Batosta elettorale per Sunak, oltre mille seggi persi dai Tories
Il partito del premier al 26% dei consensi secondo le proiezioni, contro il 35% dei Laburisti di Starmer netto favorito per la prossima premiership
di Nicol Degli Innocenti
3' di lettura
Le previsioni della vigilia sono state rispettate in pieno: gli elettori inglesi hanno disertato il partito al Governo, esprimendo un chiaro voto di protesta contro i Tories al potere da 13 anni.
I risultati delle elezioni amministrative di giovedì non lasciano spazio a interpretazioni: il partito conservatore ha perso la fiducia degli elettori e ha dovuto rinunciare a quasi mille seggi nelle amministrazioni locali.
I Tories hanno dovuto cedere il controllo anche di zone da sempre “blu”, molte delle quali sono passate ai liberaldemocratici, mentre i laburisti hanno riconquistato comuni un tempo “rossi” che i conservatori sull'onda di Brexit erano riusciti a vincere nell'ultimo round di elezioni.
Si tratta di un esito peggiore del previsto per il premier Rishi Sunak, al potere da pochi mesi, che sperava di raccogliere consensi e dimostrarsi più popolare dei suoi due predecessori, Boris Johnson e Liz Truss, entrambi costretti alle dimissioni. Le speranze di Sunak di voltare pagina dopo gli scandali e gli scontri interni dello scorso anno e di poter così rafforzare la sua posizione all'interno del partito sono state deluse.
Il premier si era presentato come l'uomo della svolta, una persona affidabile e responsabile, ma per molti elettori resta strettamente collegato all'era Johnson, quando era cancelliere dello Scacchiere, e ritenuto in parte responsabile dell'attuale crisi economica con l'inflazione a due cifre e i servizi pubblici al collasso.
Sunak con understatement britannico ieri ha definito «deludenti» i risultati ma ha dichiarato che il suo governo intende mantenere la rotta e rispettare le promesse fatte agli elettori di dimezzare il tasso di inflazione, arginare la crisi della sanità pubblica, rilanciare la crescita e ridurre l'immigrazione illegale.
Si tratta di elezioni amministrative nella sola Inghilterra, dato che Scozia, Galles e Irlanda del Nord non hanno votato, ma i risultati danno comunque una chiara indicazione delle tendenze degli elettori in vista delle elezioni politiche che si dovranno tenere entro 18 mesi. Secondo le proiezioni degli esperti basate sul voto di giovedì, il partito laburista all'opposizione si avvia alla vittoria e il leader Keir Starmer sarà il prossimo premier britannico, ma non è certo che il Labour possa conquistare la maggioranza assoluta dei seggi al Parlamento di Westminster.
Come spesso succede nelle elezioni locali, infatti, i partiti minori hanno raccolto molti consensi, in particolare i Liberaldemocratici, considerati l'alternativa ai Tories, e i Verdi, che hanno attratto i voti soprattutto dei giovani. Circa metà dei seggi perduti dai conservatori sono andati ai laburisti e l'altra metà ad altri partiti più piccoli.
Starmer ha comunque reagito con entusiasmo ai risultati. «Non ci sono possibilità di errore, siamo in vista di una maggioranza laburista alle prossime elezioni», ha dichiarato il leader dell'opposizione da Medway, uno dei consigli «strappati» ai conservatori. «Stiamo ottenendo risultati fantastici in tutta l'Inghilterra», ha sottolineato.
Secondo le proiezioni il partito laburista è al 35% dei consensi e i conservatori al 26%, che è il livello più alto per il partito nelle elezioni amministrative dai tempi di Tony Blair nel 1997.
La campagna elettorale in vista delle cruciali elezioni politiche di fatto è iniziata ieri. I laburisti affileranno le armi e scenderanno in campo con una rinnovata determinazione a tornare al potere. I conservatori si leccheranno le ferite e spereranno che l'economia li assista: se l'inflazione, come previsto dalla Banca d'Inghilterra, scenderà a una cifra e la morsa del carovita si allenterà, potrebbero riconquistare consensi tra i moderati.
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