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Numeri molto incoraggianti con la Lombardia, regione che si avvicina al traguardo della piena occupazione. È il dato chiave che emerge dal rapporto «L’economia della Lombardia» realizzato dagli economisti di Banca d’Italia. Lo scorso anno il numero degli occupati ha registrato un +2,1% e nell’ultimo trimestre c’è stato il ritorno ai livelli del 2019. «Il tasso di disoccupazione è calato a una media del 4,9% e nell’ultimo trimestre del 2022 era al 4,2% - sottolinea Paola Rossi economista dell’Istituto e coordinatrice del Rapporto -. È il valore più basso da quando sono disponibili le serie storiche e in alcune province e comparti non siamo lontani dalla piena occupazione». Il tasso di partecipazione è al 71,7% ma non ha recuperato del tutto il calo dovuto alla pandemia, era al 72,5% nel 2019, e il ricorso agli strumenti di integrazione salariale è fortemente diminuito.
Risultati a cui ha contribuito in maniera determinante la crescita del Pil regionale al 3,8%, un decimo di punto superiore alla media nazionale. Il trend dell’economia nel corso del 2022 ha manifestato un rallentamento e nel primo trimestre 2023 la crescita ha avuto una dinamica contenuta. Pesano le difficoltà nell’approvvigionamento di materiali e semilavorati che frenano l’attività. In altre parole la crescita persiste ma rallenta. Ma tra i punti di forza del tessuto imprenditoriale del territorio ci sono «la rapidità e la flessibilità nel rispondere ai cambiamenti oltre alla capacità di attrarre talenti e capitali» sottolinea Paola Rossi. I motori dello sviluppo sono i comparti delle costruzioni, dell’industria e dei servizi. Il nuovo anno ha portato all’indebolimento dell’attività economica mentre l’inflazione è più che raddoppiata nell’arco del 2022 passando dal 4,1% di gennaio all’11% di fine anno. Nell’industria è continuata l’espansione della produzione (6,3% sul 2021) e del fatturato a prezzi costanti con un +2,5%. L’export continuato a sostenere l’attività, con una crescita del 5,3% a prezzi costanti. Per quest’anno si evidenziano le attese di una contenuta diminuzione delle vendite delle imprese. Gli investimenti sono cresciuti a tassi elevati anche nel 2022 con un +5,4% a valori costanti, mentre per il 2023 la maggioranza delle imprese ne prevede una riduzione. Nell’ultimo biennio la crescita del fatturato è stata più sostenuta per le imprese che negli anni precedenti avevano realizzato maggiori investimenti e per quelle che avevano investito in tecnologie digitali avanzate. Profitti per quasi l’80% delle realtà industriali e dei servizi ma i margini per unità di prodotto sono diminuiti. Per quanto riguarda la transizione energetica circa il 45% delle industrie e il 25% delle aziende di servizi hanno iniziato a realizzare o a programmare investimenti per migliorare l'efficienza energetica e incrementare l’utilizzo o la produzione di energie rinnovabili.
Le risorse del Pnrr e dal Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc) agli attuatori pubblici ammontavano a circa 13 miliardi, di cui più del 70% per progetti delle amministrazioni locali.
La corsa dei prezzi per le famiglie, per finire, è stata alimentata dalla voce abitazione e utenze domestiche, con le spese per beni energetici come elettricità e gas, e per oltre un sesto ai rincari dei prodotti alimentari. Nei primi mesi del 2023 l’inflazione è diminuita, pur rimanendo elevata nel confronto storico: la variazione dell’indice dei prezzi è scesa al 7,5% a marzo, un riflesso del calo dei prezzi energetici. Cresce del 4,7% l’indebitamento delle famiglie.
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