Barilla e Davines insieme per la tutela della biodiversità in agricoltura
Bello e Buono è il progetto triennale che mette insieme la ricerca dell’industria alimentare e di quella cosmetica per sviluppare sistemi agricoli sostenibili
di E.Sg.
2' di lettura
Industria alimentare e cosmetica insieme per tutelare l’ambiente: succede con “Bello e Buono”, il progetto triennale di Barilla e Davines Group dedicato all'agricoltura rigenerativa, con l'obiettivo di sviluppare sistemi e pratiche agricole che favoriscano la “rigenerazione” dei suoli, sia dal punto di vista ambientale che socialeche si pone l’obiettivo di sviluppare sistemi e pratiche agricole per migliorare salute e biodiversità dei terreni agricoli.
A Parma i team di ricerca agronomica delle due aziende sperimentano infatti in collaborazione la coltivazione di cereali e piante destinate al cibo e all'industria cosmetica: grano tenero e duro, cece, melissa, calendula e lavanda.
«L’accordo nasce dal bisogno di curare e prestare maggior attenzione alle aree agricole – si legge in una nota – dove il suolo negli ultimi anni ha perso il suo naturale equilibrio a causa di coltivazioni intensive e dell'uso non responsabile di fitofarmaci».
Per ripristinarlo e arricchirlo della sostanza organica persa negli anni, Barilla e Davines hanno scelto di puntare sull'agricoltura rigenerativa.
Grazie al recupero dell’antica tecnica della rotazione, l'iniziativa «ha lo scopo di dimostrare come la qualità, la struttura e la fertilità del suolo, la gestione dell'acqua e la biodiversità siano influenzate e migliorate dalle pratiche agricole utilizzate».
«Il progetto, a livello scientifico, vuole misurare l'impatto di pratiche agricole diverse sull'aumento della sostanza organica del suolo – dicono le aziende – primo indicatore della sua fertilità, e della biodiversità e vuole valutare l'impatto della coltivazione di colture appartenenti a filiere diverse sull'economia di un'azienda agricola».
L'accordo, inoltre, mette in rilievo la forte sinergia tra la “rigenerazione” del suolo, attraverso le pratiche agricole, e la “rigenerazione” dell'uomo che beneficia sia della parte cosmetica che di una dieta alimentare più sana..
«Il nostro approccio – spiega Elena Bertè, agronomy research manager del Gruppo Barilla – è basato sulla ricerca, lo studio e la misurazione. Il termine rigenerativo esprime di per sé il concetto di ripristino dell’equilibrio della terra e della conservazione della biodiversità».
«La perdita di sostanza organica nei terreni agricoli rispecchia pienamente questo degrado. La soluzione – aggiunge Dario Fornara, research director dello European regenerativeorganiccenter del Gruppo Davines - sta nella riscoperta di pratiche agricole che favoriscono i processi biogeochimici naturali che avvengono nell’ecosistema suolo, accumulando carbonio organico nel suolo e aumentando la diversità biologica dei terreni».
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