Banksy, il parlamento di scimmie verso il record da Sotheby’s il 3 ottobre
Il parlamento di scimmie da Sotheby’s il 3 ottobre con una stima superiore al top price dell’artista di Bristol
di Marilena Pirrelli
3' di lettura
Guanti bianchi anche online. Magie di Banksy quando va in asta. Chissà cosa accadrà la sera del 3 ottobre a Londra, ancora una volta nella salesroom di Sotheby’s , quando andrà sotto il martello la grande tela «Devolved Parliament» del 2009 con il parlamento inglese popolato di scimmie – mai premonizione fu così azzeccata! Anticipando prima della Brexit la rissosità della politica inglese –, offerta tra 1,5 e 2 milioni di sterline? Riuscirà a superare il top price da 1.870.000 dollari raggiunto con «Keep it spotless» (2007) nel 2008 da Sotheby’s a New York? Su Plus24 le sorprese dell’asta.
Gli osservatori ritengono che «Question Time», così è nota l’opera, potrebbe arrivare a 2,5 milioni di sterline e qualcuno dice che dietro l’opera si potrebbe celare una sorpresa perché la tela esposta nella mostra del 2009 «Banksy vs. Bristol Museum» è stata ritoccata. Luci e smorfie scimmiesche sono diverse, forse l’artista ha messo mano a un restyling della tela dopo le ultime mosse del primo ministro Boris Johnson.
Non sorprende la revisione dell’opera, cosa che avviene talvolta, ma il diavolo si nasconde dietro ogni dettaglio nel lavoro di Banksy. Vedremo. Su Instagram l’artista aveva postato l’opera con la scritta «I made this ten years ago. Bristol museum have just put it back on display to mark Brexit day. “Laugh now, but one day no-one will be in charge.”»
Il successo è abbastanza prevedibile, anche se a sfavore della sessione d’asta londinese di arte post-war e contemporanea che vedrà contendere questa settimana i Phillips , Sotheby’s e Christie’s , l’indice di fiducia di ArtTactic che segna un -29% e l’indicatore economico -40, entrambi riflettono la debole crescita economica e l’incertezza politica di Stati Uniti, Regno Unito e Cina.
Tutti pazzi per Banksy. Ma torniamo ai successi segnati dall’artista il 25 settembre: tutto venduto nell’asta online di Christie’s «Banksy: I can’t believe you morons actually buy this sh*t» che, nonostante il disprezzo per il mercato dell’arte insito nel titolo («Non posso credere che i cretini comprino davvero questa merda», citazione dal titolo di una sua opera del 2007 che raffigura un banditore in una affollata salesroom), ha attirato collezionisti da 16 paesi in quattro continenti e totalizzato con 30 lotti 1.122.750 sterline (1.256.357 euro) raddoppiando le stime preasta di 587.000 sterline, e strappando un record per una serigrafia con la bimba con il palloncino d’oro a forma di cuore: «Banksy, Girl with Balloon - Colour AP (Gold)» battuta per 395.250, dalla stima tra 150.000-250.000 sterline, record europeo per un lavoro venduto online dalla casa d’asta di François Pinault.
Un’altra stampa di una bimba con il palloncino a forma di cuore rosso è stata venduta entro le stime tra 50-70.000 £ a 62.500£. I multipli rappresentano il 73% del fatturato d’asta dell’artista anonimo realizzato tra il 2000 e il 2019, che lo scorso anno ha raggiunto un aggiudicato complessivo di 11,7 milioni di euro (33,5% d’invenduto) e quest’anno si attesta a 6,1 milioni di euro (16,4%).
Entrambe le stampe battute online sono simili all’opera dell’asta di Londra del 5 ottobre scorso da Sotheby’s triturata a striscioline automaticamente dopo l’ultimo colpo di martello fermato a 1.365.482 dollari (1,042 milioni di sterline). L’acquirente decise di mantenere l’opera nella sua forma frammentata e il lavoro fu poi “ri-autenticato” da Banksy col nuovo titolo «Love Is in the Bin».
I prossimi incanti. Tante le stampe in asta nei prossimi giorni tra Londra e Hong Kong. Buco nell’acqua, invece, nell’asta del 14 settembre di Bonhams in occasione del «Goodwood Revival» per il «Turbo Zone Truck (Laugh now but one day we’ll be in charge)» del 2000, un camion Volvo 1988 Fl6 Truck, pieno di graffiti di Banksy, autenticato dal Pest Control Office e offerto alla stima tra 1-1,5 milioni sterline, invenduto al raduno inglese dei collezionisti d’auto d’epoca.
A causa, probabilmente, di un’asta priva dei suoi collezionisti, tra cui ora c’è anche il British Museum che a febbraio 2019 ha aggiunto alla sua collezione di monete una sua falsa banconota raffigurante Diana. Un incanto di arte contemporanea forse avrebbe accolto diversamente l’ingombrante cimelio.
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