Benzina, Italia e Grecia inseguono l’Olanda nella corsa dei prezzi
Nel nostro Paese la tassazione pesa per il 56%: costi industriali inferiori a Germania, Francia, Spagna
di Sara Deganello
3' di lettura
Italia al quarto posto tra i 27 Paesi dell’Ue per il prezzo della benzina secondo l’ultimo bollettino carburanti della Commissione europea, che registra i prezzi in vigore al 14 agosto, con i dovuti cambi per i Paesi che non hanno l’euro e le semplificazioni che un confronto su base europea comporta. L’Italia, con la media settimanale a 1,939 euro al litro, viene superata da Olanda (2,080), Danimarca (2,048) e Grecia (1,966). Presenta prezzi più alti degli altri grandi Paesi europei: in Germania la benzina costa 1,916 al litro, in Francia 1,913, in Spagna 1,692. Nella vicina Austria un litro di Euro-super 95 costa 1,672, in Slovenia 1,549. La Polonia guida la classifica dei Paesi più convenienti con 1,480 euro al litro, costa meno solo in Romania (1,428), Bulgaria (1,372) e Malta (1,340). La media ponderata europea dell’eurozona si attesta a 1,874 euro al litro. Quella del gasolio è a 1,754, con l’Italia a quota 1,828, un prezzo superiore a quello di Germania (1,775) e Spagna (1,586) ma inferiore a quello della Francia (1,834).
In Italia tasse al 56%
Il confronto tra i prezzi al netto della tassazione cambia lo scenario europeo. E qui l’Italia, che deve scontare un 56% di componente fiscale (che comprende accisa e Iva) dal prezzo al consumatore, nella classifica dei Paesi dove la benzina costa di più scivola fuori dalle prime dieci posizioni. Con 0,861 euro al litro la Euro-super 95 in Italia costa meno rispetto all’Ungheria (0,973 euro al litro), alla Spagna (0,926) e all’Olanda (0,922), alla guida della rilevazione europea, ma costa meno anche rispetto a Francia (0,908), al Portogallo (0,901), alla Germania (0,887), alla Grecia (0,870). La media ponderata dei Paesi euro è 0,884 euro al litro: superiore al prezzo italiano al netto del prelievo fiscale. Per quanto riguarda il gasolio, la media si attesta a 0,925. Anche in questo caso il prezzo italiano (0,881 euro al litro) si colloca al di sotto della media europea, inferiore a quanto si paga in Germania (0,946), in Francia (0,919), in Spagna (0,932).
Unem: quotazioni in rialzo
«Anche l’ultimo confronto con l’Europa, reso disponibile dalla Commissione, evidenzia come l’aumento dei prezzi dei carburanti derivi dall’aumento delle quotazioni internazionali, in rialzo in queste ultime settimane», ha commentato il presidente di Unem Gianni Murano. «Per quanto riguarda l’Italia, i dati confermano che i prezzi industriali (prima delle tasse) di benzina e gasolio sono ancora inferiori rispettivamente di circa 2,3 e 4,5 centesimi al litro rispetto alla media europea e sono molto più bassi di quelli di Paesi come Francia, Germania Spagna, Olanda e Belgio», conclude il presidente dell’associazione che rappresenta le principali imprese operanti in Italia nei settori della raffinazione, della logistica, della distribuzione di prodotti petroliferi.
Sono rilevazioni che confermano la recente precisazione del ministero delle Imprese e del Made in Italy, per cui in Italia «il prezzo industriale della benzina, depurato dalle accise, è inferiore rispetto ad altri Paesi europei, come Francia, Spagna e Germania». Con il carico fiscale tuttavia li supera.
Ancora 2,7 euro al litro sulla A8
Il 18 agosto la media rilevata proprio dal Mimit, sui dati comunicati dai gestori, era ferma ai valori dei due giorni precedenti per quanto riguarda la rete autostradale nazionale: 2,019 euro al litro per la benzina e 1,928 per il diesel. Anche l’Osservaprezzi Carburanti dello stesso ministero continuava a segnalare per la stazione Villoresi Ovest sull’A8 tra Milano e Varese un prezzo per il self service di 2,722 euro al litro per la verde, mentre quello per il gasolio è passato dai 2,622 euro al litro del 16/8 a 2,612. Proprio questo caso aveva spinto nei giorni scorsi le associazioni dei consumatori a chiedere maggiori controlli. E si continua ad allargare il fronte, anche politico, di chi chiede un taglio delle accise, magari usando proprio l’extragettito generato dalla corsa dei prezzi, nonché una maggiore trasparenza nella formazione della cifra finale alla pompa.
Le associazioni dei consumatori
Il Codacons ha annunciato denunce in varie regioni nei confronti del ministero dell’Economia e delle finanze per appropriazione indebita e speculazione da aggiotaggio ai danni dei consumatori, con diffida a congelare i 2,2 miliardi di euro di accise incamerati solo nell’ultima settimana. Già 103mila cittadini italiani hanno sottoscritto la petizione online di Altroconsumo per chiedere al governo di ripristinare lo sconto sulle accise e azzerare l’Iva sui carburanti, allo scopo di neutralizzare i rincari “inaccettabili” su benzina e diesel. Assoutenti ha calcolato che rispetto a maggio un pieno di verde costa 6,6 euro in più mentre il rincaro è di 8,9 euro per il gasolio, sottolineando che «l’aumento degli ultimi giorni si verifica nonostante il calo del petrolio, le cui quotazioni sono scese sia per il Brent che per il Wti».
Il 18 agosto il greggio del Mare del Nord si attestava attorno agli 84,50 dollari al barile, mentre quello di riferimento del mercato americano era intorno agli 80,60 dollari. Da due giorni, entrambi in crescita.
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