Bankitalia, Renzi: non ho posto una questione sul nome di Visco
di N.Barone e A.Carli
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L’eventuale riconferma di Visco «non sarà una mia sconfitta. Io non ho posto una questione di nomi», ha sottolineato il segretario del Pd Matteo Renzi, intervenuto in serata in collegamento con la trasmissione Otto e Mezzo su La7. «Il principio che “chi ha sbagliato paghi” sulle banche non può dividere il Pd - ha aggiunto -. Noi siamo un partito di sinistra che sta con i risparmiatori, non con i salotti buoni».
La tensione fra i partiti e a livello istituzionale dopo la presa di posizione del Pd contro la riconferma di Visco alla guida di Bankitalia resta alta. Nessun fondo di verità nelle ricostruzioni «di vario segno» apparse oggi sui quotidiani in merito alla vicenda Bankitalia, hanno spiegato in giornata fonti di Palazzo Chigi. Sul tema della Banca d’Italia le decisioni del presidente del Consiglio «saranno basate sulle prerogative a lui attribuite dalla legge ed ispirate esclusivamente al criterio di salvaguardia dell’autonomia dell’Istituto». Le stesse fonti hanno poi sottolineato come la sottosegretaria Maria Elena Boschi goda della «piena fiducia» di Gentiloni. Hanno ricordato che ancora ieri sera, mercoledì, il presidente del Consiglio e Boschi hanno lavorato a lungo sui temi della legge di bilancio.
Il segretario del Pd: mi chiedo anche io perché questo putiferio
In serata Renzi è tornato sulle critiche piovute sul Pd dopo la mozione sul governatore della Banca d’Italia: «Anch’io me lo sono chiesto, il perchè di questo putiferio - ha osservato l’ex premier nel suo intervento televisivo -. Da sempre la politica discute se Bankitalia funziona o no. Che cosa ho toccato? Io ho due mutui. Questa è l’unico rapporto con le banche. Non so se sono poteri forti o deboli, ma sto con i risparmiatori». «Tra lo stare con il Governatore e i banchieri e lo stare con il ceto medio io sto con i risparmiatori» ha aggiunto. Il segretario del Pd ha quindi ribadito il suo giudizio sul fatto che la Vigilanza della Banca d’Italia non abbia operato al meglio in questi anni. Renzi ha fatto un riferimento implicito al caso di Banca Marche e all’ex direttore generale (Massimo Bianconi, ndr) che il giorno dopo essersi dimesso per andare in pensione è stato riassunto con un contratto di collaborazione senza che nessuno avesse mosso obiezioni.
Un passaggio dell’intervento a Otto e Mezzo è stato sulla nuova legge elettorale: «Non penso a una coalizione con Berlusconi. Se va in porto il Rosatellum sui collegi chi prende il 40% vince tutto e io conto di prenderlo anche alle politiche - ha detto Renzi -. Penso proprio che governeremo con una coalizione di centrosinistra». «Da uno a dieci, su quanto tengo a fare il premier? Rispondo sei. Se sarà il caso lo farò volentieri».
Renzi: «Tutti sapevano tutto»
«Tutti sapevano tutto. Il presidente del Consiglio mi ha telefonato per dirmi che secondo lui la mozione aveva dei punti da cambiare - ha continuato l’ex presidente del Consiglio -. Poi è normale che il leader del primo partito venisse incontro al governo. Nessuno ha messo in discussione i poteri del governo».
Il segretario del Pd: la mozione non è stata un blitz
La mozione del Pd? «Non c’è stato nessun blitz - ha ribadito Renzi -. Io quelle cose le ho scritte sul libro. E credo che il partito di maggioranza abbia il diritto di dire la sua in Parlamento sul problema della vigilanza». La mozione «non è lesa maestà», ha aggiunto. Il segretario del Pd ha spiegato che il parere del Governo sulla mozione è stato dato dal vice ministro all’Economia Pierpaolo Baretta. Tra quelli che lo hanno criticato c’è anche chi, secondo Renzi, è tra i responsabili delle crisi delle banche come Mario Monti (l’ex presidente del Consiglio, ndr) «che non intervenne con efficacia quando in Europa si decise di cambiare le regole introducendo il bail-in».
