Banche venete, UniCredit e Intesa accelerano sul piano di salvataggio. Martedì Cda cruciali
di Luca Davi e Marco Ferrando
3' di lettura
Lo schema d’intervento, ancora, manca. E non è ancora questione di ore nè di giorni. Ma il salvataggio di
Martedì Cda cruciali
A fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori saranno i due cda delle banche del Nord-Est, convocati per martedì. E proprio nella stessa giornata è previsto un board di Intesa, in cui non è escluso che faccia capolino il dossier com’è accaduto ieri al cda di UniCredit, dove il ceo Jean Pierre Mustier ha aggiornato i consiglieri sulle trattativa. Al momento, va detto, dalle banche non arriva alcuna conferma ufficiale della volontà di iniettare 1,25 miliardi di mezzi privati, come richiesto dalla Dg Competition di Bruxelles, nell’ambito della ricapitalizzazione precauzionale imposta da Bce. Un importo che, vista la fluidità della situazione, potrebbe scendere (se l’istanza del Governo verrà accolta) ma anche salire, visto il continuo degenerare della situazione nelle due ex popolari.
Il male minore
Ma è chiaro che in alcuni ambienti vicini alle banche sane del sistema stia maturando la consapevolezza di dover scegliere il male minore. Anche perché, qualora venisse meno la strada della ricapitalizzazione precauzionale - prediletta dal Tesoro -, le altre opzioni rischiano di rivelarsi più costose. Da scartare ad esempio sembra essere l’opzione di una risoluzione con bail in delle due banche, che peserebbe sul sistema come una tassa da 11 miliardi, che rappresentano l’ammontare della “massa protetta” dei depositi dei due istituti assicurata dal Fondo interbancario di tutela (che è a carico di tutte le banche). Altra ipotesi, però non facilmente percorribile, è quella della soluzione in “salsa spagnola”, ovvero quella appena per la risoluzione del
Torna in pista Atlante?
Resta da capire quale possa essere il migliore strumento per procedere a un tipo di intervento simile. L’ipotesi più gettonata al momento è quella di coinvolgere nuovamente
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