Wimbledon, Berrettini scrive la storia: primo italiano in finale
L’italiano raggiunge lo storico traguardo superando il polacco Hurkacz. In finale troverà Novak Djokovic che punta al suo ventesimo titolo dello Slam
di Gabriele Meoni
I punti chiave
3' di lettura
Due giorni fa gli appassionati di statistiche erano andati a ripescare gli annali del 1960 per trovare un altro italiano, un tale Nicola Pietrangeli, in semifinale a Wimbledon. Questa volta si può riavvolgere il nastro del più prestigioso torneo di tennis al mondo fino alle sue origini nel lontano 1877 senza mai leggere il nome di un atleta tricolore.
Dunque è ufficiale. Matteo Berrettini entra nella storia: è il primo italiano di sempre a disputare una finale dell’«All England Lawn Tennis and Croquet Club». Manca solo una vittoria per completare il capolavoro. L’avversario sarà il peggiore possibile: quel Novak Djokovic che oggi ha liquidato in tre set Denis Shapovalov e che vincendo Wimbledon raggiungerebbe Federer e Nadal a 20 titoli slam e soprattutto sarebbe a un solo passo dal Grande Slam, cioè la vittoria nello stesso anno di Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e Us Open. L’ultimo a riuscirci è stato Rod Laver più di mezzo secolo fa. Berrettini insomma non parte da favorito - il bilancio è 2-0 per il serbo finora - e servirà una vera impresa.
Match meno complicato del previsto
Lo straordinario risultato è giunto al termine di una partita che alla vigilia per il numero 9 del mondo si presentava ostica e sul campo si è rivelata meno complicata. Il suo avversario, il polacco Hubert Hurkacz testa di serie numero 14, di un anno più giovane (24 contro 25), aveva infatti ottime credenziali sull’erba: servizio, volées, rovesci in back. Doti che gli erano valse una limpida vittoria contro un Federer combattivo ma ormai sulla via del tramonto.
Il film del match: primi due set senza storia
Oggi invece nei primi due set non c’è proprio stata partita e anche le statistiche finali sono eloquenti: 60 colpi vincenti (quasi tutti di dritto) contro 27, 22 ace a 5, 86% di punti vinti con la prima di servizio contro 68 per cento. La prima grande occasione il tennista romano l’ha avuta sull'1-1 nel primo set con tre palle break consecutive, annullate dal polacco con servizio e gioco di rete. Lo strappo è nell’aria è arriva sul 3 pari con una grande risposta e uno scambio prolungato vinto grazie a ottimi rovesci dell’italiano. Da lì in poi la sua superiorità è stata imbarazzante per un set e mezzo, con break a ripetizione e un secondo parziale vinto addirittura per 6-0.
Hurkacz si ritrova nel terzo set
Nel terzo set comincia un altro match, quando Hurkacz ritrova servizio e volée (43 discese a rete e 28 punti a fine match) e riesce così a portare la sfida al tie-break in cui si impone anche grazie a due errori del romano, una agevole voléè affondata a metà rete e una palla corta troppo «telefonata».
La promessa: «Domenica devo crederci»
Il quarto set non potrebbe cominciare meglio per l’Italia. Break in apertura con Berrettini aggressivo da fondo campo. Da lì in poi nessuno cede più la battuta. Sul 5-3 il polacco annulla il primo match point con un servizio vincente. Così il 25enne romano si trova a servire per il match sul 5-4. Il braccio gli trema all’inizio del game decisivo: doppio fallo, il primo del match, difficile biasimarlo con la pressione gigantesca che si trova sulle spalle. Una stop volley da batticuore che danza sul nastro gli regala il 15 pari. Poi un facile smash a rimbalzo e il solito grande servizio. Missione compiuta. Appuntamento a domenica. «Non lo avevo mai neanche sognato perché era troppo anche per un sogno. Sarà una grande giornata, spero che andrò ancora meglio: porto con me la bandiera dell’Italia, devo crederci». Le sue prime parole a caldo sono una promessa.
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