Renzi: «La commissione di inchiesta ci riserverà sorpresine»
Un passaggio dell’intervento di Renzi ha riguardato la commissione d’inchiesta sulle banche: «La vicenda di Banca Etruria andava avanti da anni, non solo negli ultimi mesi. E mi aspetto che la Commissione sulle banche ci riserverà qualche sorpresina». «Non abbiamo nessuno scheletro nell’armadio - ha continuato -. Siamo i primi a essere interessati al fatto che la Commissione sulle banche lavori e faccia chiarezza». L’ex presidente del Consiglio ha sottolineato che la crisi delle banche non è certo riconducibile solo al caso di Banca Etruria, istituto commissariato, ha ricordato, quando era a capo del Governo.
Prodi: no parallelismo con la mia iniziativa del 2005
«Vedo maldestri tentativi di ricercare precedenti alla improvvida mozione presentata dal PD sul governatore della Banca d’Italia e che si propone un parallelismo con una mia presa di posizione del 2005 - si legge in una nota dell’ex premier Romano Prodi diffusa in serata -. Il mio intervento di allora mirava ad accelerare la approvazione della Legge sul risparmio che conteneva il giusto passaggio della carica di Governatore da carica a vita a carica con una scadenza di mandato e che assegnava alla Consob il compito di vigilare sulla concorrenza anche nel sistema bancario. «È del tutto evidente - conclude il documento - che parliamo di obiettivi e modalità completamente diversi.»
Tremonti: grottesco che Renzi si chiami fuori
Sul caso Bankitalia è intervenuto anche Giulio Tremonti. «Trovo grottesco che Renzi si chiami fuori quando per primo non ha mai fatto convocare il Comitato di Sicurezza Finanziaria, pur emergendo crisi di rilievo, e in secondo luogo ha fatto adottare il bail in pur non capendo cosa fosse e questa è una colpa che riguarda non solo lui ma tutte le classi dirigenti, inclusa la Banca di Italia», ha detto l’ex ministro dell’Economia, intervenuto a Focus Economia su Radio 24. «Trovo aberrante - ha aggiunto Tremonti - quello che ha fatto Renzi, cioè metterla in termini di regolamento dei conti sul passato. A lui non interessa che vada il migliore, gli interessa dissociarsi in campagna elettorale dalla Boschi e da Etruria e da quelle attività non particolarmente positive che hanno fatto da quelle parti». E sulla nomina del nuovo Governatore l’ex ministro ha chiarito: «La nomina la deve fare il Capo dello Stato. La legge dà al Capo dello Stato un grossissimo potere, un’indicazione viene dal Governo, ma la nomina la fa il Capo dello Stato. L’interesse del paese è che il Capo dello Stato nomini una persona capace, fuori dalle polemiche della campagna elettorale. Non dobbiamo dire uno o l’altro nome, è responsabilità del Capo dello Stato, ma non dobbiamo fare l'errore di utilizzare la nomina per fare vendetta», ha concluso Tremonti.
Bersani:colpe a guardie e ladri tranquilli
«È in corso l’eterno gioco tra guardie e ladri - ha scritto il leader di Mdp su twitter -. Si vuole dare tutto addosso alle guardie per lasciare tranquilli i ladri. Faccio notare che negli Stati Uniti PRIMA hanno messo in galera Madoff e POI si sono chiesti se la Sec avesse fatto tutto il necessario».
