I punti chiave
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È andata deserta la prima gara della Strategia per la banda ultralarga finanziata con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Si tratta del bando per portare le connessioni internet veloci anche nelle isole minori: 60,5 milioni di euro. È una fetta esigua della dote messa a disposizione dal Pnrr - 6,7 miliardi tra reti fisse e 5G - ma non è un proprio un bel segnale per il prosieguo del programma, perché i vincoli che hanno spaventato i possibili candidati - soprattutto pesanti obblighi di garanzie di fideiussione e in parte il capitolo delle penali - potrebbero ripresentarsi per i prossimi e più ricchi bandi di gara in arrivo in tempi stretti.
Il ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale intende ad esempio procedere comunque entro gennaio con il bando per il progetto “Italia a 1 Giga” (valore 3,8 miliardi) nonostante da una parte della maggioranza, ad esempio esponenti del Pd, sia giunto il suggerimento di aspettare per capire come si chiuderà la partita Tim-Kkr e dunque il destino della rete.
La gara senza offerte
Il bando predisposto da Infratel, la società in-house del ministero dello Sviluppo economico, prevedeva di individuare operatori, prevalentemente costruttori di rete, installatori, system integrator, cui affidare la progettazione, fornitura e posa in opera di cavi sottomarini a fibre ottiche per la connessione in banda ultralarga di una ventina di isole minori di Sicilia, Sardegna, Puglia, Toscana.
Il termine per la presentazione delle offerte è scaduto il 22 dicembre senza alcuna candidatura. Secondo le informazioni raccolte dal Sole 24 Ore, hanno inciso soprattutto il tema delle garanzie fideiussorie bancarie e delle polizze assicurative, considerate troppo impegnative. Al tempo stesso, per la necessità di rispettare le scadenze intermedie imposte dalla Commissione europea sulla realizzazione dei progetti Pnrr, sono state previste penali in caso di ritardi ritenute da alcuni severe, pari fino al 20% dell’ammontare netto contrattuale.
Verso la trattativa privata
Il cronoprogramma prevede che già nel primo semestre 2022 si arrivi alla progettazione esecutiva e per sbloccare l’impasse potrebbero ora esserci colloqui tra il ministero dell’Innovazione guidato da Vittorio Colao e alcuni dei potenziali candidati, considerato che il codice degli appalti consente di procedere in questi casi direttamente a procedura negoziata in alternativa alla riproposizione di un bando riveduto e corretto.
Di certo, dopo questo primo preoccupante segnale, il tema delle fideiussione e delle penali risulta essere all’attenzione del governo in senso più ampio: non ci si può permettere un analogo passo falso con le gare per la banda ultralarga fissa (3,8 miliardi) e per il 5G (2 miliardi). Verrebbe messo a rischio il cronoprogramma di uno dei principali progetti del Pnrr.
La gara per “Italia a 1 Giga”
Come detto l’obiettivo del governo resta bandire entro gennaio la gara principale, che ha l’obiettivo di garantire connessioni con fibra ottica o fixed wireless access ad almeno 1Gbit/s in download e 200 Mbit/s in upload. Si sono registrate sul tema linee diverse tra ministero dell’Innovazione e ministero dello Sviluppo, ma alla fine si dovrebbe andare comunque a una parcellizzazione in 12 lotti (6 al Centro-Nord e 6 al Sud) e a un limite massimo dei lotti assegnabili fissato al 50%. Il perimetro dell’intervento pubblico tuttavia, a fronte di risorse invariate, si è improvvisamente ampliato.
La prima ipotesi era coprire 6,18 milioni di indirizzi civici tra aree grigie e nere del Paese, cioè “concorrenziali” e “semi-concorrenziali”. Ma, dopo una nuova mappatura affidata a Infratel, il ministero dell’Innovazione intende ora rendere finanziabile anche la copertura di 1,6 milioni di indirizzi civici delle “aree bianche”, quelle dove nonostante la concessione a Open Fiber al 2026 non si raggiungeranno performance di velocità adeguate.
Le gare per scuole e sanità
Nella riunione dello scorso 15 dicembre, inoltre, il Comitato interministeriale per la transizione digitale ha assunto l’impegno di bandire sempre entro gennaio anche le gare “Scuola connessa” (261 milioni) e “Sanità connessa” (501,5 milioni), per le quali sono state individuati, rispettivamente, circa 10.000 istituti scolastici 12.300 strutture pubbliche sanitarie a cui saranno dedicate le misure. Il Comitato ha invece fissato marzo 2022 come limite per il bando sulle reti 5G.
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