Bce, Enria promuove le banche: «Il capitale non manca»
Le banche della zona euro hanno mantenuto all’esito degli stress test 2022 punteggi relativi allo Srep sostanzialmente uguali rispetti ai livelli precedenti
di Redazione Finanza
I punti chiave
- Crediti deteriorati diminuiti a 349 miliardi, un record
- Gli enti significativi distribuiranno il 51% dei profitti lordi del 2022
- Carenze su gestione dei rischi, governance interna, modelli interni
- Priorità per il futuro: digitalizzazione e transizione verde
3' di lettura
Le banche della zona euro «hanno mantenuto solide posizioni patrimoniali e di liquidità, con la stragrande maggioranza che detiene più capitale rispetto ai livelli dettati dai requisiti patrimoniali e dagli orientamenti derivanti dal precedente ciclo Srep». Lo segnala la Bce nel commento si risultati dello Srep 2022, aggiungendo che questo risultato è stato conseguito malgrado il deterioramento delle condizioni economiche globali e l’impatto della guerra in Ucraina.
La redditività degli enti significativi è stata sospinta da margini di interesse a livelli non più registrati da oltre un decennio. La posizione patrimoniale e di liquidità degli enti vigilati è rimasta molto solida e la qualità degli attivi ha continuato a migliorare.
In quanto ai crediti deteriorati, Il volume delle esposizioni deteriorate (non-performing exposures, NPE) detenute dagli enti significativi è diminuito a 349 miliardi di euro alla fine di settembre 2022, il livello più basso dall'avvio della pubblicazione dei dati di vigilanza sugli enti significativi nel 2015.
Secondo le informazioni disponibili, quest'anno gli enti significativi distribuiranno il 51% dei profitti lordi del 2022. Nell'ambito del dialogo di vigilanza, e tenendo conto delle incerte prospettive macrofinanziarie e delle circostanze specifiche dei singoli enti, sono stati esaminati i profili patrimoniali prospettici delle banche, riscontrando che praticamente tutti sono compatibili con le distribuzioni previste. In un numero limitato di casi, le banche hanno ridotto gli importi delle distribuzioni in esito al dialogo di vigilanza.
«Le banche hanno resistito bene all’impatto economico dell’invasione russa dell’Ucraina, grazie alle loro solide posizioni patrimoniali e di liquidità, all’aumento della redditività e al continuo miglioramento della qualità degli attivi», ha affermato Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce. «Tuttavia, le sfide rimarranno finché la guerra si trascinerà e gli effetti dell’aumento dei tassi di interesse richiedono un attento monitoraggio. Le banche devono affrontare le carenze persistenti, in particolare nei loro quadri di controllo del rischio e di governance, e valutare gli sviluppi futuri in modo prudente».
Le banche della zona euro hanno mantenuto all’esito degli stress test condotti nel 2022 punteggi relativi allo Srep sostanzialmente uguali rispetti ai livelli precedenti.
Lo segnala la Bce nel report diffuso a conclusione dell’analisi condotta a fine 2022 sulle banche di rilevanza sistemica nella zona euro. Secondo la Bce «la media ponderata dei requisiti di Pillar 2 fissati per il capitale complessivo è rimasta in linea con i requisiti fissati negli anni precedenti, al 2% delle attività di rischio ponderate (RWA) dopo l’1,9% del 2022».
Lo Srep 2022 ha comportato miglioramenti dei requisiti patrimoniali «per esposizioni deteriorate per 24 banche che non hanno soddisfatto le aspettative di copertura della Bce relative a crediti deteriorati (npl) concessi prima del 26 aprile 2019.
Il volume delle esposizioni deteriorate (non-performing exposures, NPE) detenute dagli enti significativi è diminuito a 349 miliardi di euro alla fine di settembre 2022, il livello più basso dall'avvio della pubblicazione dei dati di vigilanza sugli enti significativi nel 2015, per effetto principalmente delle cessioni di attivi e della cartolarizzazione dei portafogli prestiti in alcuni paesi. L'incidenza media delle NPE ha continuato a mostrare una tendenza al ribasso, raggiungendo un nuovo minimo di 1,8% nel terzo trimestre del 2022, grazie alla riduzione delle consistenze di NPE nonché alla perdurante crescita del credito.
Gli enti sono stati incoraggiati a colmare queste lacune. Le banche che «affrontano attivamente il deficit di copertura rispetto alle aspettative della Bce potranno ridurre rapidamente la nuova maggiorazione nel corso del 2023, senza dover attendere la prossima valutazione Srep».
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