Bce di più e presto
di Gianpaolo Rossini
3' di lettura
Le nostre economie morse dalla pandemia vivono situazioni paradossali. Ad esempio sono in cerca di risorse liquide nonostante la base monetaria negli Usa dal 2008 sia quadruplicata a fronte di una crescita del Pil nominale di circa il 45% e nell'area euro sia salita circa due volte e mezzo rispetto al 2008 per un Pil nominale di un paio di punti meno dinamico di quello Usa. Siamo entrati nella pandemia con liquidità non certo scarsa. E improvvisamente si rivela insufficiente. Pongono rimedio FED e BCE aprendo i rubinetti in maniera generosa rispettivamente con due triglioni (migliaia di miliardi) e poco meno di un triglione. Perché questa nuova sete? E perché bisogna rispondere subito e con larghezza? Ci sono numerosi operatori che a causa di diffusi stop nella produzione e nei canali di vendita vedono la loro liquidità prosciugarsi rapidamente. Altri, purtroppo minoritari, ne hanno in eccesso. Un esempio dalla ruotine giornaliera: chi continua a percepire uno stipendio nel pubblico, nel privato in quanto in grado di continuare a lavorare o perché “ammortizzato” dalle misure governative o pensionato riesce a spendere solo una parte rispetto a condizioni normali per le limitazioni imposte dal virus. La mia spesa complessiva in febbraio e marzo è calata di oltre la metà facendo salire la mia posizione (liquida) sul conto corrente bancario. Le banche non sono però in grado di ricircuitare queste risorse aumentando prestiti e mutui. Vi sono tanti operatori la cui attività è bloccata che sono in panne con immediati problemi di liquidità. Perchè le banche non riescono a travasare liquidità? Perchè lo ritengono troppo rischioso. Se aprono al credito i costi per chi prende a prestito sono eccessivi. Il rischio di oggi è sistemico, colpisce tutto il pianeta. E' il tipo di rischio più caro da coprire perché non è diversificabile, ovvero non è trasferibile tra soggetti che vivono situazioni tra loro slegate, perché l'urto pandemico tocca tutti allo stesso modo. In queste condizioni l'unica entità che è in grado di dare da bere agli assetati senza essere a sua volta colpita dalle tempeste finanziarie, non è il settore pubblico di un singolo paese, ma la Banca Federale che abbiamo in eurolandia. Se l'Ue ha deciso di sospendere il Patto di Stabilità non è né una vittoria per Italia e altri stati né una sconfitta per i falchi del Nord. E' solo la fine ingloriosa di una linea di difesa pesante, costosa e inutile come una Maginot ridicolizzata dalle truppe della Germania Nazista che giungono in pochi giorni a Bordeaux. Ciò che occorre è altro e richiede da parte della BCE attraverso i suoi bracci rappresentati dalle banche centrali di nazionali la erogazione diretta di generosi prestiti a tasso zero a imprese e istituzioni pubbliche soprattutto sanitarie da restituire su un arco temporale d 5-10 anni. Le generose politiche di bilancio di questi giorni, non solo in Italia, non possono andare oltre certi limiti senza rischiare tempeste finanziarie che potrebbero infettare in maniera irreversibile la stessa moneta unica. Oggi per salvare l'euro occorre distribuirlo con coraggio e prodigalità in maniera diretta.
Una seconda condizione paradossale di questi drammatici giorni è la radicale mobilità internazionale dei capitali cui ci siamo votati a fronte degli ostacoli che stanno riducendo e rendendo particolarmente costoso il commercio internazionale. Gli ultimi due secoli di storia ci mostrano che il libero scambio di beni può sopravvivere con una ridotta mobilità dei capitali, viceversa, questa non è sostenibile in presenza di limitazioni commerciali. Se il commercio di beni e servizi subisse restrizioni pervasive e persistenti occorrerà mettere mano a forme di controllo nei mercati dei capitali con protezione delle compagini azionarie nazionali e dei corsi dei titoli a reddito fisso. Ma anche in questo caso l'unico scudo possibile non può che venire dalla BCE con un consenso alle banche centrali nazionali di intervenire sui mercati di borsa per impedire predatorie spoliazioni in paesi fiaccato dalla guerra pandemica.
Alla BCE si chiede molto. Ciò che farà sarà fondamentale non solo per i soggetti che la BCE sosterrà ma anche per la stessa sopravvivenza della moneta unica. Non dobbiamo dimenticare che Il whatever it takes di super Mario Draghi ha aiutato membri dell'eurozona, ma soprattutto ha salvato l'euro e la sua nutrice BCE.
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