Bici, per Wilier piano di acquisizioni e prima ipotesi di quotazione
Il gruppo punta a costituire un polo internazionale del ciclismo di alta gamma
di Cheo Condina
3' di lettura
Un nuovo socio per espandersi all’estero, in particolare in Gran Bretagna e Nord America, e per crescere attraverso nuove acquisizioni nel mondo del ciclismo diversificando maggiormente il business. L’obiettivo di medio termine? La creazione di un polo internazionale del ciclismo di alta gamma con l’ipotesi – sullo sfondo – anche di una possibile quotazione in Borsa. A inizio agosto, il family office svizzero-canadese Pamoja Capital è entrato con il 38,9% in Wilier , storica azienda veneta di biciclette su cui hanno pedalato, tra gli altri, Fiorenzo Magni (il famoso Leone delle Fiandre), Marco Pantani e Alessandro Ballan, vincitore in sella a una Wilier Triestina di un Campionato del Mondo. Ciò mentre la società si prepara a chiudere il 2020 con numeri in crescita a livello di margini e di fatturato, a fronte inoltre della sponsorizzazione della squadra Pro Tour Astana con cui il colombiano Miguel Angel Lopez ha appena trionfato sul durissimo arrivo in salita del Col de la Loze, al Giro di Francia.
Bici italiane molto richieste
L’operazione Wilier – su cui la società è stata assistita da Inside Partners come advisor finanziario e da Baker McKenzie come studio legale - non è certo la prima, negli ultimi anni, sui grandi marchi italiani delle 2 ruote, ormai sempre più prossimi all’etichetta di asset di lusso, nell’immagine e nelle valutazioni. Ad aprire le danze è stata Pinarello , che nel 2017 è passata al fondo L Catterton per una valorizzazione complessiva di quasi 90 milioni (attorno a 9 volte l’Ebitda). Poi è toccato all’abbigliamento di Manifatture Valcismon (marchi Castelli, Sportful e Karpos), il cui 40% è stato rilevato da Equinox. Infine, in primavera, è passata di mano anche un’azienda culto come Colnago , la Ferrari delle biciclette, venduta al fondo arabo Chimera.
L’aumento di capitale
Il riassetto di Wilier, come ricostruito da Radiocor, per quanto sarebbe avvenuto su multipli simili a quelli di Pinarello, si differenzia tuttavia per un punto chiave: al netto di una piccola cessione di quote è avvenuto tutto in aumento di capitale – la famiglia Gastaldello resta al 60% e saldamente al comando – con un’iniezione di risorse fresche in azienda per circa 10 milioni di euro. Denari che serviranno a supportare lo sviluppo di Wilier in Italia e all’estero, dove già oggi realizza oltre l’80% del fatturato e i mercati su cui si punterà sono soprattutto Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania. Ma l’espansione avverrà anche a livello settoriale: oggi il 50% circa dei ricavi è legato alle bici da corsa ma l’obiettivo è aumentare il peso di mountain bike, gravel, abbigliamento e soprattutto e-bike. Quest’ultima è in fortissima crescita se si pensa che nei primi 7 mesi del 2020 ha visto un aumento del giro d’affari del 20%. L’anno è stimato in crescita per il fatturato (+15%, in agosto su anno è balzato del 68%) e per i margini, che nel 2019 si sono attestati rispettivamente sui 45,1 milioni e sui 3,1 milioni a fronte di una posizione finanziaria netta di 8,5 milioni e di un utile netto di 1,5 milioni.
Il piano verso la Borsa
La crescita avverrà su 2 livelli: sia attraverso acquisizioni dirette di Wilier sia attraverso operazioni di Pamoja, che proprio nelle scorse settimane avrebbe firmato un accordo per rilevare una casa di abbigliamento delle 2 ruote di fascia medio-alta. Pamoja è peraltro un family office molto particolare (con circa 1 miliardo di dollari di attivi) che investe solo su società che hanno ritorni etici, sostenibili o legati allo sport e outdoor: i dividendi vengono donati alla McCall MacBain Foundation, a sua volta finanziatrice di questioni relative al tema dei cambiamenti climatici. Per questo la logica di investimento in Wilier ha un’ottica di medio lungo periodo con un lock up periodo di 10 anni, al termine del quale se verrà decisa l’exit potrebbe configurarsi anche l’ipotesi di una quotazione in Borsa, che viene citata anche nel nuovo statuto della società.
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