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BB Biotech scommette su farmaci e ricerca contro il rialzo dei tassi

Il fondo investe nelle società puntando sui prodotti: il focus permette di affrontare le difficoltà delle biotecnologie dovute alla stretta monetaria

di Vittorio Carlini

6' di lettura

Concentrarsi sui fondamentali, in particolare quelli legati alle tecnologie oggetto di sviluppo da parte delle aziende, per contrastare - e bypassare - le dinamiche negative legate al rialzo dei tassi. È l’approccio seguito da Bb Biotech, di cui la Lettera al risparmiatore ha sentito i vertici dell’asset management, a sostegno della strategia d’investimento.

IL PORTAFOGLIO DI BB BIOTECH
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Numeri in evoluzione

Il fondo chiuso sulle biotecnologie, quotato a Francoforte e Zurigo, è in generale consapevole delle difficoltà del settore. E non potrebbe essere diversamente. Il biotech è “capital intensive”. Quindi la stretta monetaria da parte della Fed, unitamente ai fallimenti di istituti di credito quali Silicon valley bank e all’incertezza sull’economia, hanno creato difficoltà. Da un lato il costo degli investimenti è salito; dall’altro gli stessi impieghi sono calati. Secondo Hsbc, nel primo semestre del 2023, l’operatività dei Venture capital nel biopharma - in Europa e America -si è assestata a 10,7 miliardi di dollari. Cioè: un dato in linea con quello della seconda metà del 2022, ma in calo del 35% se annualizzato rispetto all’esercizio precedente. Non solo. Il maggiore costo medio del capitale ha contribuito - oltre alla contrazione del finanziamento a debito (-10% nel 2022) - a mettere in seria difficoltà le società biotecnologiche, soprattutto quelle più piccole. Tanto che, a detta di EY, dal 2020 ad oggi più di trenta realtà sono finite in bancarotta e il 55% delle aziende monitorate ha liquidità per sopravvivere non più di due anni. Certo: la stretta di politica monetaria è partita “solamente” nel 2022. Inoltre è tipico del biotech - dove sono richiesti investimenti ad alto rischio - il fallimento di molteplici progetti. Ciò detto, però, non può negarsi che il rialzo dei tassi ha acuito le difficoltà. A fronte di un simile contesto, quali allora le prospettive future? Sul fronte degli investimenti, indica sempre Hsbc, è probabile una rimonta degli impieghi dei capitalisti di ventura specializzati in biotech, soprattutto in sostituzione di quelli generalisti. Inoltre, viste le difficoltà nella raccolta di fondi, potrà assistersi o alla ripresa di Ipo (opportunistiche) o al proseguire dell’M&A. Un’attività quest’ultima, è l’indicazione di EY, che trova giustificazione anche nel fatto che, all’inizio del 2023, la disponibilità finanziaria per eventuali operazioni straordinarie è intorno a 1.400 miliardi di dollari. Vero! L’incremento dell’M&A nel 2023, da un lato, è conseguente - per l’appunto- alla debolezza del comparto; e, dall’altra, ha un andamento volatile (in estate i volumi sono scesi). E tuttavia, proprio di recente, Ely Lilli ha annunciato l’intezione di acquisire Point Biopharma per circa 1,4 miliardi di dollari. Il segnale, afferma BB Biotech, che il fermento persiste. Una caratteristica positiva perché - dice sempre il fondo - oltre a rappresentare il rinnovato interesse sul settore e a spingere all’insù le quotazioni, dimostra che il problema degli investimenti viene gestito.

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LA DINAMICA DI CONTO ECONOMICO
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I fondamentali

Già, gestire i problemi. In realtà l’approccio che consente di affrontare un simile contesto è, per l’appunto, guardare ai fondamentali. Alle tecnologie e ai farmaci in sviluppo presso le società. Sotto quest’ultimo aspetto, tra i vari investimenti di BB Biotech, può rilevarsi che Argenex (11,7% il peso sul portafoglio al 30/6/2023) è la seconda posizione per incidenza da parte del fondo chiuso. Il gruppo olandese, va ricordato, è attivo nel settore delle malattie rare. Cioè: un comparto contraddistinto da alta marginalità e in crescita. Secondo Precedence Research, le vendite delle malattie orfane, nel 2022, si sono assestate a 154 miliardi di dollari. Nel 2023 dovrebbero arrivare a 172 miliardi per salire, nel 2026, a 241 miliardi di dollari.

Ebbene: Argenx ha di recente ricevuto l’approvazione della Fda per un farmaco contro la malattia rara detta Miastenia grave. Questa è causata dal non corretto funzionamento dei nostri anticorpi che interrompe la comunicazione tra le cellule nervose e i muscoli. Una conseguenza, ad esempio, è la caduta delle palpebre e l’offuscamento della vista. La cura di Argenx, portando alla “degradazione” di circa il 75% di questi anticorpi, impedisce, da un lato, il conclamarsi della malattia; e, dall’altro, evita comunque l’insorgere - finora- delle infezioni. Si tratta di una soluzione, il cui brevetto scadrà tra 20 anni, con la potenzialià - dice BB Biotech - di trovare ulteriori applicazioni, diventando così un blockbuster. Insomma: il fondo chiuso punta sui fondamentali e la tecnologia dell’azienda.

