruppo ha annunciato gli obiettivi.
L'istituto di credito sottolinea che il Cet1 include i nuovi impatti regolamentari (senza i quali sarebbe al 13,5%), nonché l'impatto positivo da 32 punti base nel 2020 della valutazione del portafoglio immobiliare del gruppo e «ulteriori impatti positivi nel corso del triennio». Nel 2022, inoltre, sarà possibile un ulteriore incremento del dividendo in caso di Cet1 superiore al 12,5%.
«Grazie all'incremento della redditività complessiva, il piano prevede un dividendo costantemente in crescita, coerente con il mantenimento di un Cet1 a livelli di assoluta solidità – ha commentato Victor Massiah, a.d. di Ubi –. Il triennio di piano rappresenta in modo simbolico il lasciarsi alle spalle un decennio di crisi che la banca peraltro ha affrontato con
resilienza».
Oltre 2mila esuberi
Il piano al 2022 di Ubi Banca prevede «la riduzione di personale per circa 2.030 risorse, incluse le 300 oggetto dell’accordo sindacale del dicembre 2019». Le nuove uscite sono quindi 1.730. L'istituto prevede tuttavia di «garantire un parziale ricambio generazionale».
Ubi Banca si attende di raggiungere a fine piano un ritorno sul capitale tangibile (Rote) dell'8,3% con un Cet1 del 12,5%. L'obiettivo di 665 milioni di euro viene supportato dalla resilienza dei proventi operativi (Cagr +0,3%), in uno “scenario conservativo” di tassi negativi e di crescita bassa, grazie anche al controllo degli oneri operativi (Cagr -1,9%) e a un costo del credito in calo a 46 punti base, ottenuto riducendo l’Npl ratio lordo al 5,2%.
In uno scenario di tassi di mercato a 0% (quindi non positivi), Ubi stima di raggiungere un utile netto aggiuntivo di oltre 100 milioni al 2022, con un Rote del 9,5% rispetto all'8,3%. Secondo la banca, l'obiettivo di 665 milioni si fonda infatti su “uno scenario conservativo di tassi negativi e di
crescita bassa”.
Il piano di Massiah
Il piano prevede un pay out medio del 40% nel triennio, coerente con il mantenimento di un Cet1 ratio al 12,5% a fine anno. Nel 2022, è possibile un ulteriore incremento del dividendo in caso di CET1 ratio superiore al 12,5%. Dopo l'annunciata operazione da 800 milioni attesa entro il 2020 «non sono necessarie cessioni massive» di Npl «in arco piano».
«Il piano che abbiamo elaborato si basa sulla trasformazione della banca nell'ottica di un gruppo che sa cavalcare le nuove tecnologie digitali grazie a una significativa componente di investimenti senza però rinunciare
al fattore umano, ma anzi valorizzandolo con un forte impegno nella formazione–, ha aggiunto Massiah –. Miglioreranno, e in alcuni casi verranno trasformati, i modelli servizio alla clientela in ambiente di
omnicanalità, consentendo al cliente un utilizzo totalmente
flessibile di tutti i canali fisici e remoti disponibili».
L’a.d. ha assicurato che il gruppo continuerà a mantenere il controllo sui costi, nonostante gli importanti investimenti previsti, a monitorare il rischio, con l'ulteriore riduzione dei crediti deteriorati grazie alla forza
della nostra piattaforma interna di recupero, e a rafforzare i
controlli.
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