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Basilicata, più difficile reclutare lavoratori

Il Bollettino Unioncamere-Anpal di febbraio valuta un tasso del 47,5% di profili difficili da reperire contro la media italiana del 46,2 e del Sud pari al 42,6

di Luigia Ierace

(Alamy Stock Photo)

3' di lettura

Continua a crescere anche nei primi mesi del 2023 il fabbisogno occupazionale associato a un ulteriore deciso aumento delle difficoltà delle imprese nel reperire i profili professionali ricercati. Spicca la Basilicata che, a febbraio si attesta su una percentuale del 47,5% (di lavoratori che è difficile trovare), contro il 46,2% della media nazionale e il 42,6% del Sud, secondo il Bollettino delSistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. Mancano soprattutto i profili specializzati, tecnici Ict, progettisti di software, ma anche autisti, operai edili, elettricisti, meccanici, idraulici, acconciatori, estetisti, sarti, addetti al settore turistico: dall'alberghiero alla ristorazione. Anche Confartigianato in uno studio sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro, evidenzia che in Basilicata si tocca quota 41,4% nei comparti artigiani . Matera sconta di più la difficoltà di reperire il personale (38,5%), segue Potenza (37,7%).

Crisi demografica – In 50 anni si prevede un calo del 39,5% in Basilicata, il più alto dopo la Sardegna 40,4%). Rivoluzione digitale e gap tra scuola e mondo del lavoro: sono le principali cause della carenza di manodopera. In quasi due casi su tre le difficoltà di reperimento dipenderebbero dalla scarsa presenza di persone disponibili e soltanto in un caso su tre dalla scarsa preparazione dei candidati o da altri motivi. Inalterata la propensione delle imprese a ricorrere a lavoratori giovani mentre aumenta la domanda di laureati. Il mismatch riguarda anche la formazione universitaria. «Non c'è più tempo – ha detto il presidente del Consiglio degli studenti dell'Ateneo lucano, Davide Di Bono -. Nel 2020 più di 2000 giovani hanno lasciato la Basilicata, la metà erano laureati. Vanno tutelati nell'inserimento nel mondo del lavoro favorendo la loro permanenza in Basilicata e contribuendo alla formazione post lauream».

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Mezzogiorno - «Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro nel Sud – ha sottolineato Luca Bianchi, Direttore della Svimez - si polarizza su due tipologie di impieghi: quelli a bassa competenza e retribuzione, soprattutto in edilizia e agricoltura, e quelli ad elevata specializzazione con riferimento alle competenze digitali. Mentre nel primo caso la principale determinante è il basso salario e la discontinuità dell'impiego; nel secondo è nello scollamento tra sistema formativo e mondo del lavoro».

Mercato del lavoro lucano – C'è un doppio paradosso. «Molti giovani – ha evidenziato il presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma- sono inoccupati, troppi, vanno a cercare lavoro altrove, ma, al contegmpo molte imprese non trovano le professionalità ricercate. Il problema riguarda tutti i settori, con particolare incidenza nella meccanica, informatica, energia, edilizia, agroindustria e turismo. E comprende anche i profili altamente specializzati, soprattutto nell'ambito delle materie Stem. Servono competenze nell’automazione industriale, manutenzione predittiva e meccatronica».

Disallineamento - Mancano gli informatici: per chi opera nell'ICT al Sud questa è una difficoltà storica. «Un tempo – sottolinea Pasquale Carrano, ad di Smarpaper, azienda di Minsait, del gruppo spagnolo Indra, con oltre 1.100 dipendenti - riuscivamo ad intercettare “professionalità di ritorno”, emigrati in grandi realtà del centro-nord che sceglievano di rientrare nei territori di origine ma con lo smartworking le prestazioni sono ormai delocalizzate». Si scontano anche i limiti dell'offerta formativa «non sempre in armonia con le esigenze delle imprese». Fondamentale «un coordinamento tra le università del Sud – aggiunge Carrano – per adeguare i programmi a scelte di politica industriale e vocazioni territoriali».

Il sindacato – In un mercato del lavoro in continua evoluzione che richiede competenze sempre più specialistiche, sono determinanti gli Its (Istituti tecnici superiori). «In Basilicata ce n’è solo uno attivo nel settore energetico», ha detto Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uil Basilicata .

Orientamento – Va migliorato anche l'orientamento scolastico «coinvolgendo le organizzazioni di rappresentanza. Penso – ha aggiunto Leo Montemurro, presidente Cna Basilicata - alla Scuola delle Arti e dei Mestieri, incentrata sul ruolo dei Maestri Artigiani per riavvicinare i giovani al mondo della formazione non scolastica e del lavoro». Una difficoltà trasversale alle categorie con punte preoccupanti in Basilicata nella ristorazione e ricettività, anche a Matera, città turistica, con tanta manodopera straniera o della vicina Puglia, e nell'artigianato con chiusure di attività per il mancato passaggio generazionale o l'impossibilità di trovare i profili adatti.

«Mancano dal cuoco, al sommelier, al cameriere, al lavapiatti – ha evidenziato Nico Andrisani, manager della ristorazione - E quella dello stipendio basso è una leggenda». Per Canio Sabia, direttore del San Barbato Resort Spa & Golf a Lavello (Potenza), «Oltre 4 anni fa, il 90% dei collaboratori fissi era di fuori regione. Ora il 70% è locale grazie ai rientri in regione e all'investimento in formazione continua. Il vero problema è reperire personale extra o intermittente esperto di banchettistica, da assumere secondo legge.

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