Sennonché lo sguardo deve andare, anche, al conto economico. Argenx, nel primo semestre del 2023, è stata contraddistinta da voci contabili a due velocità. I ricavi sono aumentati a 487 milioni di dollari (erano 96 un anno prima). L’ultima riga di bilancio, invece, ha fatto segnare la perdita di 123 milioni. Vero! Il rosso è diminuito (436 milioni la perdita al 30/6/2022). E tuttavia, soprattutto in un periodo difficile come l’attuale, non avere redditività induce timori. BB Biotech invita ad un analisi più articolata. Il fondo chiuso, senza fare alcuna considerazione riguardo alla valutazione in Borsa dell’azienda, in primis rimarca che è rilevante l’incremento del giro d’affari: il segnale - viene spiegato - che alla nuova tecnologia corriponde la domanda del mercato. Inoltre, tiene a precisare sempre BB Biotech, è importante che la società colga il momento e prosegua negli investimenti per, ad esempio, trovare nuove applicazioni al farmaco. Ciò detto però, conclude BB Biotech, è chiaro che la forbice tra crescita e perdite deve mantenersi entro definiti limiti e, poi, via via chiudersi.

Fin qui alcune suggestioni sulla tecnologia di Argenx attiva nelle malattie rare. Altro esempio, però, della rilevanza dei fondamentali - oltre che della stessa difficoltà nell’analizzarli - è il focus su Moderna. Al 30 giugno scorso la nota azienda per i vaccino contro il Covid aveva un incidenza sul portafoglio di BB Biotech del 6,2% (in calo dal 14,7% del terzo trimestre del 2021 quando il titolo era sui massimi storici). Qui la questione su cui gli esperti si interrogano, dopo lo “sboom” del post pandemia, è se la società sia realmente in grado di sviluppare fonti alternative di ricavo. Per ora i numeri di conto economico segnalano, per l’appunto, il venire meno dell’effetto vaccino anti Covid. Nel primo semestre del 2023 il giro d’affari è sceso a 2,206 miliardi di dollari contro i 10,8 di un anno prima. La bottom line di bilancio, dal canto suo, fa segnare una perdita di 1,3 miliardi a fronte dell’utile netto di 5,8 miliardi al 30/6/2022. Sennonché BB Biotech, che richiama comunque il risparmiatore alla prudenza a causa delle montagne russe del titolo in Borsa, esprime fiducia rispetto alla tecnologia dell’mRna di cui Moderna è tra i leader. È una soluzione - spiega BB Biotech - che ha raggiunto la sua maturità e può consentire diverse applicazioni, al di fuori di quelle già brevettate. Un esempio? La partnership con Merck che ha ad oggetto lo sviluppo -ricorda il fondo chiuso - di una cura contro l’insorgere del cancro del melanoma. Il farmaco, secondo i dati di Moderna al 30 giugno scorso, è in Fase 3 e diversi esperti ne rilevano le potenzialità. Ciò detto, nuovamente, uno tra i focus di BB Biotech è sui fondamentali/tecnologia dell’azienda.

INVESTIMENTI NEL SETTORE FARMACEUTICO
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Questioni di portafoglio

Tutto rose e fiori, quindi? La realtà è più complessa (per gli effetti dell’Ira negli Usa guardare box sotto i grafici). Il risparmiatore rimarca che, nel 2023, sia la performance del titolo che del Nav di BB Biotech è inferiore a quella del NAsdaq biotechnology index (Nbi). Una situazione che può indurre ad ipotizzare una non così efficiente allocazione degli investimenti. Il fondo chiuso non condivide la considerazione. L’andamento indicato, viene spiegato, è soprattutto l’effetto dell’elevata esposizione - in linea con il modello d’investimento sempre seguito - verso aziende a piccola o media capitalizzazione. Realtà le quali, da una parte, hanno importanti potenzialità sul fronte di nuovi farmaci; ma che, dall’altra, sono le prime a reagire in maniera più che proporzionale al rialzo dei tassi.

ANDAMENTO DEL FONDO
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Adesso però, dice sempre BB Biotech, questi ultimi -seppure previsti ancora su livelli elevati più a lungo - potrebbero essere vicini al punto di svolta. In altre parole: il peggio dovrebbe, via via, finire alle spalle. Con il che - afferma il fondo -, nel momento in cui il pressing sulle politiche monetarie incomincerà a scemare, quelle stesse small e mid cap che hanno sofferto rimbalzeranno maggiormente. Al di là di ciò, conclude BB Biotech, simili investimenti devono comunque analizzarsi sul lungo periodo. Negli ultimi 10 anni, il rendimento di BB Biotech in dollari, al 30/9/2023, è del 163%. Quello del Nbi si ferma, invece, al 90,6%.

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