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Barilla: congedo parentale di 12 settimane retribuito al 100% per tutti i genitori

Per la multinazionale dell’alimentare di Parma un nuovo passo in avanti per valorizzare il ruolo di genitore, dedicato a tutte le 8.700 persone nel mondo

di Cristina Casadei

3' di lettura

I genitori del gruppo Barilla avranno una nuova policy che garantisce più tutele per prendersi cura dei loro piccoli. Dal primo gennaio del 2024 saranno infatti garantite a ciascun genitore 12 settimane di congedo retribuito al 100%, indipendentemente dal genere, dallo stato maritale e dall’orientamento sessuale.

La platea di 8.700 lavoratori

La misura riguarda tutti gli 8.700 lavoratori della multinazionale e prevede che, nel caso in cui gli standard legislativi locali siano più vantaggiosi, vengano applicate le normative del Paese. Nel caso dell’Italia, il congedo di maternità resterà quello attuale, previsto dalla nostra legislazione, mentre il congedo di paternità sarà esteso dai 10 giorni previsti dalla normativa a 12 settimane.

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Il benessere dei lavoratori genitori

Floriana Notarangelo, chief diversity & inclusion officer del gruppo Barilla, spiega che la nuova policy «vuole valorizzare la genitorialità e ridurre uno dei fattori principali del gender gap nel lavoro, in linea con il nostro percorso nella Diversity, Equity & Inclusion. Per questo è rivolta a ogni genitore, a prescindere dal genere, dallo stato maritale, dall’orientamento sessuale e se è adottivo o meno, perché in Barilla siamo consapevoli che ogni famiglia è unica e che non esiste una figura genitoriale più importante dell’altra». Maurizio Cannavacciuolo, total rewards & organization VP, aggiunge che si tratta dell’esito di «un processo pluriennale intrapreso dal gruppo per garantire ai propri dipendenti un migliore equilibrio tra vita e lavoro. Con questa importante novità, siamo ancora una volta al fianco delle nostre persone, per accompagnarle nel loro sviluppo di genitori e lavoratori. Vogliamo garantire loro il tempo necessario per stare al fianco dei propri figli, ma anche un benessere tale da permettere un ritorno al lavoro sereno».

Il percorso su diversità e inclusione

La Barilla Global Parental Leave Policy fa parte del percorso di Diversity, Equity & Inclusion dell’Azienda ed è un risultato concreto frutto dell’impegno per la parità di genere. Da anni, infatti, il gruppo attua iniziative volte a promuovere l’uguaglianza e a migliorare il bilanciamento tra vita lavorativa e privata. Una delle prime tappe è stata nel 2013 quando la multinazionale ha introdotto lo smart working, modello di lavoro che si è progressivamente esteso anche dopo la pandemia. Nel 2017 è stata la prima azienda italiana ad aderire agli Standards of Conduct for Business dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, per contrastare la discriminazione sul luogo di lavoro, al fine di rispettare e sostenere i diritti delle comunità LGBTQ+. Poi partendo dalla sede di Parma è stato attivato il programma Winparenting che offre sessioni di coaching, workshop di formazione, opzioni di smartworking e miglioramento delle competenze, per dirigenti e neogenitori.

La parità di genere

Da anni il Gruppo si impegna a garantire la parità di genere e a valorizzare il talento femminile: il 38% degli executive e manager in Barilla nel mondo sono donne. E nel 2020 ha eliminato il divario retributivo di genere a livello globale. Tappe di un percorso che vuole promuovere l’equilibrio di genere in un Paese, l’Italia, invece, caratterizzato da un forte child penalty gap nel mercato del lavoro. Secondo l’ultimo rapporto di Save the Children “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2023”, infatti, nel 2022 il divario lavorativo tra uomini e donne si è attestato al 17,5%, ma è ben più ampio in presenza di bambini: nella fascia di età 25-54 anni se c’è un figlio minore, il tasso di occupazione per le mamme si ferma al 63% contro il 90,4% di quello dei papà, e con due figli minori scende fino al 56,1%, mentre i padri che lavorano sono ancora di più (90,8%).

La leva motivazionale del congedo parentale

Negli ultimi anni il parental leave è diventato sempre più centrale tra i desideri di ogni dipendente sul posto di lavoro. Un’indagine internazionale della piattaforma HR Remote, che ha intervistato 5.708 dipendenti a tempo pieno in 10 Paesi, fa emergere che il 15% non usufruisce del parental leave ed esita a prenderlo per intero per paura di essere discriminati. Il 47% dei dipendenti rifiuterebbe un’offerta di lavoro se le politiche genitoriali dell’azienda non soddisfacessero le proprie aspettative. L’inclusività di un’azienda è più importante per i giovani tra i 25 e i 34 anni: quasi due terzi di loro (60%) hanno dichiarato di preferire aziende con politiche di congedo parentale inclusive. Da Parma, adesso che il congedo è stato portato a 12 settimane, retribuite al 100%, comincia una nuova storia.


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