Caso Olgettine, Berlusconi a Guerra: «Non ti intesto casa, è corruzione»
È un passaggio di un dialogo tra Barbara Guerra, una delle ragazze ospiti ad Arcore, e Silvio Berlusconi diffuso dalla stessa Guerra, tramite i suoi legali. Dall’udienza preliminare all’assoluzione del Tribunale del caso Ruby ter le udienze sono state 94. Sette anni di lavoro non solo per i magistrati ma anche per i difensori delle giovani
I punti chiave
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«Primo impegno mio, domani informo i proprietari della casa e ti facciamo avere subito un contratto di comodato. Sai cos’è? É la dazione gratuita di una casa» e l’intestazione non è possibile «perché è corruzione». È un passaggio di un dialogo tra Barbara Guerra, una delle ragazze ospiti ad Arcore, e Silvio Berlusconi diffuso dalla stessa Guerra, tramite i suoi legali, assieme a un comunicato stampa in merito alla richiesta da parte di una immobiliare vicina alla famiglia dell’ex premier della restituzione della villa di Bernareggio in Brianza.
Legali del caso Ruby ter: «Le ragazze non hanno saldato il conti»
Dall’udienza preliminare all’assoluzione del Tribunale del caso Ruby ter le udienze sono state 94. Sette anni di lavoro non solo per i magistrati ma anche per i difensori delle giovani ospiti delle serate ad Arcore molti dei quali sono rimasti a bocca asciutta: non hanno visto un euro di parcella. C’è malumore misto a una presa d’atto o rassegnazione per aver lavorato gratis tra le file degli avvocati delle cosiddette “Olgettine” che più di 10 anni fa hanno animato le feste nella residenza di Berlusconi. La generosità dell’ex premier aveva garantito loro la copertura economica non solo per condurre una vita agiata ma anche per onorare le spese legali. Ma ora, scomparso lui, la famiglia sta “tagliando i viveri”.
Le lettere di sfratto
Sono arrivate le lettere di “sfratto” per le ragazze che erano state sistemate dal Cavaliere, con un contratto di comodato gratuito, in ville ed appartamenti e sono stati sospesi gli ultimi vitalizi, 2500 euro mensili, di cui solo alcune beneficiavano ancora: già il 29 dicembre 2013 con una lettera affettuosa ma identica per tutte le aveva congedate spiegando che si trovava costretto a “chiudere i rubinetti”. E tutto ciò con risvolti anche sul compenso degli avvocati che, eccetto alcuni che fanno parte del gruppo storico incaricato di seguire l’ex capo del Governo, non sono stati pagati.
Azioni giudiziarie volte al recupero crediti
Per questo sono state avviate anche azioni giudiziarie volte al “recupero crediti” nei confronti di coloro che, finite nella bufera delle indagini, hanno preso le distanze e, con alle spalle una famiglia benestante, si sono rifatte una vita. Altri avvocati allargano le braccia, perché la loro cliente «non ha più niente. Cosa vuole che faccia? Pazienza«, dice uno. «Finito il processo con l’assoluzione ci saremmo aspettati gratitudine da tutti - aggiunge un altro - e, invece, nulla. Quando la mia assistita è venuta da me con il suo compagno per l’incarico, mi aveva detto che, una volta risolto il problema, il presidente si sarebbe fatto carico delle spese. Ma non è andata così».
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