ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLe considerazioni finali

Bankitalia, Visco: evitare la rincorsa prezzi-salari. Con guerra lunga due punti Pil in meno nel biennio

Il governatore ha ammonito ad evitare «una vana riconcorsa fra prezzi e salari» di fronte all’aumento dell’inflazione. Invece di una generale crescita delle retribuzioni agganciandole ai prezzi di alcuni beni, sarebbero opportuni «interventi di bilancio di natura temporanea e calibrati con attenzione alle finanze pubbliche»

di Andrea Gagliardi e Mariolina Sesto

(ANSA)

4' di lettura

«La guerra ha radicalmente accentuato l’incertezza. L’attività produttiva si è indebolita nel primo trimestre, dovrebbe rafforzarsi moderatamente in quello in corso. In aprile valutavamo che il prolungamento del conflitto in Ucraina avrebbe potuto comportare circa 2 punti percentuali in meno di crescita, quest’anno e il prossimo». Così il governatore di Bankitalika Ignazio Visco nelle Considerazioni finali.

Con stop gas dalla Russia Pil negativo nel biennio

Le stime più recenti delle maggiori organizzazioni internazionali sono simili. Ma, ha spiegato Visco, «non si possono però escludere sviluppi più avversi. Se la guerra dovesse sfociare in interruzione delle forniture di gas russo, il Pil potrebbe ridursi nella media del biennio». Del resto «il conflitto in Ucraina sta determinando un significativo rallentamento dell’economia mondiale. Il quadro congiunturale si è deteriorato anche nell’area dell’euro, che è particolarmente esposta agli effetti economici del conflitto. Secondo le stime più recenti, quest’anno la crescita del prodotto dovrebbe risultare inferiore al 3 per cento, ben al di sotto di quanto previsto pochi mesi fa». E il rischio di un andamento meno favorevole è «significativo».

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Aumento prezzi materie tassa ineludibile

L'economia italiana è, con quella tedesca, «tra le più colpite dall'aumento del prezzo del gas, per la quota elevata di importazioni dalla Russia e per la rilevanza dell'industria manifatturiera, che ne fa ampio uso». L'aumento dei prezzi delle materie prime importate è definito dal governatore «una tassa ineludibile per il Paese». L'azione pubblica può «ridistribuirne gli effetti tra famiglie, fattori di produzione, generazioni presenti e future». Ma «non può annullarne l'impatto d'insieme». Per quanto riguarda le famiglie, «gli interventi calibrati in funzione della loro condizione economica complessiva anziché dei redditi individuali risultano più efficaci nel contrastare le ripercussioni dell'inflazione sulla disuguaglianza».

Non più preclusioni ad abbandono tassi negativi

Visco ha ricordato che Il quadro congiunturale è sostanzialmente mutato negli ultimi mesi. Scongiurato il rischio di deflazione, «che aveva richiesto l'introduzione di misure di politica monetaria non convenzionali», e superato l'impatto della pandemia sulla domanda finale, «non vi sono più preclusioni all'abbandono della politica di tassi ufficiali negativi. Il rialzo, che il Consiglio direttivo della BCE potrà decidere di avviare nell'estate, dovrà procedere tenendo conto della incerta evoluzione delle prospettive economiche. Per far fronte a esigenze in rapida evoluzione, particolare attenzione andrà dedicata ad assicurare che il processo avvenga in modo ordinato».

No a una vana rincorsa fra prezzi e salari

«Il rialzo sarà più agevole - ha aggiunto il governatore - se le pressioni per incrementi salariali connesse con la risalita dell'inflazione saranno contenute». Il governatore ha ammonito infatti ad evitare «una vana riconcorsa fra prezzi e salari» di fronte all’aumento dell’inflazione. Invece di una generale crescita delle retribuzioni agganciandole ai prezzi di alcuni beni, sarebbero opportuni «interventi di bilancio di natura temporanea e calibrati con attenzione alle finanze pubbliche» per contenere i rincari delle bollette energetiche e sostenere il reddito delle famiglie.

Pnrr strategico per rilanciare l’economia

Per il governatore Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) costituisce uno strumento decisivo per «affrontare con successo la sfida di superare le debolezze che rallentano lo sviluppo dell’economia italiana, per interrompere il ristagno della produttività, contrastare l'effetto delle tendenze demografiche sull'offerta di lavoro, ridurre il peso del debito pubblico».

Traguardi e scadenze per le riforme da attuare

Il Piano, di dimensioni finanziarie importanti, segna una «netta discontinuità nella definizione delle politiche economiche». Disegna infatti una «strategia articolata di modernizzazione del Paese, che coniuga programmi di riforma e investimenti pubblici con quelli privati, contribuendo a realizzare la transizione digitale e quella ecologica o “verde”». Non solo. «Innova profondamente le modalità di attuazione delle misure: individua obiettivi specifici, anche per i programmi gestiti a livello locale; delinea gli interventi necessari a superare gli ostacoli normativi che potrebbero rallentarne la realizzazione; stabilisce traguardi e scadenze sostenuti da un sistema capillare di monitoraggio».

Pnrr non esaurisce interventi, attuare riforma tasse

Tra gli interventi da completare entro il primo semestre «assume rilievo la riforma del codice dei contratti pubblici. Nei prossimi mesi dovrà essere portato a termine l’iter della legge sulla concorrenza dando attuazione, nei tempi previsti, alle numerose deleghe in essa contenute». Ma il Pnrr «non esaurisce il novero degli interventi necessari nè l’impegno finanziario del Paese: vi si aggiungono importanti riforme da attuare, come quella della tassazione, e risorse che il bilancio nazionale destina a programmi di spesa con obiettivi affini».

Ampi rischi per debito pubblico, si usi solo per emergenze

Il governatore ha inoltre sottolineato che «l’elevato debito pubblico espone la nostra economia ad ampi rischi, inclusi quelli connessi con la volatilità dei mercati» sottolineando che «il ricorso al debito per finanziare nuovi programmi pubblici - tranne per quanto necessario per fare fronte a situazioni di reale emergenza - va evitato». Visco ha ribadito quindi che il recente aumento dello spread «conferma che il debito pubblico resta un elemento di forte vulnerabilità; ci rammenta, se mai fosse necessario, la necessità di non abbassare la guardia»

Banche medio-piccole più a rischio

Per quanto riguarda il sistema creditizio, la situazione delle banche italiane è «complessivamente non negativa» ma il conflitto in Ucraina e i problemi di approvvigionamento delle materie prime che causano un rallentamento del pil consigliano di «operare con prudenza» sulla «classificazione dei prestiti, accantonamenti e distribuzione degli utili». Conseguenze «di rilievo» potrebbero esserci per le banche più ’tradizionali’ specie le «medio piccole»i cui vertici «devono agire senza ritardi anche sul fronte di possibili aggregazioni» per minimizzare il rischio «di crisi»

Poco risparmio gestito dai fondi finanzia le imprese italiane

Il governatore ha ricordato inoltre che è ancora bassa la quota di risparmio italiano gestito dai fondi comuni che viene impiegato per finanziare le imprese nazionali ma la crescita della «finanza non bancaria deve avvenire in condizioni di stabilità». I fondi gestiscano 1300 miliardi contro i 1400 miliardi di depositi bancari ma solo il 5% è investita in titoli di imprese nazionali contro il 34% della Francia e il 14% di Germania. Una condizione dovuta alla piccola dimensione delle nostre aziende che «meno ricorrono al mercato dei capitali»

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