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Beyond Meat, ricavi ancora in calo e licenziamenti: vera crisi per gli hambuger veg?

Fatturato più basso del previsto anche nel terzo trimestre conferma i segnali di difficoltà per l’industria della fake meat d’oltreoceano. Ma in Italia il business è ancora in crescita, in attesa dell’arrivo della nuova frontiera della carne sintetica (che il Governo vuole vietare)

di Emiliano Sgambato

Ecco come nascono i prodotti plant based

3' di lettura

Non migliorano i conti di Beyond Meat, uno dei pionieri degli hamburger plant based, cioè di quelle preparazioni a base di proteine vegetali che cercano di imitare in tutto e per tutto colore, consistenza e soprattutto gusto della carne animale. Anche l’ultima trimestrale sarà peggiore del previsto e l’azienda californiana sta mettendo in campo azioni sul modello di business.

Beyond Meat sta infatti tagliando altri 65 dipendenti – il 19% della sua «forza lavoro non produttiva» – dopo le 240 persone che erano state lasciate a casa lo scorso anno. L’azienda di carne vegetale ha fatto anche sapere che i tagli fanno parte «di una più ampia ristrutturazione aziendale» che sta valutando la possibilità di abbandonare alcune linee di prodotti, di modificare i prezzi, di spostare la produzione e di rivedere le sue posizioni in Cina.

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Il plant based oltre la fake meat

Le difficoltà di Beyond Meat potrebbero essere un segnale importante della difficoltà che questo tipo di prodotti plant based hanno a sfondare dopo la forte curiosità iniziale. Anche se naturalmente le difficoltà di una singola azienda non ricalcano necessariamente quelle di un intero settore (la solidità di altri big e start up del settore comunque è tutta da verificare).

In Italia ad esempio il business del plant based (proteine vegetali) risulta ancora in crescita e ha raggiunto i 500 milioni di euro nel 2022 secondo Unione Italiana Food.

La sfida della carne sintetica

Il tutto in attesa della nuova frontiera della carne sintetica, cioè quella prodotta a partire da vere cellule animali attraverso un procedimento di coltura in cosiddetti bioreattori.A mangiare quest’ultimo tipo di carne per ora costosissima sono stati pochi al mondo, ma in Olanda è tutto pronto per produrla anche in Europa (che ancora deve dare il via libera).

In Italia il 6 novembre dovrebbe arrivare in Parlamento il discusso decreto del Governo che non solo vieta produzione e importazione di carne sintetica nel nostro Paese (con tutti i dubbi che questo potrebbe comportare su eventuali contrasti a livello di normative sul libero scambio Ue) ma che prevede anche che non si possano più usare per i prodotti di origine vegetale (come quelli di Beyond Meat, ma anche per ricette del tutto diverse a base di soia o legumi più “tradizionali”) nomi che siano storicamente legati alla carne (quindi anche bistecca e hamburger) o al pesce.

La crisi di Beyond Meat

Anche i conti del terzo trimestre si sono rivelati più deboli del previsto per Beyond Meat. Questi dovrebbero essere resi noti ufficialmente la prossima settimana, ma il fatturato del trimestre dovrebbe essere in calo dell’8,5%, dopo che nel secondo quarter la discesa era stata del 30%. Il presidente e amministratore delegato, Ethan Brown, ha detto che l’azienda aveva invece previsto un ritorno alla crescita delle vendite nel periodo luglio-settembre, che invece non si è verificato.

Il fatturato atteso (net revenue) per l’intero anno è sceso tra i 330 e i 340 milioni di dollari, con un calo compreso tra il 19% e il 21% rispetto all’anno precedente. Gli analisti si aspettavano invece ricavi per un 365 milioni.L’azienda di El Segundo, in California, ha registrato vendite più deboli al dettaglio e nella ristorazione negli Stati Uniti e un ritorno inferiore alle aspettative sui programmi promozionali (che comprendono annunci pubblicitari che cercano di contrastare la percezione che i suoi prodotti siano eccessivamente elaborati e poco salutari).

Un colpo importante al business di Beyond Meat è arrivato anche dalla decisione di McDonald’s di non aggiungere gli hamburger veg in maniera permanente al suo menu dopo un periodo di sperimentazione.

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