Berlusconi: Via Nazionale non ha svolto il controllo atteso
«Certamente la Banca d’Italia non ha svolto il controllo che ci si attendeva, non sono del tutto senza senso le volontà di un controllo su quello che si è verificato». Silvio Berlusconi, al suo arrivo al prevertice del Ppe, ha preso nuovamente posizione sul caso Visco. Senza risparmiare accenti critici. «Peraltro in questo si può vedere quella voglia della sinistra di occupare tutte le posizioni di potere una volta lo facevano dopo le elezioni ora lo fanno prima». Arrivato a Bruxelles per lo stesso motivo, il ministro degli Esteri Angelino Alfano al suo arrivo ha optato per la prudenza in attesa di capire quale sbocco avrà la questione. «Noi difendiamo l’indipendenza di Banca d’Italia e allo stesso tempo aspettiamo la proposta del presidente del Consiglio e del ministro dell’Economia e in base a quella giudicheremo», ha detto. Pur precisando che «sembrano esagerate alcune reazioni contro il Pd che è un grande partito e nel Parlamento ha diritto di esprimere le proprie opinioni».
Monti: non sorprende la posizione di Renzi ma quella dei deputati del Pd
La scelta di Matteo Renzi sulla Banca d’Italia non è «sorprendente» dal punto di vista di Monti. «Sorprendente è la posizione dei 312 deputati del Pd che hanno votato la mozione e anche quella del governo che, pur con qualche modifica, l’ha accolta». Il senatore a vita ed ex premier ha giudicato la mozione come «antiestetica e costituzionalmente pericolosa». Per Monti la stabilità della Banca d’Italia «è uno dei fattori, grandi o piccoli, che fanno sì che l’Italia, benchè abbia fatto grandi passi avanti verso una maggiore solidità politica ed economica, venga percepita in Ue come un paese dalla affidabilità non ancora completa. Il fattore Banca d’Italia è grandicello».
Di Maio: Visco lo ha messo il Pd, Renzi finge
Luigi Di Maio, leader del M5S, a margine della presentazione della Formula E a Roma ha confermato la strategia d’attacco (già nota) dei pentastellati. «Sulle banche il Pd è il principale responsabile del disastro, perché Mps era un partito e non una banca. Loro hanno messo e lasciato lì il governatore di Bankitalia e il capo di Consob. Ora Renzi vuole rifarsi una verginità fingendo la battaglia su Visco ma sappiamo bene che lui e la Boschi sono tra i principali responsabili di questo disastro bancario», ha concluso Di Maio.
Casini: polemica M5S per incontro con Visco è da asilo infantile
Intanto Pier Ferdinando Casini ha respinto le critiche del M5S sulla riunione tenuta mercoledì sera a Palazzo San Macuto tra l’ufficio di presidenza e il governatore Ignazio Visco. «Polemizzare perché il Governatore della Banca d’Italia ha portato al presidente della Commissione, in presenza dei vice, un elenco di documenti, richiesti dalla Commissione stessa, molti dei quali finora secretati, è una cosa da asilo infantile», ha detto Casini. L’incontro «definito segreto - ha continuato - è stato annunciato con tanto di comunicato stampa. Di qui a qualche giorno, inoltre, tutti i parlamentari potranno consultare i documenti. Ma credo che questo non importi... L'obiettivo è polemizzare comunque. E allora contenti loro, contenti tutti!».
Fabi: Bankitalia non merita un trattamento del genere
«Renzi cerca di far ballare il twist alla Banca d'Italia, che penso non meriti un trattamento del genere. È iniziata la campagna elettorale», è stato il commento del leader della Fabi Lando Sileoni, durante un forum tenuto dall’Ansa, parlando dell’iniziativa del Pd come di «una presa di posizione tendente a fungere da scaricabarile». Il governatore della Banca d’Italia «può aver avuto dei ritardi nella gestione delle crisi bancarie» ma come molti altri soprattutto «a livello dei territori che o non sono intervenuti o si sono voltati dall'altra parte». Non c’è contrarietà alla riconferma dell’attuale governatore e nel caso ciò non avvenga sarebbe necessario ricorrere comunque, per Sileoni, all’interno dell'istituto per l'eventuale scelta del successore.
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