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Bankitalia: ora la Lombardia frena

di Luca Orlando

(© Javier Larrea)

2' di lettura

L’attesa è per una contenuta riduzione delle vendite. Dopo un 2022 di forte crescita, oltre la media nazionale, l’analisi di Banca d’Italia sull’economia lombarda evidenzia i primi effetti del cambio di scenario davanti a imprese e famiglie, tra impennata dei tassi, inflazione e rallentamento del commercio internazionale.

Frenata che arriva dopo un anno ancora positivo, seppure dipanatosi all’interno di un trend discendente, in cui il Pil regionale è cresciuto del 3,8%, un decimale oltre quello nazionale.

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Crescita sostenuta di investimenti robusti (+5,4%, dato che quasi raddoppia per le grandi imprese), così come da un export tonico (+19,1%, a prezzi costanti +5,3, comunque oltre la media del commercio mondiale e in linea con la nostra domanda potenziale) e da consumi delle famiglie in aumento del 6,1%.

Esito, quest’ultimo, di un mercato del lavoro che resta vitale, con un’occupazione in crescita del 2,1%, un saldo di occupati positivo per 84mila unità grazie ai contratti a tempo indeterminato, un tasso di disoccupazione che lo scorso dicembre era ridotto al 4,2%.

Passato recente positivo che ora però è incrinato dai numerosi rischi presenti, a partire dall’inflazione, che alla fine dello scorso anno in Lombardia aveva toccato l’11%. A questo si aggiungono le difficoltà di approvvigionamento delle aziende, risolte in gran parte per l’elettronica, presenti ancora in oltre la metà del campione per altri input.

La corsa dei prezzi per le aziende (input in risalita del 20%) si è tradotta in una compressione limitata dei margini unitari, scesi di un punto all’8,5% dei ricavi

L’impennata dei tassi di interesse è un altro nodo per tutti, con il 75% dei prestiti delle imprese ad essere esposti ad un loro ulteriore aumento, mentre per ogni punto di aumento, questa la stima di Bankitalia, la rata media di un mutuo per le famiglie si alza di 40 euro al mese.

Finora, ad ogni modo, le difficoltà non si sono ancora tradotte in un deterioramento visibile del credito (default e incagli sotto controllo), così come sano resta il tessuto produttivo, con otto aziende su dieci in grado di chiudere il 2022 in utile o almeno in pareggio.


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