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Bce verso tassi in aumento dello 0,50% in febbraio, moderazione possibile da marzo

Alla riunione del Consiglio direttivo del 2 febbraio atteso rialzo dei tassi dello 0,50%, più moderazione rispetto all’orientamento restrittivo di dicembre e dettagli sul taglio dei reinvestimenti dei titoli del programma Paa

di Isabella Bufacchi

Visco chiede prudenza sul debito e sui tassi della Bce

3' di lettura

Rialzo dei tre tassi di riferimento dello 0,50% e comunicazione sui dettagli dei parametri per la riduzione da 15 miliardi al mese delle consistenze in titoli del programma di acquisto standard, il “Paa” che al dicembre 2022 ammontava a 3.254 miliardi.

Nessun intervento sul programma pandemico Pepp e sulle Tltro III. Conferma delle decisioni sui tassi di riferimento “guidate dai dati e definite di volta in volta a ogni riunione”, con un'enfasi sull'importanza delle prossime proiezioni macroeconomiche degli esperti dell'Eurosistema in marzo e sull'inflazione, complessiva e di fondo, che resta in febbraio proiettata sopra il target del 2% fino alla fine del 2025.

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Moderazione dell'orientamento risalente allo scorso dicembre e meno inasprimento sui tassi d'interesse, con eventuali modifiche di alleggerimento della frase sui tassi che devono “ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi”. Quest'ultima decisione sarà presa, salvo sorprese dell'ultim'ora dai falchi come l'irrigidimento forte emerso alla riunione di dicembre.

E' questo l'esito più probabile del Consiglio direttivo della Bce nella riunione del 2 febbraio a Francoforte.

Tassi al rialzo ma il ritmo potrà calare in marzo da 50 a 25 centesimi

Il rialzo di 50 centesimi in febbraio è stato preannunciato alla riunione di dicembre e il recente calo dei prezzi dell'energia non è sufficiente per far cambiare la rotta della banca centrale europea.

Al contrario, i segnali di una recessione nell'area dell'euro ancor più mite e breve del previsto non possono che rafforzare la convinzione della Bce di poter alzare i tassi e frenare la domanda senza danneggiare oltremisura l'economia e l'occupazione, con ripercussioni meno dolorose per imprese e famiglie in assenza di una recessione violenta.

La presidente Christine Lagarde, il 19 gennaio a Davos, ha confermato che la Bce “shall stay the course”, manterrà la rotta, perché l'inflazione resta troppo alta comunque la si veda.

Rispetto a un rialzo di 50 centesimi anche alla riunione di marzo, come preannunciato con slancio eccessivo da Lagarde a dicembre e come auspicato di recente dai falchi più aggressivi, sta prendendo peso la posizione delle colombe, pronte a cogliere in marzo nelle proiezioni un rallentamento dell'inflazione in avvicinamento verso il target di medio termine al 2%.

La posizione delle colombe è rafforzata dal fatto che al momento il rischio di disancoraggio delle aspettative e il rischio di una spirale prezzi-salari-prezzi non si sono concretizzati. Ma restano in agguato e vanno monitorati, per evitare che l’inflazione alta si radichi nell’economia. L'inflazione in eccesso a lungo è un problema tanto per i falchi quanto per le colombe.

Cautela sulla riduzione del bilancio

Sul fronte della riduzione del bilancio, la Bce si trova in una “comfort zone”: i rimborsi anticipati dei prestiti mirati più a lungo termine TLTRO III ha ridotto le dimensioni del bilancio in due colpi, da 300 e 500 miliardi circa nel novembre e dicembre 2022.

Nessuna banca centrale al mondo ha ridotto il bilancio così velocemente per importi di taglia così maxi. I rimborsi anticipati delle TLTRO III hanno funzionato finora molto bene e non sono attese modifiche alla tabella di marcia.

In quanto al rischio di dover smantellare il portafoglio dei programmi di acquisto degli anni del quantitative easing, provocando instabilità e volatilità sui mercati, la Bce procede con la massima cautela: sotto la protezione dello scudo anti-spread TPI (Transmission protection instrument) per contrastare un’eventuale frammentazione e una volatilità eccessiva dei mercati, la Bce ha deciso per il momento di ridurre di soli 15 miliardi di media al mese per quattro mesi il portafoglio del programma di acquisti standard Paa: la vendita di titoli prima della scadenza non è entrata nelle misure prese in esame. La Bce si limita a ridurre in parte i reinvestimenti del capitale rimborsato: le modalità verranno annunciate il 2 febbraio.

Il portafoglio del programma pandemico Pepp da 1.700 miliardi resta intoccato: nulla cambia nella tabella di marcia dei reinvestimenti Pepp.


Riproduzione riservata ©
  • Isabella Bufacchivicecaporedattore corrispondente dalla Germania

    Luogo: Francoforte, Germania

    Lingue parlate: inglese, francese, tedesco, spagnolo

    Argomenti: mercato dei capitali, ECB watcher, fixed income e debito, strumenti derivati, Germania

    Premi: Premio Ischia Internazionale di Giornalismo per l’analisi economica, Premio Q8 per giovani giornalisti economici

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