Bilaterale Conte-Trump al vertice Nato: la Libia torna sotto la lente del Governo
L’evoluzione degli eventi negli ultimi giorni ha fatto sì che l’attenzione dell’esecutivo si concentrasse su altri dossier: dalla trattativa con ArcelorMittal sull’ex Ilva, ad Alitalia, alle polemiche sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità al centro della riunione dell’Eurogruppo. Il faccia a faccia tra il presidente del Consiglio e il presidente Usa ha consentito di riavviare un confronto con l’alleato oltreoceano per la stabizzazione del Paese del Nord Africa
di Andrea Carli
4' di lettura
Il Conte due coglie l’occasione del vertice Nato a Londra per rimettere il dossier libico tra quelli prioritari. L’evoluzione degli eventi negli ultimi giorni ha fatto sì che l’attenzione dell’esecutivo si concentrasse su altri dossier: dalla trattativa con ArcelorMittal sull’ex Ilva, ad Alitalia, alle polemiche sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità al centro della riunione dell’Eurogruppo.
Il bilaterale al vertice Nato
In occasione dell’incontro londinese Conte ha avuto un bilaterale con il presidente Usa Donald Trump. Ed è stata l’occasione per tornare sul nodo libico, per lo più sotto i riflettori di un vertice con capi di Stato e di governo. Il Presidente del Consiglio puntava a ottenere un endorsement Usa nei confronti del Governo di Accordo Nazionale Serraj, da Roma apertamente sostenuto, in un momento in cui il generale Haftar, il grande rivale dell’esecutivo di Tripoli al comando dell’Esercito nazionale libico (Lna), stringe sempre più la morsa su Tripoli dopo aver deciso a inizio aprile di scatenare l’offensiva. L’escalation militare all’interno del Paese non si ferma. Il messaggio di Conte a Trump è stato: per una soluzione politica è necessario tutto il peso degli Stati Uniti.
Conte: «Con Trump abbiamo parlato a lungo di Libia»
«Abbiamo parlato a lungo della Libia, abbiamo richiamato la sua sensibilità per una soluzione politica per la quale ci battiamo», ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando con la stampa al termine del faccia a faccia con il presidente, ai margini del vertice dell’Alleanza atlantica. «Non c’è possibilità di avere una stabilizzazione in questi termini secondo un’opzione militare - ha aggiunto Conte - dobbiamo avere assolutamente il loro appoggio per una soluzione politica».
«Il presidente Usa sa che noi conosciamo bene il dossier»
Alla domanda se avesse percepito una disponibilità a un coinvolgimento americano nel paese del Nord Africa, Conte ha risposto che Trump «è molto attento, sa che noi conosciamo molto bene il dossier e sa che a dispetto di quello che semmai altri rappresentano, la nostra conoscenza di lungo periodo del territorio ci permette di fare delle valutazioni più accorte, più attente, e quindi più sostenibili anche in prospettiva futura».
«Nessuno parlerebbe di Libia senza coinvolgere l’Italia»
Pochi minuti prima di incontrare il presidente Usa, Conte ha voluto precisare che la riunione tra Gran Bretagna, Francia, Germania e Turchia, un minisummit a 4 che si è tenuto a margine della riunione dell’Alleanza atlantica, è stata sulla Siria, non sulla Libia. «Era un vertice sulla Siria che nasceva con un altro formato - ha sottolineato il capo del Governo -, nessuno parlerebbe di Libia senza coinvolgere l’Italia».
Il drone italiano abbattuto dalle milizie di Haftar
Il mese scorso le milizie di Haftar hanno abbattuto un drone italiano a Tarhouna, ottanta chilometri a Sud di Tripoli. Se ultimamente il dossier libico non è stato per l’Italia prioritario, la partita tra i paesi più o meno direttamente coinvolti nella partita (Turchia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Russia, Francia) è andata avanti.
L’accordo tra Sarraj ed Erdogan
C’è stato l’accordo turco-libico sul controllo del Mediterraneo orientale: il 27 novembre Fayez al-Sarraj, a margine di una visita a Istanbul, ha firmato un protocollo d’intesa con il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan. L’intesa ha delineato le rispettive aree di competenza nel Mar Mediterraneo. L'obiettivo è la salvaguardia dei diritti legittimi di entrambi i Paesi circa la zona economica, nel rispetto dei precedenti accordi stabiliti a livello internazionale. Il memorandum, a detta del ministro degli Affari Esteri di Tripoli, Mohamed Sayala, contribuirà altresì a promuovere la sovranità della Libia stessa. Sul piatto ci sono i diritti di esplorazione di petrolio e gas nel Mediterraneo orientale.
La Conferenza di Berlino
Intanto gli sforzi politico-diplomatici sono tutti nell’organizzazione di una Conferenza sulla Libia. Dopo quella organizzata dall’Italia a Palermo nel novembre 2018, questa volta l’iniziativa è stata presa dalla Germania: il vertice, che all’inizio sarebbe dovuto essere agli inizi di dicembre ma con ogni probabilità slitterà alla fine di gennaio, si terrà a Berlino. A differenza del precedente italiano - e ancor prima di quello francese (la conferenza di Parigi del maggio 2018) -, non dovrebbero partecipare gli attori libici ma i Paesi della comunità internazionale che guardano. Prevista la presenza di rappresentanti Ue (quindi anche dell’Italia) e di membri del Consigli di sicurezza Onu. L’obiettivo è portare al tavolo aanche la Federazione russa. Secondo il New York Times, negli ultimi giorni il Cremlino ha premuto l’acceleratore nella crisi libica al fianco di Haftar. Mosca avrebbe inviato circa 200 mercenari russi, tra cui cecchini esperti, appartenenti al gruppo Wagner di Yevgheni Prigozhin, lo “chef di Putin” incriminato dagli Usa per le interferenze nelle presidenziali e sanzionato per la guerra nell’Ucraina orientale.
Per approfondire:
● Nato, Wto, Fmi: l'inesorabile declino delle organizzazioni internazionali
● Dalla Cina sul 5G alla web tax, quando gli Usa mettono in guardia l'Italia
● Nato in crisi d'identità
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