ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùNomisma e Assobibe

Bibite analcoliche: a fine anno consumi giù del 5,4% (senza l’effetto sugar tax)

Elaborazioni Nomisma per Assobibe: in uno scenario più positivo i soft drinks potrebbero calare in volume di solo l’1,3%, ma le prospettive future miglioreranno solo se l’entrata in vigore della sugar tax sarà ancora rinviata

di Emiliano Sgambato

Assobibe: settore cresce, ma problemi da Sugar tax e regole Ue

3' di lettura

Dopo un 2022 che lasciava sperare in una possibile ripresa, quest’anno il mercato delle bevande analcoliche sta registrando una decisa frenata dei consumi, con una contrazione delle vendite a volume che a fine anno potrebbe toccare un -5,4%.È il quadro sul mercato delle tracciato da Nomisma per Assobibe (Associazione italiana industrie bevande analcoliche). E comunque, nota l’istituto di ricerca «nel 2022 i volumi pro-capite consumati in Italia erano stati pari a 31,9 litri, inferiori rispetto al passato (erano 34,4 litri per persona nel 2012) e restano tra i più bassi in Europa».

Le bibite gassate guidano il calo

A pesare sono, come per altri comparti, la congiuntura economica sfavorevole e l’elevata inflazione: «A causa del carovita – ricorda Nomisma – il 92% degli italiani ha modificato le proprie abitudini di spesa alimentare e la metà sta concentrando gli acquisti sui prodotti considerati indispensabili. Tra le categorie alimentari per le quali le famiglie hanno iniziato a ridurre la spesa, figurano ai primi posti anche i soft drinks». Inoltre, per far fronte all’aumento dei prezzi di cibo e bevande, 6 italiani su 10 dichiarano che inizieranno a frequentare o frequenteranno più spesso i discount, mentre 8 su 10 aumenteranno gli acquisti di prodotti in promozione.

Loading...

Nel primo quadrimestre 2023, le vendite di bevande gassate nella distribuzione moderna hanno segnato un -1,3% a volume, mentre quelle piatte hanno mostrato nel medesimo periodo un calo meno marcato (-0,5%).

Incognita sugar tax e previsioni negative

«Nel prossimo futuro sul mercato nazionale dei soft drinks pesano diverse incognite, tra le quali l’incertezza dello scenario macro-economico, l’inflazione ancora elevata, il significativo aumento dei costi, la frenata dei consumi da parte delle famiglie e, non ultimo, la possibile entrata in vigore della cosiddetta sugar tax varata nel 2019 e più volte rinviata (e in campo c’è un’ulteriore ipotesi di slittamento).

Alla luce di questo, l’analisi prodotta da Nomisma prevede per l’anno in corso un calo del mercato dei soft drinks pari a -2,3% rispetto al 2022, «con prospettive di lieve ripresa nel 2024-2025 a fronte di una congiuntura economica meno incerta e più favorevole e di una ripresa del turismo». In caso, invece, «di un inasprimento del conflitto in Ucraina, che potrebbe portare a una recessione economica e a una nuova accelerata dell’inflazione (scenario avverso), la contrazione del mercato sarebbe destinata ad accentuarsi ulteriormente a causa di un calo dei consumi che nel 2023 sarebbe destinato ad essere ben maggiore e pari a -5,4%».

E una ulteriore flessione potrebbe essere determinata dalla sugar tax e «nel biennio 2024-2025 potrebbero arrivare a segnare un calo compreso tra il -12,4% e il -15,6%, con un impatto sull’intera filiera».

L’impatto possibile su investimenti e gettito fiscale

Al contempo, togliendo liquidità alle imprese, la nuova imposta contribuirebbe a ridurre la propensione ad investire: -46 milioni di euro è la stima del calo degli investimenti da parte delle imprese produttrici nel biennio 2024-25.

«Oltre ad un effetto sugli investimenti – continua Nomisma – si prevede anche un impatto per i fornitori di materie prime: la riduzione della domanda di bevande analcoliche sul mercato nazionale porterebbe a una riduzione dei volumi prodotti e, dunque, a un minore impiego e acquisto di materie prime funzionali al ciclo produttivo stimato nell’ordine dei 400 milioni di euro di acquisti nel 2024-25».

Infine, «la Sugar Tax avrebbe un impatto anche sull’Iva legata alle vendite di soft drinks sul mercato italiano. Nello specifico, secondo lo studio se venisse introdotta, nel biennio 2024-25 si stima una riduzione del gettito legato pari a 275 milioni di euro rispetto ai valori previsti in uno scenario senza imposta sullo zucchero.»

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti