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Bankitalia: nel 2021 pil +6,2% (4% nel 2022), balzo dell'inflazione il prossimo anno, +2,8%

Proiezioni macroeconomiche per l'Italia nel quadriennio 2021-24 elaborate dagli esperti della Banca d'Italia nell'ambito dell'esercizio coordinato dell'Eurosistema

di Carlo Marroni

(foto Ansa)

2' di lettura

Crescita del Pil italiano confermata al 6,2% quest’anno, e ridimensionata al 4% (dal 4,4% indicato lo scorso luglio) per il 2022, Effetto della recrudescenza della pandemia e delle tensioni nelle catene di fornitura globali che stanno pesando nel trimestre in corso e impatteranno anche sui primi mesi del prossimo anno. È quanto prevedono le proiezioni di dicembre della Banca d’Italia, che tuttavia migliorano lo scenario del 2023, crescita al 2,5% dal precedente 2,3%, e 1,7% nel 2024.

Prezzi sotto pressione, il nodo-energia

Notizie poco rassicuranti sul fronte dei prezzi: si stima un balzo dell’inflazione nel 2022, con le nuove stime di Bankitalia che indicano un 2,8% contro l’1,3% indicato solo sei mesi fa. Per l’anno in corso le nuove previsioni passano dall’1,5% all’1,9%, per il 2023 e 2024 è previsto un rallentamento a 1,5 e 1,7% rispettivamente. «L'inflazione potrebbe risultare più elevata di quanto previsto se le quotazioni energetiche dovessero mantenersi su livelli elevati più a lungo di quanto ipotizzato e se fosse maggiore la trasmissione alla dinamica salariale del recente forte incremento dei prezzi al consumo».

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Rischi da pandemia, attuazione Pnrr e inflazione

«Un sostegno considerevole all'attività economica proviene dalla politica di bilancio e dagli interventi delineati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si valuta che le misure di sostegno introdotte nel corso di quest'anno, quelle inserite nel disegno di legge di bilancio e gli interventi del Pnrr possano innalzare il livello del Pil complessivamente di circa 5 punti percentuali nell'arco del quadriennio 2021-24, di cui oltre due punti riconducibili alle misure delineate nel Pnrr» scrive la banca centrale nelle proiezioni. Lo scenario «è fortemente dipendente dall'evoluzione della pandemia e gli effetti delle misure di sostegno, tra cui quelle incluse nel Pnrr. Ulteriori fattori di rischio sono connessi con l'intensità e la durata delle tensioni dal lato dell'offerta e con la possibilità di un andamento meno favorevole della crescita e del commercio mondiale».

Migliora tasso disoccupazione, al 9% in 2022

«Sul mercato del lavoro si valuta che il numero di ore lavorate sia aumentato quest'anno di quasi il 7% e continui a espandersi nel prossimo triennio a ritmi di poco inferiori a quelli del Pil, riportandosi sui livelli precedenti la crisi pandemica alla fine del 2022. La crescita del numero di occupati, ancora contenuta quest'anno, si rafforzerebbe gradualmente nel prossimo triennio». Le nuove proiezioni macroeconomiche rivedono al ribasso il tasso di disoccupazione: al 9,5% nel 2021, al 9% nel 2022, all’8,9% nel 2023 e all’8,7% nel 2024.


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