Barriere architettoniche, i lavori di rimozione devono andare oltre il Dm del 1989
Il concetto di barriere deve essere allargato ad un’utenza ampliata inglobando i vari limiti che un essere umano può affrontare durante il corso della vita
di Luisa Mutti
4' di lettura
Per affrontare l’argomento su quali siano i requisiti principali da prendere in considerazione nell’elaborazione di elenco di lavori da eseguire in un ambiente costruito per abbattere, o meglio, superare le barriere architettoniche, bisogna partire dal concetto di “barriera” che rispetto a quanto definito nel DM 236/89, deve essere allargato ad un’utenza ampliata inglobando i vari limiti che un essere umano può affrontare durante il corso della vita. A partire dalle condizioni fisiche, motorie, senso-percettive a quelle cognitive, per non
trascurare la condizione ormai più diffusa su tutto il territorio nazionale quale quella dell’anzianità.
Tutti questi fattori hanno contribuito a definire un nuovo concetto di disabilità che negli ultimi anni fa riferimento alla valutazione dell’OMS 2001 (International classification of functioning, disability and health: ICF) basata non solo su una valutazione “medica” piuttosto inserisce il concetto di “funzionamento” e di rapporto tra l’essere umano e “l’ambiente”- sociale e costruito.
È questa la giusta ottica per iniziare un lavoro di individuazione e classificazione dei requisiti tecnico prestazionali delle opere e delle tecnologie da utilizzare nei progetti di ristrutturazione degli edifici per adeguarli a una “progettazione per tutti”.
Altro principio base, “la progettazione universale”, come enucleata dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006 entrata in vigore nel 2008 recepita dall’Italia con la legge 18/2009. Per progettazione universale si intende la progettazione di prodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate. La “progettazione universale” non esclude dispositivi di sostegno per particolari gruppi di persone condisabilità ove siano necessari.
Riprendendo quanto definito dal Dm 236/89 nei criteri di progettazione, i requisiti base ad esempio delle porte sono molto ben enucleati credo però ci sia la necessità di includere quelli aggiornamenti demandati alle nuove tecnologie, come ad esempio l’utilizzo della domotica. Proprio in riferimento a quanto precedentemente detto, le condizioni personali di ogni individuo portano a interagire con lo spazio in modo diverso, per questo una tecnologia facilmente utilizzabile aiuta tutti.
Faccio un esempio, per un disabile che si sposta anche in ambiente domestico con piccoli scooter elettrici e non può muovere mani e braccia ma solo agire su un joistick o un pulsante, l’utilizzo di aperture computerizzate per i serramenti interni (porte) ed esterni (finestre, portoni di accesso) siano essi a libro, anta o scorrevoli, o l’apertura e chiusura tapparelle,migliora la qualità dei requisiti di accessibilità, adattabilità e visitabilità dell’ambiente.Su questo argomento soffermerei un poco l’attenzione, proprio in riferimento alle ultime disposizioni sul bonus 75% per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
In questi ultimi giorni tutti i giornali riportano acaratteri cubitali, l’impiego di detto bonus per la sostituzione degli infissi, e di conseguenza pullulano le offerte da parte delle aziende. Benissimo! Però attenzione a non interpretare tale opportunità solamente con una mera sostituzione dei serramenti esistenti. Tale sostituzione deve avvenire come sopra detto secondo i requisiti tecnici riportati nel Dm 236/89 e i nuovi sistemi di automazione.
Anche per le pavimentazioni di ambienti interni ed esterni, fermo restando quando riportato del decreto,aggiungerei di valutare una più alta resistenza alla rottura del materiale utilizzato, questo al fine di permettere a chi si muove con mezzi elettrici di peso anche notevole, di non incorrere nello sfondamento delle piastrelle,quindi sarà bene privilegiare un materiale a pasta compatta con spessore adeguato, se invece il pavimento è previsto continuo, si dovrà verificare la compattezza e la capacità di resistenza all’urto e al peso del composto.
Eviterei materiali lignei in caso di ambienti ad alta frequenza. Per i pavimenti bisognerà fare attenzione ancheai fenomeni di abbagliamento che si possono verificare se abbinati ad un impianto luminoso tale da creare questo fenomeno dannoso per chi è ipovedente, oppure al contrario porre attenzione ad ambienti con troppozone di ombra tali da non far comprendere la definizione delle funzioni.
Riguardo l’impiantistica elettrica negli appartamenti, il design di ultima generazione può essere utile specialmente per ingegnerizzare nuovi terminali di impianto. Non sono ancora state analizzate in profondità le possibilità di un più facile approccio, ad esempio, agli interruttori da parte delle persone autistiche o dislessiche, le quali trovandosi di fronte a diversi pulsanti tutti uguali sono molto in difficoltà. Un requisito sarebbe quello di diversificare con una simbologia basica le diverse accensioni (camera, bagno, cucina) e,riportare tali scritte in alfabeto morse per i non vedenti.
Altro importante requisito deve essere l’inserimento di avvisatori luminosi anche di tipo a batteria per le persone sorde in grado di attirare l’attenzione in caso di pericolo o di malfunzionamento dell’impianto stesso.In conclusione tutto ciò che riguarda l’adeguamento degli ambienti per il superamento delle barriere non può prescindere dal mettere in atto i 7 principi dell’Universal design.
• Principio 1 - Equità - uso equo: utilizzabile da chiunque.
• Principio 2 - Flessibilità - uso flessibile: si adatta a diverse abilità.
• Principio 3 - Semplicità - uso semplice ed intuitivo: l’uso è facile da capire.
• Principio 4 - Percettibilità - il trasmettere le effettive informazioni sensoriali.
• Principio 5 - Tolleranza all’errore - minimizzare i rischi o azioni non volute.
• Principio 6 - Contenimento dello sforzo fisico - utilizzo con minima fatica.
• Principio 7 - Misure e spazi sufficienti - rendere lo spazio idoneo per l’accesso e l’uso.
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