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Basta regali a chi specula sul gas: serve subito un nuovo mercato di riferimento

Il momento storico che stiamo vivendo impone a chi, come me, si occupa di energia nel nostro Paese di stimolare una profonda - ma quanto mai urgente - riflessione pubblica, che coinvolga tanto le istituzioni quanto la cittadinanza

di Nicola Cecconato

(Wolfilser - stock.adobe.com)

3' di lettura

Il momento storico che stiamo vivendo impone a chi, come me, si occupa di energia nel nostro Paese di stimolare una profonda - ma quanto mai urgente – riflessione pubblica, che coinvolga tanto le istituzioni quanto la cittadinanza. La crisi energetica che l'Italia, l'Europa, le nostre comunità e le nostre imprese stanno affrontando ha un'origine ben chiara, prettamente fittizia e ‘artificiale', che poco ha a che vedere con il terribile vento di guerra che, dopo anni di pace, è tornato a soffiare nel Vecchio Continente. Il conflitto, semmai, ha reso semplicemente più evidente quel fenomeno speculatorio che sta alla base della difficile convergenza economica in cui oggi ci troviamo.

L'Unione Europea è chiamata a prendere quanto prima una posizione chiara e coerente, che sia finalizzata al perseguimento degli interessi di tutti gli Stati membri, e non solo di quelli di alcuni. Non può più tergiversare, o sperare di risolvere la situazione prendendo decisioni totalmente insoddisfacenti, come il Price Cap indicato dalla Commissione Europea nelle scorse settimane e già bocciato. Il meccanismo di correzione del mercato che era stato proposto, con tetto a 275€/MWh, non solo dimostra una chiara volontà di non intervenire concretamente per porre un freno agli aumenti dei costi dell'energia che oggi famiglie e imprese faticano a sostenere, ma anzi ha avuto come effetto un nuovo innalzamento del prezzo del gas, dopo mesi caratterizzati da un calo pressoché costante. Non un freno, quindi, alla speculazione, ma piuttosto un incentivo, che per fortuna non ha visto la luce a causa delle – o per meglio dire, grazie alle – vivaci proteste arrivate dai governi di mezza Europa. Se su questa strada si volesse procedere, lo si deve fare in maniera seria, sviluppando un indice, ad esempio, che basandosi sul rapporto tra prezzi medi e quantità medie di gas trattato negli ultimi tre anni pre-pandemia e valori attuali permetta di individuare un prezzo in linea con quelli a cui il mercato viaggiava prima che esplodesse questa bolla speculatoria.

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In egual misura, grande attenzione dovrebbe essere posta sul fenomeno dell'inflazione, causata dall'incremento del prezzo dell'energia, che sta innalzando il costo dei beni di consumo e delle materie prime, e dei rimedi che le banche centrali stanno attuando per contrastarla, agendo sul costo del denaro. Ritengo infatti che in tal modo non si otterrà una diminuzione del fenomeno inflattivo, che in realtà non trova nesso causale nell'eccesso di domanda, ma piuttosto solo un incremento dei tassi che renderà sempre meno accessibile il mercato del credito alle imprese e famiglie.

L'Italia ha davanti a sé un'occasione irrinunciabile, far sentire ancor di più il proprio peso continentale e tracciare nel contempo le linee di sviluppo della transizione energetica del nostro Paese, allineandosi con l'obiettivo posto dalla Commissione Europea nell'ambito del programma FitFor 55 di tagliare il 55% delle emissioni entro il 2030, condiviso e approvato anche dal nostro Governo.

Un appuntamento con il futuro che non può più essere procrastinato, e che deve partire da un assunto ben chiaro: il mercato di riferimento europeo del gas deve essere cambiato, subito. Il TTF olandese – basato su derivati finanziari, e non su scambi fisici - non è idoneo oggi, e non lo sarà domani. Se così non fosse, continueremmo a bruciare giorno dopo giorno miliardi di euro a discapito dei cittadini – compresi i 30 miliardi inseriti in Manovra dal Governo per la crisi energetica, che al posto di abbassare i costi delle bollette, finirebbero nelle tasche degli speculatori.

Per arrivare a questo obiettivo, è necessario si verifichi quanto prima un'azione sinergica, che veda coinvolti manager e imprenditori del settore energia – e le relative associazioni di categoria -, oltre che istituzioni e forze politiche. E che questa avvenga subito.

* Presidente e Amministratore Delegato di Ascopiave SpA

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