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Bcc, il modello guadagna terreno in tutta la regione: i soci sono oltre 200mila

Il convegno

di Paolo Paronetto

Territorio.Nella foto un momento di condivisione del XIII Forum Giovani Soci BCC. A fianco, il presidente della Federazione lombarda, Alessandro Azzi, conclude il Convegno

3' di lettura

Credito di relazione e radicamento sul territorio: la ricetta delle banche di credito cooperativo, in Lombardia e a livello nazionale, si dimostra valida anche nelle nuove declinazioni digitali e regala alle Bcc una vera «sostenibilità trasversale», leva strategica per guadagnare quote di mercato senza ricorrere alla crescita per linee esterne.

È quanto emerso dal tradizionale convegno di studi della Federazione lombarda del credito cooperativo, che si è tenuto di recente tra Bergamo e Brescia, capitali della cultura 2023, in concomitanza con il tredicesimo Forum nazionale dei giovani soci Bcc.

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«Anche nelle province fortemente digitalizzate, le banche di credito cooperativo sono ancora meglio in grado di esercitare il credito di relazione per effetto della prossimità, specie per le micro imprese», ha sottolineato nel suo intervento Elena Beccalli, preside della facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica di Milano. «La chiave di volta – ha aggiunto - è comprendere che non si tratta più solo di una prossimità locale, bensì anche di una nuova forma di prossimità digitale».

In questo senso «la vicinanza digitale mette proprio le banche cooperative in condizioni di vantaggio rispetto ad altri operatori finanziari come le fintech». Le Bcc, del resto, «sono da sempre portatrici di un bene immateriale oggi assai scarso, la fiducia. Proprio in virtù di questo bene, se realizzeranno i necessari ingenti investimenti tecnologici e la ricomposizione del personale, saranno loro per prime in grado di trarre significativi benefici della digitalizzazione».

Dinamiche che sembrano confermate dai dati più recenti sull’attività del credito cooperativo in Lombardia, aggiornati a fine giugno: i trend di raccolta e impieghi sono infatti migliori rispetto alla media dell’industria bancaria regionale.

I finanziamenti a famiglie e imprese sono pari a 24,9 miliardi lordi (24,5 miliardi netti), sostanzialmente in linea (-0,4%) con un anno prima a fronte del -1,1% del settore lombardo, mentre la raccolta diretta è scesa del 3% a 34,1 miliardi, contro il -6,9% del mercato, e quella indiretta è balzata del 33% a oltre 11 miliardi (+8,4% la media). Nella prima parte del 2023, inoltre, è migliorata la qualità del credito, con sofferenze in calo del 33,5% a fronte del -25,2% dell’industria bancaria.

Le Bcc lombarde contano nel complesso 205mila soci, 5.400 dipendenti, 736 sportelli e oltre un milione di clienti. In Lombardia le Bcc operano in 522 comuni, in 146 dei quali come unico istituto bancario (+7% da dicembre 2022), «in controtendenza rispetto al resto del sistema bancario che sta riducendo costantemente la propria presenza territoriale». Di conseguenza, ha confermato il presidente del gruppo Iccrea Giuseppe Maino, «si stanno aprendo degli spazi territoriali per il mondo del credito cooperativo». «Siamo cresciuti negli ultimi anni perché i grandi gruppi si stanno concentrando, si stanno perdendo quelle fasce di banche popolari che una volta erano numerosissime e che con la riforma Renzi piano piano vengono inglobate e noi stiamo salendo dal basso occupando quegli spazi», ha proseguito. Escluse, invece, operazioni di M&A: «Faccio fatica a pensare di acquisire banche Spa proprio per il modello completamente diverso – ha rilevato Maino -. Vedo un grosso potenziale di recupero di territorio, ma non sinergie da fusioni con altre banche».

Il modello Bcc, appoggiandosi ai servizi dei gruppi bancari Iccrea e Cassa Centrale, riesce quindi non solo a rimanere sul mercato, ma a guadagnare terreno rispetto ai concorrenti.

«È evidente che nell’esperienza della cooperazione di credito mutualistica sono connaturate, quasi come un giacimento, alcune caratteristiche che possono offrire un vantaggio competitivo importante – ha sottolineato quindi il presidente della Federazione lombarda, Alessandro Azzi, nelle sue conclusioni -. La sfida che dobbiamo cogliere è quella di individuare nelle attività, bancarie e sociali, delle nostre banche quei filoni aurei che, adeguatamente reinterpretati, sono in grado di valorizzare al meglio la sostenibilità del nostro modo di fare banca».

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