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Bankitalia: economia del Lazio in frenata, per il 2024 aspettative stabili

A pesare, l’indebolimento della domanda interna, a causa dell’inasprimento delle condizioni di accesso al credito e della perdita del potere d’acquisto delle famiglie causa inflazione

di Andrea Marini

Nel Lazio il comparto della chimica, gomma e plastica ha mostrato un andamento più dinamico

3' di lettura

Nel Lazio nel primo semestre del 2023 il Pil è cresciuto dell’1,2%, meno dello stesso periodo del 2022, ma in linea con il dato nazionale. A pesare, l’indebolimento della domanda interna, a causa dell’inasprimento delle condizioni di accesso al credito e della perdita del potere d’acquisto delle famiglie causa inflazione. Giù anche le esportazioni (che hanno comunque una incidenza ridotta sul Pil regionale), gravate dalla dinamica poco vivace del commercio internazionale. Per il 2024, al netto della situazione internazionale sempre molto incerta, la situazione economica del Lazio è attesa stabile. A fare il punto è il report di fine anno elaborato dalla Sede di Roma Banca d’Italia, illustrato dal direttore Antonio Cinque, insieme a Massimiliano Bolis e Elena Romito della divisione Analisi e ricerca economica territoriale della Sede di Roma di Bankitalia.

Antonio Cinque Direttore della Sede di Roma Banca d’Italia

I settori e le imprese

In un contesto di complessivo rallentamento, l’andamento dell’attività economica è risultato migliore nel settore dei servizi, trainato dai comparti che hanno beneficiato dell’incremento dei flussi turistici; alla crescita si è accompagnato un moderato aumento della spesa per investimenti. Anche nelle costruzioni l’espansione è proseguita, grazie allo stimolo proveniente dal rafforzamento degli investimenti pubblici. L’attività nel settore dell’industria, sebbene si siano attenuate le difficoltà legate all’approvvigionamento di beni intermedi, ha risentito di più della decelerazione dei consumi e della debolezza del commercio estero; gli investimenti hanno ristagnato. Il comparto della chimica, gomma e plastica ha mostrato un andamento più dinamico.

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Aspettative stabili

Le aspettative per i prossimi mesi delle aziende dell’industria in senso stretto e dei servizi intervistate dalla Banca d’Italia sono sostanzialmente stabili: la spesa in beni capitali in entrambi i settori è considerata in lieve aumento. La situazione economica rimane nel complesso favorevole, con una quota elevata di imprese che prevede di chiudere in utile l’anno in corso; la liquidità a disposizione si è confermata abbondante.

Il mercato del lavoro e le famiglie

Nel primo semestre del 2023 l’occupazione è cresciuta più che in Italia, superando i livelli precedenti la pandemia, e la disoccupazione è diminuita. Sono aumentati sia i lavoratori dipendenti sia gli indipendenti. La crescita è riconducibile principalmente ai servizi, che continuano a beneficiare dell’incremento dei flussi turistici. Il ricorso alle ore di Cassa integrazione guadagni si è ridotto, più che in Italia, riportandosi ai valori che caratterizzavano gli anni antecedenti l’emergenza sanitaria. La popolazione in età da lavoro è diminuita, ma la partecipazione al mercato del lavoro è aumentata; è di conseguenza cresciuto il tasso di attività.

I consumi

Nel 2023 i consumi delle famiglie dovrebbero aumentare, seppure in misura inferiore rispetto allo scorso anno. A pesare il tasso d’inflazione ancora elevato, anche se in calo rispetto ai massimi del 2022 grazie alla riduzione dei prezzi dell’energia e del gas.

Il credito

In un contesto di normalizzazione della politica monetaria, nel primo semestre del 2023 i prestiti al settore privato non finanziario sono diminuiti, risentendo di una riduzione della domanda di credito. Il calo è stato trainato dai finanziamenti alle imprese, per i quali si è osservato anche un irrigidimento dei criteri di offerta. Per il comparto produttivo il calo della domanda ha interessato sia la componente connessa con gli investimenti sia quella volta a coprire il capitale circolante.

I finanziamenti alle famiglie

I finanziamenti alle famiglie hanno sensibilmente rallentato, soprattutto nella componente legata ai mutui per acquisto di abitazioni. Sia per le famiglie sia per le imprese è proseguito l’aumento del costo del credito.Nel primo semestre del 2023 la qualità del credito erogato alla clientela non ha mostrato effettivi segnali di peggioramento. Il tasso di deterioramento è rimasto su livelli inferiori a quelli del periodo precedente la pandemia.I depositi bancari sono sensibilmente diminuiti, a fronte di un aumento del valore dei titoli a custodia. Famiglie e imprese hanno ricomposto i loro portafogli a favore di titoli di Stato e obbligazioni. Su tale dinamica ha inciso l’accresciuto rendimento associato a queste forme di investimento, in connessione con il rialzo dei tassi di interesse.


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