Bike economy, cresce l’export: record a Padova e nel Vicentino
Le vendite oltreconfine delle due province hanno superato l’anno scorso i 336 milioni di euro Mercati privilegiati: Spagna, Paesi Bassi e Giappone
di Valeria Zanetti
3' di lettura
Nell’ecosistema nazionale della bicicletta, il Nord Est ha un posto di tutto rispetto. Il Veneto fa la parte del leone, soprattutto nella manifattura, che tra l’altro conserva una forte componente artigiana. Il Trentino Alto Adige, invece, è ai primi posti per ciclabili e per strutture ricettive dedicate a chi viaggia sulle due ruote, alimentando un segmento di turismo in continua crescita.
Le province di Treviso, Vicenza e Padova sommano il maggior numero di aziende produttrici di bici, componentistica, abbigliamento e scarpe per ciclisti. Ma ci sono player di spicco anche a Belluno, Verona, Venezia, Bolzano e Udine. I brand che hanno legato la loro fortuna alla crescita del mercato del mezzo di trasporto sostenibile per eccellenza sono tanti: si va dalle due ruote di Pinarello ai componenti di Campagnolo, dalle corone e pedivelle di Miche alle selle di Selle Royal, senza trascurare i produttori di abbigliamento come Manifattura Valcismon e Castelli. Le imprese più strutturate, che esprimono ricavi superiori al milione di euro, sono circa un centinaio.
Tuttavia Confartigianato Veneto, parlando di distretto diffuso della bici, segnala come la regione sia seconda per numero di imprese, dietro solamente alla Lombardia, con una presenza importante di aziende artigiane. «Le attività impegnate nella filiera sono 489 e impiegano oltre 2.300 addetti. Il 66,7%, ovvero 326 piccole e micro imprese, sono artigiane con 614 collaboratori. Si tratta soprattutto di aziende dedite alla riparazione, 226 unità (46,2% del settore), 204 delle quali artigiane», afferma il presidente della Confederazione, Roberto Boschetto, che commenta i numeri dell’Osservatorio sulla bicicletta dell’Ufficio studi della Confederazione.
Solo nel Vicentino sono 93 le imprese della filiera che impiegano 1.070 addetti, quasi la metà (45,7%) dell’occupazione regionale del settore e 64 di queste attività sono artigiane. «I numeri confermano quanto la meccanica della provincia berica, anche nel mercato delle due ruote, sia apprezzata dentro e fuori i confini nazionali», fa notare Cristian Veller, vicepresidente di Confartigianato Imprese Vicenza.
Nel 2022 i ricavi dei produttori italiani di bici e relativa componentistica sono cresciuti del 10% raggiungendo per la prima volta la soglia dei 2 miliardi di euro, evidenzia la terza edizione del rapporto annuale di Banca Ifis, dedicato all’ “Ecosistema della bicicletta”, che fotografa l’andamento e le prospettive di uno dei settori protagonisti della transizione sostenibile. L’orizzonte si presenta roseo anche per il 2023 con fatturati attesi in ulteriore crescita del 6%. Il Nord Italia concentra circa l’80% della produzione, il 92% del fatturato, il 21% generato all’estero e, come detto, il Nord Est è punta di diamante della bike economy nazionale.
Più precisamente, secondo l’ultimo Monitor dei distretti produttivi elaborato dalla direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, le vendite oltreconfine del solo distretto delle Biciclette di Padova e Vicenza hanno superato l’anno scorso i 336milioni di euro (+3,4% sul 2021; +50,7% sul 2019), dopo un 2021 di forte ripresa post pandemica, mantenendo un buon livello soprattutto in Spagna, Paesi Bassi e Giappone.
Il segmento dell’elettrico è in costante aumento perché l’e-bike è sempre più scelta dalla clientela che fruisce della bici come mezzo per fare turismo, in modo lento e sostenibile. Viaggiare sulle due ruote, soprattutto dopo la pandemia, sta diventando una passione per italiani e stranieri. Secondo il rapporto di Banca Ifis, il Trentino Alto Adige, con 1.340 strutture ricettive ogni 100 chilometri di ciclabili la cui offerta include servizi legati alla bicicletta (noleggio gratuito o a pagamento, bike tour, custodia biciclette, corsi) è la regione che l’anno scorso ha attratto il maggior numero di cicloturisti.
In proiezione si stima che quest’anno gli alberghi dedicati possano aumentare a 1.442. Per sostenere lo sviluppo dei consumatori della filiera produttiva bike che sono spesso anche fruitori delle strutture ricettive occorrerà dotarsi di una rete più articolata di ciclovie e di maggiori collegamenti con i centri urbani, rispondendo alla richiesta degli utenti di poter vivere una vacanza ricca di esperienze.
Il primato del Trentino Alto Adige è insidiato dal Veneto, che secondo il rapporto Isnart Unioncamere e Legambiente “Viaggiare con la bici, la via italiana al cicloturismo” è stata nel 2022 la prima regione per numero di cicloturisti (19%), seguita da Trentino-Alto Adige (16,5%) e Toscana (11,4%). Il Friuli Venezia Giulia, invece, è distanziato ed è stato scelto solo dal 3% dei cicloturisti. Il Triveneto è stato visitato dal 38,5% dei 6,1 milioni di vacanzieri che hanno intrapreso un viaggio sulle due ruote l'anno scorso nel Belpaese, creando un indotto di 4miliardi di euro. Tra le imprese che operano in questo mercato, nove su dieci prevedono quest'anno una ulteriore crescita.
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