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«Banca d’Italia, la banca di investimenti con sede a Roma, è entrata nel capitale di Qiagen, società quotata al Nasdaq specializzata nella ricerca genetica: nel portafoglio della investment bank italiana ci sono ora sette stocks con un valore totale di 2 miliardi di euro». Non è un refuso di stampa e neanche una battuta: per Gurufocus, uno dei più importanti siti americani di analisi e informazione finanziaria, a Via Nazionale non c’è solo la banca centrale italiana, ma una vera e propria banca d’investimenti dell’Eurosistema che ha se stessa come unico cliente. La proiezione degli investimenti è globale: oltre ai due miliardi di dollari investiti in 7 società quotate a Wall Street e quindi dichiarati alla Sec americana (tra queste ci sono la Ferrari, la Fiat e Cnh Global), la Banca d’Italia ha in portafoglio altri 4 miliardi di dollari in azioni acquistate nelle Borse europee e in Giappone. Il problema è che non avendo obblighi di disclosure sugli acquisti effettuati nell’Eurozona, Bankitalia ha scelto di non rivelare i nomi delle aziende in cui ha investito.
L’operazione in Qiagen è emersa non a caso da un filing appena depositato alla Securities Exchange Commission americana: l’istituto ha dichiarato di aver acquistato al Nasdaq circa 135mila azioni dell’azienda olandese a un prezzo compreso tra i 33,7 e 40,68 dollari ciascuna, pari a un controvalore di 5,5 milioni di dollari. Non si tratta certamente di una quota da take-over, ma l’operazione è comunque significativa perché è la prima su un ’azienda ad alta specializzazione in campo farmacologico-genetico: tra i soci di Qiagen, tra l’altro, figurano gestori di hedge fund come Ken Fisher e George Soros, colossi dell’asset management come Citadel, AQR Capital e Oppenheimer e gruppi finanziari come Aviva, BNP e Credit Suisse.
Ma l’investimento in Qiagen non è l’unica novità del documento SEC: a sorpresa, Bankitalia ha deciso di ridurre l’esposizione sui titoli Ferrari (103,8 milioni di euro il valore residuo) e Fiat-Chrysler (il valore residuo è di 103,2 milioni di dollari), mentre è salita in CNH Global. Stabili, invece, le quote in iShares (1,1 miliardi di dollari), nel Vanguard S&P 500 e nel gruppo tedesco Linde (gas tecnici). Alla fine del primo trimestre 2019, il portafoglio dichiarato alla SEC ha raggiunto il valore più elevato finora registrato.
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