Distillati, la Cina pensa a restrizioni. Giù in Borsa Campari e gli altri big
I prodotti esteri potrebbero subire limitazioni
di Flavia Carletti
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(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - La possibilità che la Cina possa introdurre limitazioni alle vendite di distillati prodotti all'estero pesa sulle quotazioni di Davide Campari a Piazza Affari.
Campari: dall'Asia-Pacifico l'8% del fatturato
I titoli del gruppo italiano sono tra i più penalizzati del FTSE MIB. L'esposizione di Campari alla Cina è comunque abbastanza limitata, con il gruppo più orientato verso l'America: 'area Asia-Pacifico pesa l'8% sui ricavi di Campari (dati del primo semestre 2021) con l'Australia che da sola vale il 5%.
Anche Pernod Ricard e Diageo nel mirino
Stesso movimento alla Borsa di Parigi per Pernod Ricard che fa decisamente peggio rispetto all'indice Cac40: la Cina vale il 10% dei ricavi di Pernod Ricard ed è il secondo mercato di sbocco del gruppo francese - al pari dell'India che vale sempre il 10% - alle spalle negli Stati Uniti. A Londra, anche Diageo è colpito dalle vendite: nell'ultimo esercizio il gruppo ha realizzato ricavi nella regione Asia Pacifico per 2,3 miliardi di sterline (sui 17 totali) di cui la CIna rappresenta il secondo mercato dopo l'India e che ha visto recentemente un forte incremento di vendite nella distillati bianchi e scotch.
Come per il comparto del lusso, la Cina potrebbe introdurre delle misure per limitare gli acquisti di prodotti dall'estero nel tentativo di promuovere la «prosperità comune» come affermato dal presidente Xi Jinping, in occasione del decimo meeting della Commissione centrale per gli affari finanziari ed economici.
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