Bentivoglio, voce visiva e critica dell’arte delle donne
Sebbene abbia ricevuto riconoscimenti del suo ruolo curatoriale nel 1978 in Biennale e creativo le sue valutazioni sono ancora molto basse e la sua opera necessita di un catalogo ragionato
di Federica Crespi*
4' di lettura
Il 2022 ricorrerà il centenario della nascita di Mirella Bentivoglio (1922- 2017), una delle più prestigiose protagoniste del movimento di arte verbovisuale sorto nei primi anni '70. Paolo Cortese, responsabile per le autentiche e social media manager dell'Archivio Bentivoglio annuncia per l'occasione il progetto: «per un'importante mostra retrospettiva che ripercorra dall'inizio il suo percorso artistico. Questo evento potrebbe poi portare ad una prima importante pubblicazione monografica».
In un periodo in cui la scena artistica si concentrava principalmente sugli uomini, Mirella Bentivoglio – come tante sue colleghe – ha avuto modo di sperimentare senza il timore di essere stroncata dalla critica e dalle logiche di mercato, da cui comunque si è sempre voluta tenere a distanza. La sua produzione, infatti, si è sempre rivolta ad un pubblico di collezionisti appartenenti al suo network di conoscenze, sebbene oggi si siano aperte nuove finestre di attenzione, da parte sia di istituzioni museali sia di acquirenti privati.
L'attività di Bentivoglio è da considerarsi dunque al servizio dell'emancipazione di un intero genere, in cui la rivendicazione di uno spazio creativo tutto al femminile è stata soprattutto messa in atto attraverso l'attività curatoriale, che trova la sua massima espressione nella mostra «Materializzazione del linguaggio», realizzata nel 1978 durante la XXXVIII edizione della Biennale di Venezia. Per tutta la vita, Bentivoglio ha infatti sostenuto il lavoro di altre artiste che, come lei, non avevano avuto il degno spazio per emergere.
Il ruolo critico
Il contributo dell'artista non si ferma qui: numerose sono le pubblicazioni in qualità di teorica e critica dell'arte verbovisuale, affiancandosi ad esponenti di spicco come Lamberto Pignotti. L'intensa attività saggistica, inoltre, ha sempre accompagnato il desiderio di dare valore alle donne nell'arte: nel volume «Le futuriste italiane nelle arti visive» (2008), scritto in collaborazione con Franca Zoccoli, Mirella Bentivoglio si dedica alle futuriste operanti tra linguaggio e immagine sfuggite in gran parte alle maglie della storicizzazione. Per il «Supplemento 1978» dell'Enciclopedia Universale dell'Arte, si è occupata della definizione di Poesia visiva, su invito del critico d'arte Giulio Carlo Argan.
L’Archivio
Un aiuto considerevole nella certificazione delle opere per il mercato e nella promozione di un'arte tutta da scoprire viene dall'Archivio Mirella Bentivoglio, nato in seguito alla morte dell'artista e gestito dalle figlie a Roma. L'attività dell'Archivio è descritta così da Paolo Cortese: «L'archivio privato della famiglia raccoglie circa 350 opere che facevano parte dello studio di Mirella Bentivoglio, opere per lo più grafiche, poesie e libri d'artista. Oggi promuoviamo il lavoro dell'artista mediante la gestione delle pagine social; inoltre, forniamo costante supporto a gallerie e collezionisti che trattano questo tipo di produzione artistica».
Numerosi sono i progetti espositivi, realizzati e in fieri, dedicati a Mirella Bentivoglio: ricordiamo nel 2019 la partecipazione ad Artissima in collaborazione con Repetto Gallery (Londra) e Osart Gallery (Milano), a dimostrazione di come il canale fieristico crei opportunità interessanti per l'aumento di notorietà. Le due gallerie hanno instaurato un legame di collaborazione con l'Archivio promuovendo un ricco programma espositivo, come il progetto della milanese Osart Gallery per una mostra monografica che ripercorra in modo dettagliato il percorso dell'artista. Sul territorio italiano sono presenti altre gallerie che trattano i lavori di Bentivoglio, come Conceptual Gallery (Milano), e le due bresciane Galleria del'Incisione e A Palazzo Gallery , che hanno recentemente esposto sue opere all'interno delle due mostre parallele «Coazione a mostrare. Omaggio a Romana Loda e l'arte delle donne», entrambe a cura di Raffaella Perna.
Il mercato
Nonostante il dimostrato interesse a livello espositivo, in un percorso di riscoperta e valorizzazione come quello in atto per l'artista, la mancanza di una vera e propria galleria di rappresentanza e di un catalogo ragionato costituiscono degli ostacoli che solo con il tempo potranno essere superati, in vista di una crescita anche sotto il profilo commerciale.
Il circuito delle aste costituisce uno dei canali di vendita maggiori per l'opera della Bentivoglio. Il mercato ha subìto una decisiva ripresa dal 2018, un anno dopo la scomparsa dell'artista, registrando il record di fatturato nell'anno corrente e pari a 15.920 € (Artprice, Artnet). Sul periodo compreso tra il 1998 e il 2020, i passaggi in asta hanno totalizzato una percentuale di invenduto del 22,2%, meno di un quarto di tutti i lotti proposti. Benché la fascia di prezzo delle opere sia medio-bassa, con una media di circa 854 € a lotto venduto, le aggiudicazioni registrate sono per il 28,8% entro il range di stima e per il 23,8% superiore.
Tra le tipologie di opere che caratterizzano l'attività di Bentivoglio, le sculture detengono il record di vendita con i due top lot: «La scrittura di Adamo» (1983) e «Il filo murato» (1989), battuti entrambi a 7.000 €, rispettivamente nel 2019 e 2020, da Studio d'arte Martini.
I ritmi del mercato sembrano, dunque, aver preso avvio in maniera tendenzialmente positiva, sebbene le problematiche in corso nell'ultimo anno. Cortese commenta: «Oltre alle case d'asta, il mondo delle fiere è sicuramente uno dei canali di maggior importanza per il mercato delle sue opere; al momento, la situazione Covid-19 ha destabilizzato il programma fieristico, per cui siamo di fronte ad un periodo di stallo. D'altra parte, sempre più canali alternativi si stanno sviluppando per la compravendita delle opere: su Ebay, per esempio, è possibile trovare pezzi in vendita a cifre importanti». Tra le opere che figurano su questa piattaforma troviamo principalmente pubblicazioni e lavori grafici – serigrafie, litografie e collage – ma anche sculture già proposte in asta, come il pezzo unico «E=Congiunzione» (1979-2003). La presenza di opere in un mercato non ufficiale come quello dell'e-commerce potrebbe rappresentare un punto di svalutazione del lavoro dell'artista, sebbene vengano presentate con cifre considerevoli; tuttavia, questo fattore è un'ulteriore conferma di come l'attenzione verso la sua produzione sia costantemente in aumento.
*Hanno collaborato Giulia Oliboni e Clara Santinelli. Tutte allieve della XVIII edizione del Master in Economia e Management dell'Arte e dei Beni Culturali di Milano - 24Ore Business School
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